PROGETTO PEO video




Chi vuole conoscere il progetto PEO, progetto di educazione e orientamento, puó vedere il video.


Buon Natale 2009!

Glória a Deus no mais alto dos céus e Paz na terra !
(Gloria a Dio in cielo e Pace in terra!)

Santo Natale e Felice anno nuovo per tutti!
Il messaggio di Natale che movimenta i cuori di tante persone nel mondo intero viene puntuale a riaccendere quel desiderio di pace e bontá che sempre é presente nel cuore ma che a volte aspetta un’occasione o qualcuno, una luce dall’alto per brillare di nuovo e in modo nuovo.
Vivere il Natale qui a São Luis, in Brasile, senza neve, senza freddo, assume una coreografia diversa ma lo spirito é lo stesso, perché le persone fanno parte della stessa umanitá e le gioie e le speranze profonde sono uguali per tutti.
La Pace che tutti sognano, come dice la Bibbia, é frutto della giustizia.
Vivo in una realtá di periferia dove é piú evidente la differenza tra ricchi e poveri, tra neri e bianchi, dove l’odore delle immondizie sparse dappertutto é piú forte del profumo dei fiori, dove la violenza in famiglia e per la strada accompagna le esistenze di bambini, giovani e adulti, dove tutti sanno dove procurarsi la droga, dove se si va all’ospedale pubblico bisogna portarsi molte cose da casa (lenzuola, medicine,..) e mettere in conto di prendersi un’infezione, dove una maestra di scuola insegna a 50 bambini, dove l’acqua c’é un giorno si e due no,...
Ma vivo in una realtá dove il sorriso dei bambini, il senso della festa, una profonda spiritualitá, la dignitá di molte persone e il loro impegno per la famiglia, per la societá e per la parrocchia, la bellezza della natura,... sono ugualmente presenti. Nonostante tante difficoltá anche dal punto di vista economico le cose stanno migliorando e molte case fatte di fango diventano di muro, alcuni arrivano perfino a farsi il pavimento di piastrelle.
Anche qui si vive il Natale, con la Novena nelle famiglie, la Messa, la cena e il pranzo, i regali, gesti di solidarietá...
Se la Pace é frutto della giustizia sempre piú mi accorgo che la povertá non é una sfortuna ma un’ingiustizia e la mancanza di pace una conseguenza. Vedendo in modo cosi evidente le differenze mi viene da dire che quando la ricchezza non é messa al servizio delle persone piú bisognose diventa “denaro sporco”, segnale di peccato contro Dio che desidera una vita degna per tutti i suoi figli.
Per incontrare la Pace non é sufficiente ricordarsi dei poveri in qualche occasione o a Natale ma eliminare le cause dell’ ingiustizia con stili di vita differenti: passare da un amore superficiale a un amore radicale, profondo; passare da un amore reciproco ad un amore gratuito; passare da un amore alle persone che conosciamo a un amore universale.
Qualcuno si puó chiedere se il bambino Gesú c’entra con questi discorsi. A me certamente non mi pare proprio estraneo. La scelta di nascere povero, in una piccola cittá, in mezzo a gente semplice e rifiutata, non é per giustificare le povertá ma per indicarci la strada dello “stare in mezzo”, del “condividire” e del “donarsi”, l’unica strada che conduce alla Giustizia e alla Pace.
Quest’anno qui in Brasile, nell’incontro ecumenico delle Comunitá di Base, a Porto Velho nel cuore dell’Amazzonia, é risuonata una frase di un proverbio africano che ben si adatta al Natale di Gesú bambino e alla vita di tante persone che ricercano il senso autentico del Natale: “le persone semplici, facendo cose piccole, in luoghi poco importanti, riescono a fare cambiamenti straordinari!”. Auguri!

SUGGESTIONI PASTORALI:

La diocesi di São Luis con il proprio vescovo ha istituito 140 “Ministri della Parola”, laici, uomini e donne, incaricati ufficialmente di fare quello che giá da tempo facevano: animare le comunitá nelle diverse celebrazioni e soprattutto alla domenica quando il prete, ben nel 70 per cento delle comunitá, non puó celebrare la Messa. Un piccolo segno strutturale di corresponsabilitá.

Una iniziativa che qui funziona: celebrare la messa in giorni feriali (una volta al mese) sulla strada (missa de rua) o ospiti nelle piccole case delle famiglie quando piove. É un segno della vicinanza alla vita della gente e della missionarietá della Chiesa.

Nei progetti sociali assumono sempre piú importanza le figure di appoggio come educatore, psicólogo, pedagogo, esperti in diritti umani: non basta impare a fare qualcosa ma é importante apprendere ed essere consapevoli del valore della vita.

NOTIZIE:
Nei mesi scorsi sono passate da noi molte persone amiche dall’Italia, preti e laici. A tutti il nostro ringraziamento. Tra tutti ricordo il vescovo di Verona che si é fermato da noi una settimana e ha incontrato i “fidei donum” veronesi, preti e laici, dell’America Latina.

Quest’anno il presidente del Brasile Lula é venuto ben 2 volte a São Luis (non era mai venuto come presidente): la prima volta ha visitato l’interno dello Stato con l’elicottero per rendersi conto dei disastri che avevano fatto le inondazioni di maggio; la seconda volta in novembre parlando della mancanza di fognature, ha definito la situazione “di cacca” auspicando cambiamenti sostanziali nelle politiche pubbliche. Chi sopravviverá, vedrá!

Io penso di visitare l’Italia da metá maggio a fine giugno 2010, per festeggiare insieme ai miei compagni preti e alle nostre famiglie il 25° di sacerdozio, martedí 25 maggio, alle 18,30 in cattedrale a Verona.

Dal prossimo febbraio verrá a Verona, per starci alcuni anni, un prete di São Luis, José Bráulio Sousa Ayres, insegnante di Teologia e per anni parroco nel santuario nazionale del Maranhão, São José de Ribamar. Si realizza cosí quel “ritorno” effettivo ed ufficiale che dá completezza allo scambio tra la Chiesa di Verona e la Chiesa di São Luis. A padre Bráulio un caloroso “Benvenuto nella Chiesa di Verona!”

Natale con i tuoi!: Un augurio particolare ai miei familiari mamma Gabriella, il fratello Agostino con Paola e la nipote Giada e parenti tutti,
e ai miei colleghi di missione don Daniele, don Luca e don Orazio insieme alla
famiglia di Luisa e Paolo, con i figli Emma, Alessandra, Adele e Mario, che
creando un clima di famiglia, mi aiutano a sentirmi a mio agio in ogni situazione.
Comunque un abbraccio e un grazie a tutti!

Ciao. Claudio Vallicella, prete fidei donum,
con la Parrocchia tutta della Santissima Trinitá in São Luis.

Tante Chiese e importanza della Bibbia

A riguardo del fenomeno crescente di chiese che crescono come supermercati e della necessità di capire la modalitá della fede
Confesso che ho una certa difficoltá a comprendere il fenomeno, sia perché è relativamente recente, sia perché é cosi variegato che provare a fare delle analisi generali è abbastanza complicato.
Parlo dell’esperienza qui nel nostro quartiere dove esistono 8 cappelle e comunità cattoliche riunite nell’unica parrocchia della Santissima Trinitá e dove esistono moltissime altre chiese e comunità Evangeliche, Protestanti e Neo-Pentecostali. Le comunità Evangeliche o Protestanti sono comunità per lo piú storiche come la chiesa Battista, Presbiteriana, Avventista, che si inspirano, anche se con molta libertà, alle chiese Evangeliche di tradizione europea.
Le comunitá Evangeliche e Neo-Pentecostali (come la diffusissima Assembleia de Deus) sono invece di origine nord-americana e sono nate negli ultimi decenni. Si stanno sviluppando in maniera impressionante in molti paesi del mondo.

Alcune caratteristiche che fanno parte della tradizione Evangelico-Protestante si sono trasferite anche nelle chiese Neo-Pentecostali come:
· la centralità della Bibbia (con un’accentuazione nella predicazione sul primo testamento,
anche se a livello teologico prevale la fede centrata su Gesú Cristo);
· una autonomia di ogni comunità e di ogni pastore o pastora;
· le avversità contro alcune caratteristiche della chiesa Cattolica (l’uso delle immagini, la
devozione a Maria, il battesimo ai bambini);
· l’accentuazione della predicazione, del canto, del celebrare (rispetto alla riflessione o
catechesi e all’azione sociale più tipiche della chiesa Cattolica);
· la dimensione missionaria con visite continue “a tappeto” nelle famiglie.
· il sottolineare la dignità delle persone soprattutto curando l’apparenza del vestito
· l’impegno a donare alla propria chiesa il 10 per cento delle rendite.

Altre caratteristiche sono state introdotte dalle stesse chiese Neo-Pentecostali:
· la risposta immediata ai problemi contingenti delle persone (invocando continuamente
miracoli per la salute, il lavoro, il successo,...)
· la liberazione dai vizi (alcoolismo, droga, violenza) facendo leva sull’autostima
· il luogo dell’incontro come “teatro” e l’ordine che regna negli incontri.
· l’uso massiccio dei mass-media (show della fede)

Ci sono chiese che vanno bene e fanno spesso il “pieno”. Altre che nascono e muoiono in fretta.
Penso che l’esistenza di tutte queste chiese sia una risposta ad un bisogno profondo di Dio in una situazione di degrado sociale, familiare e morale ma anche la ricerca di una speranza, la gioia per le cose semplici, le trasformazioni repentine. L’offerta cosí variegata va incontro alla situazione complessa delle persone. Tuttavia esiste una certa confusione e concorrenza, e capita spesso la trasmigrazione da una chiesa all’altra. Si sente spesso la frase che “Dio è sempre lo stesso per tutti”, per cui si relativizzano spesso le appartenenze ecclesiali e si mette tutto nello stesso calderone! La domanda della gente non è sulla “verità” che quella chiesa annuncia (domanda filosofica europea!) ma sulla risposta esistenziale al “mio problema immediato”.
L’accentuazione emozionale e miracolistica è qualcosa che per noi abituati alla razionalità sembra cosa da bambini, ma che fa parte della vita di questo popolo (come di ogni popolo e di ogni persona). Nel culto queste chiese neo-pentecostali usano molto la gestualità del corpo, le grida, gli slogans, ecc.
Le nostre comunità cattoliche cercano di convivere in questa realtà, rispettando, cercando il dialogo e occasioni di preghiera ecumenica. Ma è molto difficile perché, come già è stato ricordato, l’autonomia di ogni comunità e l’avversità alla chiesa Cattolica, fanno parte dell’indole di queste chiese. La gente della nostra parrocchia vive in mezzo a questa confusione, normalmente rispettando ma a volte assumendo alcune forme di altre chiese, altre volte assumendo atteggiamenti di difesa o di ostentazione delle caratteristiche cattoliche (su un’automobile ho incontrato una scritta accanto ad una immagine della Madonna “Sono cattolico e se qualcuno ha qualcosa in contrario che si converta!”). Ma in generale prevale il “vivi e lascia vivere”che non disturba nessuno ma che non stimola una riflessione piú profonda.
Da parte mia osservo e cerco di impare tutto quello che c’é di buono. Credo che il nostro compito di preti, ancor prima di guardare alla appartenenza religiosa, sia anzitutto di amare le persone e di cercare, senza stancarsi, le vie del dialogo, almeno là dove si incontra una qualche disponibilità.
I nostri progetti sociali naturalmente sono aperti a tutte le persone che si trovano in difficoltá senza guardare alla confessione religiosa di appartenenza.

Circa la lettura popolare della Bibbia e l’incarnazione nella vita quotidiana.
In parallelo con la diffusione delle chiese Evangeliche e Neo-Pentecostali è nata nella storia della chiesa Cattolica una attenzione maggiore alla Bibbia fino alla diffusione delle Comunità di Base dove la Bibbia è il libro guida. Certamente veder camminare per le strade gli evangelici con la Bibbia sotto il braccio può aver provocato un ripensamento anche all’interno della chiesa Cattolica. Ma il motivo che ha spinto un gruppo di biblisti a dare inizio nei decenni passati a una riflessione biblica originale chiamata “teologia della liberazione” penso sia stata la situazione di povertà estrema, di disuguaglianza e ingiustizia di grande parte del popolo. La Bibbia fu riscoperta come un annuncio e un cammino di liberazione integrale della persona e del popolo, denunciando tutte le strutture economiche e politiche che impediscono questa liberazione. Così si è cominciato a leggere la Bibbia in piccoli gruppi = “Comunità di Base” per offrire una struttura alternativa più adeguata alla vita della persona, a usare la categoria pasquale di liberazione e a vivere il quotidiano come un esodo e una lotta per la conquista di una terra nuova e di condizioni di vita nuove. Tutto questo ha dato valore ad una chiesa fatta di piccole comunità che, con la forza della Parola di liberazione di Dio, lotta per i diritti sociali e ecclesiali cercando di trasformare la realtà.
Naturalmente tutto ciò ha provocato la reazione dei poteri forti e interessi particolari dentro e fuori la chiesa, creando molte situazioni di persecuzione e di martirio (come suor Dorothy, uccisa nell´Amazzonia il 12 febbraio 2005 dai grandi proprietari perché difendeva la causa dei piccoli......).

Nel mese di luglio a Fortaleza ho incontrato e chiesto al biblista Carlos Mesters, uno dei fondatori storici del movimento biblico brasiliano, lo stato di salute delle Comunità di Base.La sua risposta è stata molto semplice, realista e piena di speranza: come le piante hanno momenti in cui bisogna aspettare i frutti, così il movimento biblico in questo momento non può dare i frutti sperati ma la coltivazione continua, la pianta è buona e tutto fa prevedere che i frutti appariranno al momento giusto.
Il contesto odierno dominato dai mezzi di comunicazione sociale e da una mentalità che mette in primo piano il bene del singolo ha frenato un poco l’importanza del “camminare insieme” nelle piccole comunità. Si preferiscono i raduni numerosi che accontentano immediatamente ma non stimolano una assunzione personalizzata della fede e la valorizzazione ministeriale.
Nei gruppi della nostra parrocchia è naturale usare la Bibbia al posto del catechismo o di altri sussidi. Capita spesso anche di vedere persone venire alla messa con la Bibbia. Nel mese di settembre, che in Brasile è il mese dedicato alla Bibbia, nella nostra parrocchia abbiamo fatto 10 incontri (2 ogni settimana) di studio della Bibbia. Ma ogni mese in ogni comunità c’è un incontro di studio della Bibbia. Noi preti ci troviamo con alcuni laici una volta la settimana per meditare le letture della Domenica.
Lo studio della Bibbia in comunità è fondamentale per evitare la lettura fondamentalista o moralista della Bibbia, diffusa nella chiesa Cattolica nei secoli passati e oggi diffusa in certi movimenti cattolici e in molte chiese Neo-Pentecostali.
Leggere e meditare la Bibbia in comunità aiuta a incarnare in modo quasi naturale (ma c’é lo zampino dello Spirito Santo!) il messaggio biblico con la nostra vita. Si coglie come la Bibbia è veramente un libro popolare e ha qualcosa da dire a tutti. Provare per credere!
Naturalmente non mancano le difficoltà: analfabetismo diffuso, ritardi, situazioni e sensibilità diverse, povertà...
Il nostro sforzo di preti “fidei donum” è aiutare a leggere la Bibbia in comunità, favorendo l’acquisto della Bibbia a prezzi accessibili a tutti, dando i criteri ermeneutici e kerigmatici per intendere con maggior ricchezza possibile il messaggio biblico.
Che questo mese di ottobre, mese missionario, ci aiuti a stabilire relazioni nuove di amicizia e di condivisione della fede e che l’unità auspicata da Gesú non sia un sogno o una utopia, ma il frutto di piccole esperienze di condivisione della vita quotidiana alla luce della Parola di Dio.

Appunti aprile 2009

É l’acqua che va...

Il mese di aprile é stato caratterizzato dalla grande quantitá di pioggia. È stata una vera rinnovazione battesimale (visto il periodo pasquale) e ha provocato nel nostro stato del Maranhão inondazioni, interruzioni di strade e di comunicazioni. Per quanto riguarda la nostra missione con le poche strade asfaltate piene di buche e quelle non asfaltate piene di fango e immondizie uno dei problemi maggiori é stato portare continuamente le macchine a far riparare. Il brutto tempo dovrebbe durare fino a luglio, anche se con sempre meno intensità.

Il lavoro non manca.

La vita parrocchiale é molto basata sull’ autonomia dei laici per cui il nostro compito dei preti é piú legato alla dimensione formativa e alla celebrazione dei Sacramenti e di coordinamento generale.
D’ altra parte la dimensione sociale di povertà esige un particolare impegno nei progetti sociali (corsi di formazione professionale, rinforzo scolastico, educazione sanitaria,…).
Don Luca é particolarmente impegnato a livello diocesano con la pastorale carceraria e don Daniele sempre a livello diocesano come coordinatore di pastorale. Don Orazio segue alcune dimensioni caritative di particolare bisogno come gli ospedali, le persone diversamente abili, i casi di povertà estrema.
La famiglia Annechini sta imparando la lingua. Paolo sta organizzando dei corsi sulla video-comunicazione a livello diocesano. Luisa sta integrandosi nei vari progetti sociali della parrocchia. Ma il loro principale compito é quello di farsi “compagni di viaggio” come famiglia in mezzo a tante famiglie destrutturate.

Le contraddizioni politiche:

Il governatore del nostro stato del Maranhão é stato esautorato dopo 2 anni per brogli elettorali e ha assunto il potere un’esponente della famiglia oligarchica che ha governato lo stato negli ultimi 40 anni. Lo stesso é accaduto in altri stati del Brasile dove le famiglie oligarchiche storiche hanno ripreso il potere con processi giudiziali. Il tutto la dice lunga sui poteri forti che praticamente governano da sempre e la quasi impossibilità di vere alternative politiche.

Un segno di speranza:

Il 18 aprile ho partecipato ad una celebrazione ecumenica nella sede Circoscrizionale del nostro quartiere. È la prima volta che accade, da quando sono in Brasile, nel nostro quartiere, che conta innumerevoli e variegate confessioni religiose cristiane. In nome dei comuni problemi sociali occorre una maggiore unitá religiosa: non solo come strategia politica o sociale, ma perché la fede nel Dio di Gesú Cristo conduce naturalmente ad un’unitá di fraternità e condivisione. Qui la dimensione ecumenica è molto diversa dall’Europa e il sincretismo religioso sembra essere un fatto naturale. L’accettazione della diversità assume un carattere quasi rassegnato e questo impedisce una vera conversione da una parte e dall’altra. Il tutto condizionato dalla forte emotività e dalla grande possibilitá di concorrenza.

Una gradita presenza:

Nei giorni di Pasqua é stato da noi don Giuseppe Pellegrini, vicario generale della diocesi di Verona, ma prima di tutto nostro amico e amico delle missioni. Sono stati giorni di amicizia, condivisione e aggiornamento della situazione della diocesi di Verona.

Buona Pasqua 2009

FICA CONOSCO, SENHOR (Resta con noi, Signore)

È l’ invocazione libera e spontanea, che, dopo una camminata insieme, nasce nel cuore e nella bocca dei discepoli di Emmaus. C’è un momento in cui il dono ricevuto per essere veramente accolto deve passare per una nostra iniziativa concreta. Sono i 2 discepoli che, dopo che Gesú ha preso l’ iniziativa di camminare con loro, ora loro stessi prendono l’iniziativa di invitare quell’amico a restare per continuare a capire, ad accettare, a lottare e a sperare. Per accogliere la novità di vita che é sempre possibile.
· Resta con noi, Signore in questo tempo di crisi economica perché diventi motivo per ripensare un ordine economico diverso dove la dignità delle persone viene messa prima del profitto e dove, tramontando il tempo della finanza illusoria, si possa intravvedere la luce di una economia solidale.
· Resta con noi, Signore in questo tempo di terremoti dentro e fuori. Nessuno puó consolare chi ha perso i loro cari ma la gara di solidarietá che sta avvenendo in Italia e di cui ho avuto notizia attraverso la televisione brasiliana e i siti internet, é certamente un esempio per il mondo intero. Ci sono momenti per chi vive all’ estero in cui ci si sente orgogliosi di essere italiani. E questa dimostrazione di solidarietá nazionale é certamente uno di questi momenti.
· Resta con noi, Signore in questo tempo di Pasqua per riscoprire il valore di essere Chiesa in cammino, sempre alla ricerca del senso vero della vita, condividendo le gioie e le tristezze di ogni persona, facendosi compagni di viaggio, sostenuti dalla Tua presenza umana e gloriosa.

PER NOI È L’INIZIO DELL’ANNO.

Qui in Brasile l’anno sociale e pastorale inizia con Gennaio. Ma essendo questo un mese di ferie insieme a luglio, praticamente tutto parte con il mese di marzo (scuole, anno pastorale, catechesi,…). La Quaresima é pertanto il tempo della ripartenza e la Pasqua la prima festa religiosa dell’anno.
Nella nostra parrocchia non abbiamo ancora un progetto pastorale ma stiamo camminando seguendo le direttive della Chiesa Brasiliana e della nostra Diocesi di São Luís. In verità la nostra parrocchia della Santíssima Trinitá che ha appena 4 anni di vita si sta strutturando a partire da esperienze e sperimentazioni opportunamente progettate e verificate.
Alcune piste di azione:
1. un’attenzione missionaria, con la fatica di distinguere proselitismo da annuncio della fede e la gioia di incontrare in ogni casa sete di Dio; con la fatica di un contesto zeppo della presenza di Chiese Evangeliche e Pentecostali e l’opportunitá di verificare e purificare la nostra fede e la nostra religiositá e renderla piú autentica e credibile. Stiamo sperimentando itinerari catechistici in chiave catecumenale prendendo come modello il RICA (Rito di Iniziazione Cristiana degli Adulti) e adattandolo alle varie etá e situazioni. In questi ultimi tempi ho avuto anche l’occasione di celebrare il Sacramento del Perdono per coppie di sposi e per famiglie al completo.
2. la missione dei laici e la loro corresponsabilità nella vita della Chiesa. Grazie al cielo qui la corresponsabilità é giá una realtà ben presente ma con l’aumento dei preti, anche se ancora molto ridotto rispetto ad altre zone del pianeta, si sta sempre di piú evidenziando un clima di condivisione e di fiducia reciproca dove non é importante tanto il ruolo ma il dono di Dio che si traduce in servizio specifico.
3. la presenza degli “stranieri”. La nostra parrocchia conta la presenza italiana di 4 preti (Claudio, Daniele, Luca e Orazio) e di una famiglia di 6 persone (Paolo e Luisa con i figli Emma, Alessandra, Adele e Mario). Piú c’è la presenza di 3 suore di un istituto di origine polacca. Ogni giorno si coglie la fatica di mentalità diverse, ma anche la bellezza di una parrocchia che ha una propria fisionomia e che ci ricorda che noi siamo qui a servizio.
4. l’attenzione ai poveri che assume tante forme in base alle situazioni di persone e di mezzi. Le povertà spesso sono accompagnate da vizi e violenza. Qui la carità non è un’emergenza di alcuni mesi ma si fa sempre piú necessaria una progettualitá di anni, perché i problemi non sono solo strutturali, ma soprattutto di formazione, educazione, ….

PER UNO SCAMBIO CONTINUO:

· Ora ho un Blog personale al quale si puó accedere direttamente da Google cliccando “blog claudio vallicella prete”. Una volta aperto si puó salvare in preferiti per aprirlo immediatamente le volte successive.
· Continui aggiornamenti della missione li potete trovare sul sito del Centro Missionario di Verona www.cmdverona.it o sul sito www.aquiloneverona.org .
· Un grazie a tutti coloro che ci aiutano con l’amicizia, la preghiera e l’aiuto fraterno.

CALENDARIO:

Da metá aprile a fine maggio don Daniele e don Orazio saranno in Italia per visitare i parenti e amici e per partecipare alle ordinazioni dei novelli preti che l’anno scorso hanno vissuto 20 giorni nella nostra missione. Nel mese di settembre e ottobre toccherà a don Luca visitare l’Italia. E’ un’occasione per sentire dal vivo la nostra esperienza.
Dal 21 al 27 giugno il Vescovo di Verona Giuseppe Zenti sará qui a São Luís per visitare la nostra missione e incontrare i missionari veronesi dell’America Latina.
Quest’anno sono previste qui da noi altre visite (rappresentanti della parrocchia di Golosine, parenti della Famiglia Annechini, Giuliana, …).
L’ultima settimana di maggio sará a Verona Dom José Maria Pires, vescovo storico della Chiesa Brasiliana, giá amico e collaboratore di Dom Helder Camara. Per sapere il programma degli incontri in Diocesi rivolgersi al Centro Missionario.

progetto PEO aprile 2009

Il progetto PEO 2009-2010 é iniziato il giorno 1 di aprile con giá 150 bambini in 7 luoghi diversi. Ma ogni giorno ci sono nuove iscrizioni fino a raggiungere nel giro del prossimo mese i 220 previsti. Purtroppo alcune scuole pubbliche non hanno ancora iniziato l’anno scolastico o hanno iniziato e si sono fermate subito per inagibilitá.
L’organizzazione del progetto:
· si è formata una direzione composta da un prete (don Claudio) , una pedagogista italiana, una pedagogista brasiliana, una suora, 2 insegnanti, e una studente universitaria. Il compito della direzione sará di accompagnare tutti gli aspetti organizzativi del progetto e affiancare gli educatori soprattutto nella visita alle famiglie e alle scuole.
· Sono stati scelti 17 educatori (su 55 domande) che hanno partecipato alla fine del mese di maggio ad una settimana di formazione.
. Dentro al progetto abbiamo organizzato un altro mini-progetto educativo che riguarda lo sviluppo emotivo e che prevede 2 ore ogni quindici giorni. Questo per aiutare i bambini a ritrovare quella serenitá emotiva e motoria, presupposto per un apprendimento scolastico.

progetto PEO 2009-2010

1- Problemática: dopo un’analisi della situazione del territorio parrocchiale nei comuni di São Luís e di São José de Ribamar, nello stato del Maranhão in Brasile, con circa 60.000 abitanti in tutto, in maggioranza provenienti da diversi luoghi del Maranhão con l’invasione e occupazione della terra nel 1996, emerge con urgenza la necessità di offrire migliori opportunità educative per i bambini che compongono la maggioranza della popolazione, in un luogo dove esistono insufficienti e poche scuole con classi di più di 50 alunni. La parrocchia, una delle più povere della diocesi di São Luís, è affidata dal 2005 alle cure pastorali dei “fidei donum” della diocesi di Verona (Italia). In questo momento vi lavorano i preti diocesani don Bellomi Orazio, don Mainente Luca, don Soardo Daniele, don Vallicella Claudio insieme alla Famiglia di Annechini Paolo e Luisa con i figli Adele, Alessandra, Emma e Mario.

2- Giustificativa: E´ necessario organizzare spazi e tempi per aiutare nell’apprendimento scolastico e l’acquisizione di un metodo di studio, con un’attenzione particolare per i bambini che si trovano in una situazione di difficoltà scolastica e rischio sociale. Tanto più che il Maranhão é riconosciuto nelle statistiche dei risultati educativi come uno stato con un bassissimo indice di resa scolastica negli alunni nei primi 4 anni di Scuola Elementare. E tutto questo continua per la mancanza di occasioni di stimolo per apprendere e d’iniziative educative interattive di qualità.

3- Storia recente: già negli anni 2007-2008, con l’aiuto di alcune parrocchie della diocesi di Verona e di amici abbiamo attuato un progetto che tentava di andare incontro a questa problematica con la partecipazione di 220 ragazzi e risultati abbastanza buoni. La spesa negli anni scorsi è stata di circa 33.300,00 euro suddivisa tra aiuti dall’Italia (80%) enti locali (11%) e contributo delle famiglie dei bambini (9%). Nelle verifiche fatte in vista di un progetto da attuare nei prossimi due anni (2009-2010) sono state rilevate alcune attenzioni:
+ la necessità, purtroppo ancora molto grande, di aiutare il processo di alfabetizzazione dei bambini.
+ la necessità di accompagnare in modo più sistematico, anche se con il dovuto rispetto, le famiglie dei bambini (molte difficoltà nell’apprendimento scolastico derivano da situazioni di disagio che i bambini vivono in famiglia).
+ una comunicazione maggiore sulle motivazioni del progetto che non intende sostituire la scuola ma aiutare ad una partecipazione più feconda ed entusiasta.
Alla luce dell’esperienza degli anni 2007-2008 La Fondazione “Giustizia e Pace si Abbracceranno” (JPA), fondazione creata dai preti “fidei donum” per dare una veste giuridica, legale e trasparente ai progetti sociali della parrocchia, ha pensato di continuare l’esperienza per i prossimi 2 anni (2009-2010) e per questo si sta attivando per raccogliere fondi e organizzare il nuovo progetto.

4- Obiettivo Generale: Sviluppare e migliorare la capacità di apprendere dei bambini con difficoltà, con attività di aiuto e rinforzo scolastico, mettendo al centro le abilità di leggere e scrivere dentro un’azione di sviluppo sociale.

5- Obiettivi Specifici:
• Favorire la frequenza scolastica dei bambini e il loro impegno nella propria scuola;
• Rafforzare lo sviluppo della coscienza del valore dell’impegno scolastico;
• Migliorare la concentrazione e l’apprendimento con l’acquisizione di un metodo di studio personalizzato;
• Creare le condizioni perché i bambini vivano nell’autostima e con capacità critica;
• Mantenere una “comunicazione costante” con le famiglie, per unire e responsabilizzare la famiglia, la scuola e il progetto nell’unica finalità di formazione dei bambini;
• Creare relazioni di scambio di conoscenze con i maestri delle scuole per stabilire principi comuni di educazione perché i bambini possano identificare negli insegnanti delle scuole e negli orientatori figure adulte come riferimento importante per la loro crescita;
• Offrire un “servizio sociale” in ogni comunità della parrocchia;
• Offrire, in collaborazione con altri progetti sociali, la possibilità di aiutare i bambini diversamente abili.
• Prevenire problemi di rischio sociale in un luogo dove spesso i bambini vivono abbandonati dalla famiglia e dalla società;
• Garantire un intervento nutritivo per i bambini con la merenda giornaliera;
• Creare un clima sereno, con giochi organizzati, dove anche l’aspetto ludico possa essere una strategia di educazione alle regole della vita.

6- Organizzazione e Competenze:
Il progetto PEO é uno dei progetti dell’area educativa della Fondazione JPA (Giustizia e Pace si Abbracceranno): fondazione nata nella nostra parrocchia nel 2007, registrata nel Tribunale di Giustizia delle Fondazioni in São Luís e agisce conforme lo Statuto e il Regolamento Interno della stessa istituzione.
Gli organismi principali per attuare il progetto PEO sono: la Fondazione JPA (competenza: Supervisione, Amministrazione e Burocrazia), l’Equipe dei preti (competenza: scegliere i membri della direzione del progetto PEO e gli orientatori), la Direzione del PEO composta da un direttore o direttrice, un pedagogo o pedagoga, e altre persone (competenza: accompagnare e direzionare il progetto e scegliere i bambini in base alle effettive necessità, conversando con le famiglie, gli insegnanti e altri gruppi sociali) gli Orientatori (competenza: sviluppare il progetto di educazione e orientamento, principalmente con i bambini), Ausiliari come Psicologo, Nutrizionista, Esperti in diversi settori (competenza: aiutare la direzione nell’attuazione del progetto in obiettivi specifici), Altri Volontari (competenza: aiutare nell’opera educativa, nella preparazione della merenda, nella pulizia dell’ambiente, ecc.). Sarà importante la presenza di studenti universitari volontari o in stage (pedagogia, educazione fisica, psicologia, servizio sociale, …).

7- Metodologia:
o Destinatari: Circa 220 bambini nella fascia di età da 7 a 10 anni, con indicazione delle Scuole, della “Pastorale dei Bambini”, del progetto “Famiglie Solidali” e anche da libera iscrizione. Saranno formati gruppi in 8 luoghi diversi per favorire la partecipazione di tutti vicino al luogo di abitazione. Ogni gruppo sará formato da circa 12 bambini.
o Partecipazione dei Genitori: é fondamentale per la realizzazione del progetto la partecipazione diretta e indiretta dei Genitori e delle altre persone della Famiglia: incontri di formazione, partecipazione insieme ai figli agli incontri con orientazioni per imparare a seguire i figli nello sviluppo educativo e scolastico; preparazione della merenda, pulizia e organizzazione dell’ambiente, lavori di manutenzione, e aiuto agli orientatori nell’organizzazione di momenti importanti: feste, giochi, teatro, celebrazioni, ecc.
o Anche una piccola tassa d’iscrizione s’inserisce in un processo di responsabilizzazione dei Genitori e cerca di togliere la tendenza diffusa dell’assistenzialismo.
o Orientatori:
1. Criterio di scelta: Saranno scelti dai preti attraverso un modulo di domanda con allegati i
comprovanti delle esperienze fatte, richiedendo principalmente queste caratteristiche:
- la maggiore età, un buon curriculum formativo e una certa disponibilità, garantendo
una presenza constante, non solo durante l’orario delle attività con i bambini, ma anche
durante la programmazione e l’organizzazione di altri momenti previsti.
- abitare nella comunitá o vicino al luogo dove si svolgeranno le attivitá.
2. Formazione: é prevista la formazione obbligatoria sia sul versante dell’alfabetizzazione sia sul versante psico-somatico ed emotivo.
3. Visita degli orientatori alle famiglie e alle scuole: ogni orientatore insieme con la direzione dovrà programmare visite alle famiglie e alle scuole dei bambini.
4. Programmazione: Sono previste ore di programmazione obbligatoria in incontri generali con tutti gli orientatori. Saranno inoltre forniti strumenti per una programmazione personale.
5. Gratificazione: L’attivitá cosí organizzata fa parte di un “progetto sociale”. É importante ricordare che non é un impiego fisso con stipendio ma é prevista un’adeguata indennità per ore effettivamente vissute all’interno del progetto (tenendo conto che questa esperienza da una parte é un aiuto alla professionalizzazione degli orientatori e dall’altra é un piccolo sostegno economico alle famiglie degli stessi in una zona dove non é facile trovare lavoro).
o Attività: l’attività sarà indirizzata per ogni bambino, in modo da andare incontro alle sue necessità e superare le difficoltà specifiche. Le attività educative saranno continuamente riviste e riformulate conforme alle necessità di ogni bambino e gli obiettivi proposti. Saranno offerti giochi organizzati (danza, teatro, musica e sport) dove i bambini possano imparare a vivere con regole e gustare la gioia di condividere le cose (giocattoli o altri oggetti,…).
o Verifica del progresso dei bambini: Ogni 3 mesi la Direzione del PEO insieme agli Orientatori fará dei test per verificare il progresso dei bambini e fará una relazione scritta per ogni bambino riguardo all’impegno, ai risultati ottenuti nel leggere e scrivere, alla frequenza, alla permanenza e al progresso nella scuola, ai problemi ancora da risolvere. Conserverà i dati per mostrarli ai Genitori, agli Insegnanti delle scuole e alle entità direttamente coinvolte nel progetto che li useranno unicamente per la verifica globale e la revisione metodologica.
L’obiettivo minimo é di arrivare ad una partecipazione continua del 60% dei bambini dall’inizio alla fine del progetto. Alla fine il 90% dei bambini che completeranno il progetto dovrà essere in grado di saper leggere una pagina di libro scolastico adatto all’età, con un massimo di 4 errori; dovrà saper scrivere una frase con minimo 10 parole facendo al massimo 3 errori; dovrà saper riconoscere i numeri fino a 50 con massimo 3 errori; dovrà dimostrare attraverso dei disegni valutati da uno psicopedagogista di aver raggiunto un livello accettabile di socializzazione e di serenità interiore; dovrà mostrare, attraverso le pagelle scolastiche, un sufficiente livello di partecipazione e interesse per la propria scuola.
o Cronogramma: le attività saranno attuate dal lunedì al venerdì (al mattino per i bambini che vanno a scuola di pomeriggio e al pomeriggio per i bambini che vanno a scuola il mattino) essendo 2 ore ogni turno nei mesi di aprile, maggio, giugno, agosto, settembre, ottobre e novembre (corrispondenti all’anno scolastico in Brasile). Il progetto per avere efficacia educativa sufficiente pensiamo che debba essere continuo con gli stessi bambini per 2 anni.

8- Bilancio Preventivo (al cambio di 2,50):
o Spese in 2 anni
Gratificazione per orientatori 29.705,00
Merenda 10.815,00
Materiale didattico 2.350,00
Formazione per Orientatori e Genitori 1.150,00
Segreteria 6.020,00
________________________________________
Tot. 50.040,00 €

o Entrate in 2 anni:
da Contributi italiani 35.028,00 (70%)
da Entità brasiliane 10.008,00 (20%)
da Iscrizione delle Famiglie e altre iniziative (lotterie, feste,…) 5.004,00 (10%)
__________________________________________
Tot. 50.040,00 € (100%)

9- Bilancio Preventivo Straordinario e Facoltativo:
Alcuni ambienti richiederebbero lavori di ristrutturazione straordinaria o acquisti di materiale che pur essendo importanti non sono urgenti e che possono essere anche rimandati (tinteggiatura, pavimenti, servizi igienici, frigoriferi, fornelli, …) per un totale di circa 15.000,00 euro.

10- Risultato Finale: Arrivare ad una capacità minima ma sufficiente di apprendimento dei bambini nelle abilità di leggere e scrivere e una capacità di vivere relazioni sociali con autostima e fiducia nell’ambiente scolastico.

11- Festa Finale: Sarà organizzata dalla Fondazione JPA una festa per chiudere adeguatamente l’esperienza e ringraziare tutti i collaboratori.

12- Accompagnamento Spirituale: Quando si opera con i bambini la preoccupazione é sempre che non succeda niente di male. Qui in mezzo a tante violenze percepire una “adozione spirituale” di qualcuno o di qualche gruppo che accompagni il progetto pregando è senz’altro il miglior contributo.

13- Comunicazioni: Informazione continua e aggiornata attraverso la corrispondenza via internet e le visite dei “fidei donum” in Italia o le visite di qualcuno che viene dall’Italia. La Fondazione JPA intende operare nella trasparenza: pertanto sono a disposizione tutte le ricevute fiscali e la documentazione che può interessare.
Per informazioni ci si può rivolgere al Centro Missionario Diocesano di Verona o al “Centro Aperto Minori L’Aquilone” di Verona che ha anche un sito Internet dedicato alla nostra Missione (“www.aquiloneverona.org”) o scrivendo direttamente alla Fondazione JPA fundacaojpa@gmail.com.

14- Verifica: Il progetto avrà una permanente verifica da parte della Fondazione JPA e, nel finale, l’esperienza sarà verificata da tutti i partecipanti e sostenitori. In ogni momento chiunque può fare dei rilievi e inviare alla Fondazione proposte o suggerimenti.

centenario di dom Helder Camara

DOM HELDER CAMARA
memoria e profezia nel suo centenario della nascita 1909 - 2009

IL PICCOLO PRETE, NOSTRO E DEL MONDO
La piú grande nazione cattolica del mondo, il Brasile, ha avuto anche una testimonianza viva di una presenza attiva e cosciente nell’ambito della opzione per la giustizia e il povero. Il piccolo prete, nostro e del mondo, non parló solo per il Brasile, ma per tutte le periferie del mondo.
Siamo debitori a Dom Helder dell’organizzazione della prima Conferenza Episcopale del Mondo, quella del Brasile; della presenza significativa della Chiesa latino-americana nei lavori del Concilio Vaticano II; di uno stile di vita di solidarietà concreta illuminato dalla coscienza evangelica.
Ci sono delle persone che non saranno mai chiamati santi (perché con le loro critiche hanno disturbato i poteri forti del mondo) ma che hanno contribuito alla santitá della Chiesa.

UN PROFETA PER IL NOSTRO TEMPO

“ 2000 anni dopo la nascita di Cristo, piú di due terzi dell’umanitá si trova in condizioni di miseria e di fame. Piú di due terzi di Figli di Dio vivono in condizioni sub-umane. Il 20 % dell’ umanitá consuma l’80% delle ricchezze della terra. L’80% dell’umanitá deve accontentarsi con meno del 20% di queste stesse ricchezze.”

“Io ho fame e sete di pace. Di questa pace di Cristo che si appoggia nella giustizia. Io ho fame e sete di dialogo, ed é per questo che corro in ogni luogo per trovare ció che puó far incontrare le persone in nome dell’essenziale.. E parlare in nome di coloro che sono impediti di farlo.”

Qualcuno bussó alla mia porta.
“Un giorno, qualcuno bussó alla mia porta. Era un povero. Interruppe la mia meditazione sopra i discepoli di Emmaus: Come fecero essi a non riconoscere subito il Cristo? … Ma lo stesso capitó com me nel lasciarlo andare in fretta con una piccola elemosina.”

Il compito dei preti e dei vescovi
“Se io non mi inganno, noi, persone di Chiesa, dovremmo realizzare dentro la Chiesa i cambiamenti che esigiamo dalla societá”.


Un consiglio: approfittare del centenario di Dom Helder Camara per conoscere di piú la sua figura e il suo messaggio (Internet e le librerie contengono molto materiale) e attualizzare qualcuna delle sue profezie!

appunti marzo 2009

Alcuni eventi che hanno segnato il mese di marzo nella nostra missione:
  • L' inizio della Quaresima e della Campagna della Fraternitá che segna il cammino pastorale dell'intero anno. Quest'anno il tema per tutto il Brasile é "Fraternitá e Sicurezza Pubblica" e lo slogan di ispirazione biblica é "La Pace é frutto della Giustizia" Is 32,17.
  • L'inizio dell'Anno Pastorale e della Catechesi.
  • Gli Esercizi Spirituali dei preti della diocesi di São Luís ai quali abbiamo partecipato anche noi di Verona.
  • La morte dopo alcuni mesi di molta sofferenza del vescovo emerito di São Luís Paulo Ponte che aveva chiesto alla diocesi di Verona una collaborazione e ha accolto e accompagnato i primi passi della nostra missione. Il funerale é stato um momento particolarmente toccante.
  • Un piccolo aneddoto: una signora un giorno parlando del suo impegno di laica impegnata nella Chiesa ha ricordato a noi preti che nel giorno della loro ordinazione i preti promettono al vescovo filiale obbedienza, mentre i laici non promettono obbedienza al parroco né nel giorno del Battesimo né nel giorno della Cresima. Questo per sottolineare che il rapporto preti-laici non é di subordinazione ma di corresponsabilitá.

appunti febbraio 2009

Dal 2 al 6 febbraio ci siamo ritrovati a Fortaleza come fidei donum italiani del Nord-Est del Brasile (in tutto eravamo una ventina) per un momento di riflessione sopra la situazione socio-eonomico-sociale e religiosa del Brasile e dell' Italia e per uno scambio di esperienze su un tema specifico: l' uso delle risorse eonomiche provenienti dall' Italia che i missionari si ritrovano a dover gestire con le implicanze formative, culturali e religiose che tutto questo comporta. Pur trovandoci in mezzo a enormi necessitá eonomiche e sociali ci si é chiesto se il nostro portare soldi dal di fuori non frena in qualche modo lo svilupparsi di una maggiore giustizia locale o una solidarietá locale oppure se non si crea una dipendenza,....
Tutto questo é avvalorato dal fatto che quando gli italiani partono molti progetti sociali svaniscono e le comunitá locali hanno altri modi per gestire i soldi. Partendo da alcune esperienze concrete abbiamo pensato alcuni criteri che ci possano guidare:
  • davanti alle necessitá la caritá non puó fermarsi, ma si deve organizzare per essere autentica, trasparente e efficace.
  • non solo i progetti pastorali ma anche quelli sociali devono essere concordati con la Chiesa locale e il piú possibile condivisi dal nascere al compimento.
  • é meglio fare progetti a tempo breve, soprattutto di formazione, chiedendo sempre una partecipazione economica ai diretti interessati, perché tutti facciano la loro parte. (Non c'é nessuno cosí povero che non abbia niente da dare o cosí ricco che non abbia niente da ricevere).

Un piccolo fatto che puó aiutare i preti e i coordinatori di gruppi a vivere il proprio compito di valorizzare la creativitá di ciascuno: Il mercoledí delle ceneri avevo preparato le ceneri in un bellissimo vaso artigianale dell' Ammazzonia. Arrivato nella comunitá per celebrare la Messa trovo sull'altare un semplice piattino da caffé che qualcuno aveva portato da casa. Non me la sono sentita di tirar fuori dalla borsa il vaso artigianale. Anzi ho ringraziato la persona che aveva procurato il piattino. Forse sono queste piccole cose che ci aiutano a cambiare stile di essere Chiesa e a costruire qualche cattedrale in meno ma uno spirito piú rispettoso e fraterno.

L'ultimo giorno di febbraio ho partecipato al "velorio"(momento di preghiera che qui sostituisce i funerali) per una ragazza di 19 anni morta in 15 giorni per un'infezione al braccio. Il medico gli aveva detto che non era niente. La rabbia convive con la rassegnazione, ma non ferma la nostra speranza e azione per un futuro diverso.

Appunti gennaio 2009

Sono tornato il 28 gennaio in Brasile. Ho lasciato tanti volti cari, soprattutto quelli che non ho potuto incontrare ma che mi sono ancora più cari.
Ho ritrovato le solite file per procurarsi l’acqua, le strade piene di buche, gli sguardi dei bambini nelle strade che cercano, sorridenti, uno sguardo amico.
Ho ritrovato la gioia di celebrare la messa in chiese povere ma ricche di fede e di partecipazione, dove tutti hanno voglia di fare almeno una preghiera dei fedeli.
Don Daniele e don Orazio, appena tornati da Belém, ci hanno raccontato del Forum internazionale teologico e sociale come scambio di idee e riflessioni soprattutto sulle tematiche ambientali.
E’ arrivata anche la famiglia italiana di Paolo e Luisa con i figli Emma, Alessandra, Adele e Mario. Sono arrivati di notte e per questo, nonostante che la casa dove andranno ad abitare fosse stata preparata con palloncini e scritte di benvenuto, non è stato possibile organizzare un’accoglienza migliore. Ma al mattino un vicino, uno di quelli che non partecipa alla vita parrocchiale, ha attaccato a tutto volume lo stereo con una canzone italiana. Un piccolo segno del grande cuore di questo popolo.
Ciao.

Buon Natale 2008

“Natal: uma estrela diferente”
“Natale: una stella diversa”

Matteo 2,9 parla di una stella che non se ne sta in cielo, ma scende nel luogo dove si trova il bambino.
Le stelle, segno dei sogni e delle speranze di tante donne e uomini, segno di luce e di vita che va al di la della nostra esperienza, segno naturale che rimanda a un creatore artista straordinario, da sempre hanno riempito i disegni dei bambini, i libri, i film e i video-game dei giovani e degli adulti.
Ma l’evangelista Matteo parla di una stella diversa, con una missione speciale: indicare che il cielo si trova sulla terra. Questa stella è possibile incontrarla in Brasile come in Italia, è possibile incontrarla dove c’è un piccolo bagliore, dentro e fuori di noi.
Qualche volta mi fermo ad osservare questa stella diversa guardando i bambini che qui, molto numerosi, sgusciano da ogni angolo come pulcini, cercando un volto amico e, pur non avendo, molto spesso, niente offrono un tesoro straordinario: il loro sorriso. Mi sembra impossibile ma sembra che qui i bambini sorridano sempre. Passano nella nostra casa prima di andare a scuola per bere un bicchiere d’acqua e ti dicono che non hanno mangiato: il loro pranzo sará la merenda della scuola. E te lo dicono con un sorriso cosí naturale che rompe le nostre logiche paternaliste di assistenza immediata. Il loro sorriso sembra un vestito di oro e di pietre preziose che illumina il mondo come i fiori illuminano il prato.
Anche la rabbia nel partecipare al “velorio” per i giovani assassinati (in media solo nella nostra parrocchia ne muore uno ogni settimana, di quelli che si sanno) si trasforma in pace e quel luogo di dolore in luce. La morte vissuta nella preghiera aiuta a percepire il valore della vita.
Le piccole battaglie quotidiane per sopravvivere nelle innondazioni nel sud del Brasile o in Italia, per riconciliarsi dopo arrabbiature e litigi, per progettare insieme un futuro differente sono altrettante luci celesti scese sulla terra.
Cosí il Natale di Gesú si sta realizzando oggi qui da noi come da voi, illuminando la vita con l’amore di Dio sceso sulla terra. Grazie stella.

São Luís: una missione viva, grazie a Dio.
La nostra missione quest’anno ha avuto una serie di eventi straordinari che ci hanno impegnato molto e che ci stanno dando la percezione che il poco che si riesce a fare, rispetto al molto che sarebbe necessario, se fatto insieme al Signore, è qualcosa che va al di lá delle nostre aspettative e diventa un segno profondo per tante persone.
Ricordo alcuni fatti in particolare:
• la visita degli 8 diaconi della diocesi di Verona che insieme al rettore don Luigi Verzé hanno aperto una relazione fra il nostro stare qui “lontano da Verona” e la preoccupazione per la formazione dei futuri preti della nostra diocesi.
• La disponibilitá della famiglia Annechini: Luisa e Paolo con i figli Emma, Alessandra, Adele e Mario, che da gennaio 2009 faranno parte della nostra missione per un anno e mezzo. La loro presenza senza dubbio sará una generosa testimonianza di una famiglia missionaria e aiuterá noi preti a vivere la missione con un taglio piú attento alla vita concreta delle famiglie.
• La nomina di don Daniele a Coordinatore della Pastorale Diocesana di São Luís: segno di un ruolo significativo che la nostra missione sta assumendo in relazione alla diocesi che stiamo servendo.
• Una trasmissione radio (un’ora alla settimana) della neonata Fondazione JPA (Giustizia e Pace si Abbracceranno) interamente e gratuitamente animata da giovani della parrocchia.

Per dove stiamo camminando…
+ Formazione: verso una valorizzazione della dimensione comunitaria e parrocchiale che mette in primo piano la persona, ma anche la trasforma.
+ Liturgia: verso un “celebrare fedele, gioioso e creativo” che dá importanza alla Parola di Dio con una diffusa, autonoma e responsabile ministerialitá.
+ Caritá: verso una solidarietá organizzata e piú autonoma, ma con la consapevolezza che la caritá non puó restare prigioniera di nessuna regola.
Gli innumerevoli progetti sociali che caratterizzano la nostra missione e che si sostengono in gran parte per l’aiuto di parrocchie e amici di Verona sono un vero miracolo quotidiano che occupano gran parte delle nostre energie e del nostro tempo. Sono una piccola sfida alla crisi economica mondiale molto pesante: la caritá finora sembra essere piú forte. Grazie.

Buona Pasqua 2008

ELE ESTÁ NO MEIO DE NÓS!
(Lui, il Signore, é giá in mezzo a noi!)

È la risposta liturgica, nella traduzione brasiliana del messale, che il popolo cristiano dá in ogni celebrazione al saluto del presidente (“Il Signore sia con voi”). È l`annuncio pasquale che il popolo di Dio riceve e dona. È augurio e, nello stesso tempo, coscienza di una Realtá che motiva la nostra vita, la nostra missione, la nostra gioia.
Ci sono molte novitá che in questi mesi hanno rallegrato la vita della nostra missione in Sáo Luís:

LE PERSONE:
- L´arrivo di don Orazio Bellomi (da João Pessoa, dove la missione in cui operavano i preti veronesi dopo 16 anni è stata affidata al servizio dei preti brasiliani) viene ad arrichire la nostra equipe di preti (ora siamo 4: Luca, Daniele, Claudio e Orazio). La sua presenza e azione è giá iniziata con generositá, soprattutto nell`attenzione alle persone piú povere ed emarginate. Attualmente sta visitando le famiglie di una zona molto povera della nostra parrocchia dove si soffre quotidianamente la fame.
- L`arrivo di 3 suore di un Istituto di origine polacca, sr. Inviolata, sr. Doris e sr. Rosinilda, ha reso possibile la presenza del carisma religioso nella nostra parrocchia ed è certamente un segno di testimonianza e servizio che la gente ha subito accolto con entusiasmo.
- Quest’anno il Seminario di São Luís ci manda ogni sabato e domenica in esperienza pastorale 3 seminaristi di filosofia-teologia: è uno stimolo per noi preti per rinnovare l’entusiasmo della nostra vocazione e un legame di responsabilitá piú profonda con la diocesi in cui serviamo.

GLI AVVENIMENTI:
- Il 6 Gennaio abbiamo festeggiato il 3º Anniversario della nascita della Parrocchia Santissima Trinitá. Erano presenti anche i nostri carissimi don Mario Sulmona e don Giuseppe Pizzoli in visita pastorale.
- Nella stessa occasione abbiamo presentato alla comunitá le suore e i membri della Fondazione legalmente riconosciuta “Giustizia e Pace si Abbracceranno” (JPA), che sta iniziando a coordinare tutti i progetti sociali della parrocchia ( progetto “famiglie solidarie” con le adozioni a distanza e attivitá per imparare a autosostenersi; progetto PEO di educazione e orientamento per rinforzare le capacitá scolastiche e sociali dei bambini; progetto “Capoeira” per educare gli adolescenti e i giovani in una attivitá di danza-lotta non-violenta; progetto “Panificio” che consente di apprendere l’arte culinaria e procurare possibilitá di lavoro; progetto di “Corsi Professionali per Giovani”; progetti vari di educazione alla salute, di aiuto alle persone in difficoltá, sempre piú, quando è possibile, in collaborazione con gli enti pubblici locali).
- A fine Gennaio c’è stata la Settimana Formativa per i Catechisti e Animatori della Parrocchia, con la partecipazione di piú di 70 persone. Il tema quest’anno era l’Eucarestia.
- All’inizio di Febbraio noi preti abbiamo partecipato a Manaus, in mezzo all’Amazzonia, all’ incontro dei Missionari Italiani del Brasile. Era presente anche il Vicario Generale della diocesi di Verona: don Giuseppe Pellegrini. Il tema era naturalmente, visto il luogo, “il legame tra natura e missione”.
- A metá febbraio: Esercizi Spirituali per tutti i preti della nostra diocesi di São Luís e inizio dell’Anno Pastorale, che qui praticamente inizia con la Quaresima.
- A fine febbraio: la gradita visita di alcuni italiani tra i quali mio fratello Agostino e il fratello di don Daniele, Gabriele.
- In questi giorni il Vescovo di São Luís, su sollecitazione del Vescovo e del Centro Missionario di Verona, ha istituito la prima Comunitá Presbiterale della storia di questa diocesi: ed è proprio la nostra compagnia di preti. L’istituzione ufficiale non aggiunge nulla a ció che giá in pratica era, ma crea un segno per i preti e la gente di qui e una conferma per la gente che ci segue dall’Italia.

UNA PICCOLA RIFLESSIONE: L’esperienza missionaria mi interroga continuamente su che cosa significa “essere missionari”. Il documento di Aparecida per l’America Latina, riprendendo le parole del Papa Benedetto XVI che “la Chiesa si espande non per proselitismo ma per attrazione e vivendo la fraternitá” mi spinge a intraprendere un cammino di comunione ecclesiale annunciando con gioia la fede. La gioia sembra essere la caratteristica principale del missionario di Cristo da quanto traspare nel documento di Aparecida. Le molte e diverse caratteristiche, opportunitá e problematiche di ogni singola persona e dei popoli mi insegnano ogni giorno a fermarmi meravigliato, come compagno di strada (ricordando il Sinodo di Verona), davanti agli occhi e al cuore dei bambini, dei giovani, delle mamme e dei papá, dei nonni e degli anziani, della gente conosciuta e sconosciuta, ascoltare le loro storie, le loro speranze e le loro, a volte, delusioni. Ricordo solo un dato statistico dell’universitá di questa cittá: la maggior parte dei bambini di São Luís sono registrati all’anagrafe solo con il nome della madre, senza il nome del padre, e questo crea una serie di conseguenze morali, economiche, psicologiche e sociali.
Il dialogo e lo scambio di esperienze diventa l’occasione per ricevere e annunciare una speranza che molte volte non è fatta di parole ma solo di presenza, di simpatia e qualche piccolo gesto di solidarietá nel mare immenso dei bisogni.
‘Lui, il Signore, è giá in mezzo a noi!” L’esempio del Signore Risorto ci apre la strada della missione e ci ricorda che in ogni volto è presente il missionario Gesú, che ha molte cose da dirci.

E’ TEMPO DI BILANCI: In questi mesi i consigli per gli affari economici delle parrocchie sono alle prese con i bilanci economici dello scorso anno. Il Bilancio economico è un piccolo ma significativo segno di giustizia e trasparenza verso tutti coloro che con la loro generositá sostengono la missione della Chiesa.
Anche noi ogni mese inviamo al Centro Missionario Diocesano di Verona e alla Diocesi di São Luís il Bilancio Economico della nostra missione e della nostra parrocchia. In ognuna delle comunitá della nostra parrocchia ci sono una o piú persone che curano l’aspetto economico, presentano il bilancio al Consiglio Comunitario e lo appendono in bacheca alla porta della chiesa. Il bello è che spesso queste persone sanno appena scrivere!

BUONA PASQUA!: Buona Vita é l’Augurio che semplicemente vi mando ringraziandovi di cuore per tutto!
La certezza della vostra compagnia quotidiana nella preghiera mi rende sempre piú contento e fiducioso. Grazie!

Buon Natale 2007

Bem-Vindo (=Benvenuto!)
E’ il saluto che ad ogni angolo si riceve quando si arriva in Brasile. E’ il segno dell’ospitalità brasiliana. E’ l’augurio che anch’io insieme ai miei colleghi di missione, don Daniele Soardo e don Luca Mainente e alla nostra comunità parrocchiale della Santissima Trinità in São Luís, rivolgo al Signore Gesù che viene nel Natale in mezzo a noi e in tutte le persone che lo sanno riconoscere con cuore semplice e povero. “Bem-Vindo” Signore Gesù nelle case e nei cuori di tutti gli amici, parenti, conoscenti che abitano in Italia. Bem-vindo qui in Brasile dove molte case della nostra parrocchia assomigliano alla capanna dove hai voluto nascere 2000 anni fa. Anche qui trovi degli animali (cani, gatti, cavalli, asini, zanzare, pappagalli, farfalle,…) che ti fanno compagnia. Puoi trovare un papà spesso ubriaco e violento, ma spesso non c’è nemmeno quello; trovi certamente una mamma che oltre a te ha tanti altri figli a cui badare. Ma l’allegria dei fratellini e delle sorelline certamente ti faranno sentire “in famiglia”.
Quando si parla del Natale si pensa a tante situazioni di povertà e si moltiplicano le azioni di solidarietà in ogni parte del mondo e anche vicino a casa nostra.
La Chiesa Latino-Americana che possiamo chiamare “esperta in povertà”, perché provocata da situazioni evidenti di disuguaglianza e ingiustizia, ha elaborato una riflessione teologica e pastorale che può aiutare tutte le Chiese e le persone di buona volontà a trasformare un poco la propria mentalità e il modo di vivere la fede.
Ho tra le mani il “documento di Aparecida”, frutto della Conferenza delle Chiese Latino-Americane e dell’America Centrale che, insieme al Papa, hanno riflettuto e tracciato il cammino per i prossimi anni.
Nel documento si parla, come nei precedenti documenti, dell’ “opzione preferenziale per i poveri”. L’opzione preferenziale per i poveri è una questione chiave per definire qui in America Latina, ma non solo, i modelli ecclesiali. Nel documento si notano due tendenze:
• la prima: vedere i poveri come oggetto di misericordia, aiuto, attenzione, preoccupazione. In base a questa concezione si avrà una dinamica di assistenza (dar più tempo ai poveri, aiutarli nelle loro necessità immediate, modificare lo stile di vita molte volte borghese dei vescovi, preti e religiosi, cristiani laici) cercando di arrivare, a partire dalle concrete situazioni di povertà, ad una trasformazione della realtà. (n° 397).
• la seconda: vedere i poveri come nuovi soggetti emergenti da una situazione di ingiustizia, di intollerabile disuguaglianza sociale ed economica che grida al cielo. In base a questa concezione si avrà una dinamica di solidarietà e di profezia come atteggiamento permanente di amicizia, fraternità e servizio che si manifesta in un continuo accompagnamento al “loro sforzo” di emancipazione. (n° 398).
C’è “un altro mondo possibile” e la presenza del Signore Gesù in mezzo ai poveri di ieri e di oggi è il motivo della nostra speranza. “Bem-Vindo” Signore Gesù!

STO IMPARANDO:
• Liturgia: sto scoprendo quanto sia importante che l’introduzione alla messa e gli avvisi parrocchiali siano fatti dai responsabili laici della comunità: si percepisce immediatamente che la comunità e le sue attività non sono dipendenti dal prete,…
• Catechesi: In ogni gruppo è fondamentale e “normale” l’uso della Bibbia,….
• Carità: Qui le parrocchie si sostengono soprattutto con “la decima” : è la decima parte del proprio reddito che liberamente molte persone danno per la propria comunità. Molte danno di meno. Alcune danno di più. Ma l’importante è l’idea, che nasce dalla tradizione ebraico-biblica, di dare una parte fissa di quello che uno guadagna per le necessità della chiesa e per la carità. E’ commovente vedere questa pratica diffusa in mezzo ai poveri e vedere anche alcuni anziani che puntualmente appena ricevono la pensione portano il 10 % ai responsabili della comunità per le necessità della parrocchia.

NOTIZIE Continua la nostra azione sociale e pastorale in questa parrocchia di periferia, divisa in 6 comunità, ognuna con la propria cappella, il proprio consiglio comunitario e un calendario sempre più fitto di attività.
Un saluto particolare al nuovo direttore del Centro Missionario di Verona, don Giuseppe Pizzoli che il prossimo 3 gennaio verrà a trovarci insieme a don Mario Sulmona.
Viviamo con la provocazione costante di tante Chiese “evangelico-pentecostali” che nascono, muoiono e risuscitano come funghi in ogni angolo: sono per tanta gente disperata una risposta “miracolistica e immediata” o soprattutto per tanti giovani come “una nuova moda borghese” (anche se spesso dietro ci sono interessi economici e politici per calmare le ambizioni di giustizia) e per noi sono una sfida quotidiana ad annunciare con coerenza e a cercare di percorrere vie ecumeniche che sembrano impossibili. Il giorno di pentecoste 2007 nel nostro centro parrocchiale è avvenuto un incontro con i rappresentanti di varie Associazioni e di diverse Chiese sul tema della “violenza e sicurezza” nel nostro quartiere. Potrebbe essere un segnale che ci si può e ci si deve incontrare sui problemi concreti della gente.
Il potere pubblico sembra assente. Purtroppo la maggior parte della gente sta aspettando invano proposte serie di vera giustizia.
Oltre al nuovo sito del Centro Missionario di Verona: “www.cmdverona.it” abbiamo un sito per altre informazioni e foto sulla nostra missione in lingua italiana e portoghese: “www.aquiloneverona.org” che i giovani di Soave, insieme alla nostra Giuliana, hanno approntato.
Eppure, nonostante tutto, molto si muove: c’è entusiasmo, speranza di cambiare. Alcuni nostri parrocchiani cominciano già a fidarsi di noi “missionari stranieri”. Qui l’emotività è evidentissima: capita spesso nelle confessioni che le persone piangano e quando ci ringraziano per i progetti sociali ho visto più di qualche mamma piangere di gioia. Colloco queste lacrime di dolore e di speranza, insieme ai sorrisi dei bambini, nel cuore del Signore e nel cuore di tutte le persone che da lontano ci sono molto, molto vicine. A tutti l’Augurio di un Santo Natale e Felice Anno Nuovo!

Buona Pasqua 2007!

Feliz Páscoa!
(Buona Pasqua!)
Sono tornato in Missione. Dopo 2 mesi passati in Italia (Febbraio e Marzo) sono ritornato giusto in tempo per la Settimana Santa. Il tempo passato in Italia è trascorso veloce. All’inizio ho partecipato agli impegni legati al Convegno dei Missionari veronesi “Fidei Donum” a 50 anni dall’enciclica che apriva anche alle diocesi (e non solo ai religiosi) lo slancio missionario della Chiesa. E’ stato un momento di verifica e di sensibilizzazione della diocesi intera nell’auspicio che, come dice il documento finale del Convegno, i “Fidei Donum”, preti e laici, siano per il mondo un piccolo ma significativo “segno della sinodalità della Chiesa”: che cioè le Chiese dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa, delle Americhe e dell’Oceania imparino a “camminare insieme” nel rispetto delle diversità e nell’unica fede.
Terminato il Convegno Missionario ho potuto accompagnare mio padre negli ultimi giorni della sua vita. Egli, malato da alcuni anni, per un disegno particolare della Provvidenza, ha aspettato che tornassi per poter trascorrere insieme gli ultimi momenti. Mi ha chiesto di potergli amministrare il sacramento dell’Unzione dei Malati. Dopo la sua partenza sono rimasto alcuni giorni con la mamma e poi sono ritornato in Brasile in tempo per le celebrazioni pasquali.
Mentre ringrazio tutti delle attenzioni, dei gesti di solidarietà e delle preghiere, soprattutto in occasione del funerale del papà, chiedo scusa se non ho potuto esservi presente come avrei desiderato, ma alla fine, anche qui, davanti a tante cose che ci sarebbero da fare, credo che l’importante non è fare tutto ma “esserci”, quando è possibile e come è possibile, con zelo ma senza ansie, senza accusare gli altri di quello che non fanno; esserci in modo significativo, per aiutarci insieme a scoprire in ogni situazione i motivi di speranza che il Signore ha seminato veramente dappertutto.
Ringrazio soprattutto i confratelli preti per i segnali di compartecipazione alla comune missione e fraternità sacerdotale consapevole che in mezzo a tanti problemi vecchi e nuovi il messaggio di Pasqua-Pentecoste è sempre il fondamento della gioia di annunciare la possibilità della Vita Nuova.
Mentre ero in Italia ho partecipato volentieri alla messa insieme ad alcuni brasiliani residenti nella nostra diocesi di Verona e che si ritrovano ogni seconda domenica del mese a Peschiera. Lì ho avuto la gioia di battezzare il piccolo Antony .
Essi hanno manifestato l’intenzione di devolvere le loro offerte quaresimali per la nostra missione. Io credo che in mezzo a tante difficoltà che gli immigrati in Italia stanno vivendo il fatto che i brasiliani si interessino di altri brasiliani più bisognosi è veramente significativo.
Nella nostra diocesi di São Luís un prete brasiliano ha offerto la propria disponibilità a partire per il Mozambico in Africa come “fidei donum”. E’ il primo della storia dell’intero stato del Maranhão.
Purtroppo in mezzo ai segni di speranza ci sono anche motivi di tristezza: il Giovedì Santo è morta in un incidente stradale un’adolescente, ministrante della nostra parrocchia, piena di vita e di allegria. Quello che mi rattrista e che mi fa un po’ arrabbiare è il motivo dell’incidente: l’asfalto fatto male, come spesso sono le strade qui, in una strada nazionale molto trafficata, ha provocato il ribaltamento del pulman dove viaggiava Giovanna con la sua famiglia. Come al solito le spese pubbliche sono più indirizzate alle feste che alle opere sociali e di utilità pubblica.
Mentre porgo a tutti e a ciascuno i migliori auguri di una vita pasquale, vi invito a mandarmi alcune suggestioni riguardo alla vita quotidiana ed ecclesiale: in particolare riguardo al cammino di attuazione sinodale della Chiesa veronese, la pastorale dei Sacramenti, le priorità nelle vostre famiglie e comunità, alcune esperienze giovanili significative. Grazie!

Il Papa ci viene a trovare!
A metà maggio il Papa Benedetto XVI sarà in Brasile e darà inizio ai lavori della V Conferenza Generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Carabi , dopo quelle di Rio de Janeiro (1955), di Medellín (Colombia, 1968), Puebla (Messico, 1979) e Santo Domingo (Repubblica Domenicana, 1992). Nel Santuario Nazionale del Brasile “Nossa Senhora Aparecida” ci saranno le rappresentanze di 22 conferenze episcopali dell’America Latina e Caraibi, alcuni rappresentanti dei consigli episcopali dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, religiosi, preti, laici, diaconi, teologi, osservatori delle chiese cristiane non-cattoliche e di altre religioni (in tutto 280 persone).
Il Vescovo Odilo Pedro Scherer, segretario generale della CNBB (Conferenza generale dei Vescovi del Brasile) così presenta l’evento nella situazione storico-ecclesiale attuale brasiliana (ma che forse ha delle cose in comune anche con la nostra situazione italiana ed europea).

“ Dopo la Conferenza de Santo Domingo, 15 anni fa, grande mutamenti sociali e culturali hanno provocato nuove sollecitazioni alla missione della Chiesa in America Latina. Gli effetti della globalizzazione sono percettibili in ogni luogo. L’urbanizzazione si è intensificata e i problemi delle grandi concentrazioni urbane si sono moltiplicati. Certamente c’è stato un miglioramento economico, ma la distribuzione per tutti delle opportunità e del reddito ancora rimane un sogno per gran parte della popolazione. L’emigrazione dal nostro continente è un fenomeno oggi significativo, non privo di sofferenze e umiliazioni. La violenza fa parte della vita quotidiana ed è aiutata dalle assenze dello Stato e da insufficienti politiche serie. Grandi interessi economici, manovrati da organizzazioni criminose, prosperano a lato della società, generando sfiducia nello Stato di diritto.
I tempi sono cambiati anche per la Chiesa. Non è più la repressione politica a chiamarla in causa, per difendere i diritti umani e le libertà democratiche. Oggi essa deve affrontare questioni ben più profonde riguardo all’etica della persona e della vita, del diritto del povero e dei piccoli, per non soccombere alla logica del mercato, e della partecipazione di tutti al bene comune. La conservazione dell’ambiente e il futuro della vita del pianeta richiedono una solidarietà globale e un cambiamento di stili di vita e di organizzazione economica. Nuove questioni morali domandano discernimento e prese di posizione. L’ansia, ben giustificata, di risolvere i problemi della povertà e della salute della popolazione e il progetto, molto comprensibile, di affermare i diritti individuali non possono cedere alla tentazione di passare sopra ai diritti fondamentali e universali, come la dignità della persona, la giustizia e il pieno rispetto della vita umana.
Purtroppo anche la religione può essere ridotta alla logica del mercato e dell’interesse, mediante l’offerta di prodotti per la soddisfazione individuale. La mobilità religiosa è un fenomeno complesso che non riguarda solo la Chiesa Cattolica. Le nuove proposte religiose, seguite da molti, richiedono discernimento e nuove capacità nell’esercizio della missione della Chiesa.
Questi e tanti altri problemi saranno affrontati in questa Conferenza. Sarà l’occasione di una grande verifica sopra la presenza della Chiesa in mezzo ai popoli dell’America Latina e dei Caraibi. Essa desidera “udire la voce di Dio in questo tempo”. Il papà verrà in Brasile per “confermare i fratelli nella fede” , conforme la sua missione (Lc 22,32) e per incoraggiarli a partecipare all’edificazione della società, secondo i valori della fede cristiana.”

Buon Natale 2006!

O que è a Família? (= Famiglia)
La “Sacra Famiglia” di Gesù, Giuseppe e Maria è una famiglia molto strana e nello stesso tempo tanto normale. Maria, gravida prima della coabitazione, assomiglia molto a tante ragazze madri che s’incontrano spesso in Brasile. Qui sembra quasi che la concezione di maternità sia prioritaria e autonoma rispetto alla concezione di famiglia. Certamente la storia brasiliana ha lasciato tracce profonde nel modo di vivere certi valori. Ma oggi, in un mondo che sta diventando sempre più un “villaggio comune”, le diverse concezioni di vita diventano interrogativi e provocazioni per tutti. Certamente, se è vero che non esiste una famiglia uguale ad un’altra, “l’annuncio natalizio della sacra famiglia” ci provoca a collocare tutte le nostre esperienze familiari, pseudo-familiari o comunitarie alla luce del progetto di Dio, della fecondità dello Spirito Santo che crea sempre Vita Nuova e Comunione concreta e, spesso,silenziosa di cui Giuseppe, lo sposo di Maria, è segno.
La vita della comunità cristiana può trovare qui le dimensioni della propria “missione familiare”: c’è un progetto di Dio che supera l’esperienza familiare e nello stesso tempo la coinvolge.
C’è una creatività dello Spirito Santo che va oltre le nostre aspettative, ma che si serve delle nostre mani.
C’è un coraggioso, gioioso e faticoso, continuo e fedele, libero e consapevole cammino di comunione che supera la facile unità o uniformità e che si pone nella linea profetica dell’amore.
Buon Natale alle mamme, ai papà, ai figli, ai nonni, agli zii, agli amici…e alle Comunità che camminano giorno dopo giorno verso Betlemme!

CHE SUCCEDE A VERONA? Sono innumerevoli i fatti, le esperienze, gli incontri che lasciano giorno dopo giorno la mia esperienza missionaria stupita e meravigliata. Solo qualche esempio:
1) Capita di vedere alcuni adolescenti che vengono alle celebrazioni in chiesa portandosi da casa la Bibbia, il libro dei canti e l’immancabile telefonino.
2) Durante una “sagra” capita di vedere nella cappellina della comunità alcune persone che cantano canzoni religiose e pregano con grande devozione. All’esterno impianti mega che assordano con musica ritmica, gente che danza e beve birra. Il tutto convive con un rispetto della diversità che è disarmante e inconcepibile per noi occidentali abituati a non misturare mai le cose.
3) Capita di vedere presepi con 2 o 3 Gesù Bambini, 2 o 3 Madonne, fatti con materiali poveri (rimasugli di bambole e stracci): il tutto provoca a riconoscere quel presepio vivente nel quale siamo immersi, pieno di confusione, ma di tanta gioia.
E a Verona che succede? Come sta continuando il cammino iniziato con il Sinodo? Dalle informazioni che mi arrivano sembra che ci sia un momento di “stasi”. Qualcuno lo giustifica per l’annuncio dato dal Vescovo. Ma Come!? Solo per il fatto che il Vescovo ha detto una cosa che già tutti sapevano, che cioè a 75 anni, come tutti i vescovi e parroci deve dare le dimissioni, si blocca il “progettare insieme” e si vive nell’”attesa” come un perenne “Avvento”?
Una Chiesa che non trova il coraggio di rinnovare se stessa, alla luce del Vangelo, come il Sinodo ha disegnato, non può pretendere di presentarsi davanti al mondo di oggi con la speranza di rinnovare la società. Il mondo di oggi, soprattutto i poveri, ci chiedono prima di tutto la capacità di rinnovare noi stessi per essere fedeli al Vangelo e all’umanità di oggi, sia a livello di strutture ecclesiali, sia a livello personale.
Nella diocesi di São Luís e nella nostra Parrocchia, in mezzo a tante contraddizioni, si sta cercando di programmare il 2007 (qui l’anno pastorale va da Gennaio a Dicembre). Si sono svolte negli ultimi mesi: l’Assemblea della Diocesi, l’Assemblea di Vicariato, l’Assemblea Parrocchiale (che noi abbiamo chiamato “Sinodo dei Consigli Comunitari” ) sempre con la presenza di tutti i preti coinvolti, laici e religiosi, movimenti e associazioni. Nella nostra parrocchia, alla luce del cammino diocesano e vicariale, abbiamo individuato per il 2007 due problemi sociali emergenti: il problema della salute di base e il problema della sicurezza. Abbiamo scelto 3 strade per affrontare questi problemi: la “formazione” alla luce della Parola di Dio e della Dottrina Sociale della Chiesa; la “pastorale d’insieme” per una condivisione corresponsabile dei problemi all’interno di tutti i gruppi parrocchiali; il tentativo di camminare “insieme con gli enti pubblici e privati” presenti nel quartiere e nella città. Certamente la realtà pastorale quotidiana è sempre più complicata dei paroloni e dei progetti pastorali, ma siamo consapevoli che offrire un segnale di progetto comune è già un passo e una testimonianza di comunione evangelica.
Riflessione
del vescovo Franco Masserdotti
, della diocesi di Brescia,
travolto da una macchina nella sua cittá e diocesi di Balsas, Maranhão, mentre andava in bicicletta:
“Ricordo quando per la prima volta lasciai la mia terra di origine per venire in Brasile. Fu un viaggio in nave di 12 giorni. Ero molto entusiasta e spiritualmente motivato per annunciare Gesù Cristo al popolo brasiliano. Ma quando la nave entrò nella Baia de Guanabara e vidi da lontano la meravigliosa città di Rio di Janeiro, restai impressionato, ammirando, sulla collina di Corcovado, il famoso Cristo Redentore con le braccia aperte. Subito pensai: - Io vengo per annunciare Gesù Cristo, ma Lui già arrivò qui prima di me e mi aspetta con le braccia aperte.-
I missionari e le missionarie sono “api” di Gesù che cercano i fiori in tutti i popoli e nell’incontro ricevono il polline per lavorare con gli altri, in favore della vita. E’ un lavoro di molta pazienza e presenza amorosa, che potrà dare mille sapori differenti, facendoci sperimentare la dolcezza inesauribile dell’incontro con il Dio della Vita che agisce in tutti i popoli.
Per sviluppare questa vocazione, i missionari e le missionarie devono riconoscere che il cristianesimo è un’esperienza pluriculturale che esige un sforzo continuo di inculturazione del Vangelo. Essi, senza perdere la propria identità e il dovere dell’annuncio, devono rimanere aperti alle meraviglie che Dio realizza in tutte le culture e religioni, senza barriere fra il mistero di Cristo e l’azione dello Spirito all’esterno della Chiesa. L’identità cristiana è una identità di relazione.”.


Buon Natale e Arrivederci con i veronesi in Italia! La Diocesi di Verona ha infatti organizzato per il mese di febbraio, in occasione del 50° del documento “Fidei Donum”, che ha segnato l’inizio dell’opera missionaria a livello di diocesi, un incontro di tutti i missionari veronesi nella nostra città per una attualizzazione e un rilancio missionario.

Agosto 2006

“ESTAMOS CHEGANDO!”
(“STIAMO ARRIVANDO!”)

E’ una frase tipica, molto usata qui in Brasile, che indica, insieme all’imprecisione del “quando”, la speranza di arrivare ad una condizione di prosperità e sicurezza di vita che sembra ormai raggiungibile, ma il cui traguardo si sposta sempre più in là.
Nel salutare e ringraziare tutti gli amici e ognuno in particolare, penso che possa essere utile descrivere, a linee generali, come è organizzata la vita della parrocchia della Santissima Trinità, nella città di São Luís, Stato del Maranhão, nel Nord-Est del Brasile.
Gli abitanti della nostra parrocchia (circa 60.000) hanno occupato la “città olimpica” nel 1996; il territorio si trova alla periferia della città e pertanto la gente per il lavoro e i servizi deve muoversi (45 minuti di autobus) per raggiungere il centro di São Luís. Il quartiere vive tutti i problemi di una situazione precaria: povertà culturale ed economica, mancanza di senso di appartenenza al territorio, mancanza di prospettive certe, problemi di salute e violenza… Ma anche voglia di costruirsi una vita nuova, età e mentalità giovane, pazienza, fede in Dio… C’è una moltitudine di chiese Protestanti, soprattutto Pentecostali.
La nostra parrocchia, formata da 6 comunità, ha come obiettivo principale: costruire un senso di appartenenza alla comunità in uno spirito di autonomia e responsabilità, puntando soprattutto sulla formazione di catechisti e animatori. Si cerca di perseguirlo lavorando insieme, per quanto è possibile, con le parrocchie vicine e nell’unità con la diocesi, in un clima di continua “sperimentazione” e “verifica” e con l’entusiasmo degli inizi. E’ veramente impressionante vedere come qui la missione del prete non sia così “totalizzante” come in Italia e nello stesso tempo sia così “necessaria”.
Organizzazione: Ogni prete segue in particolare 2 comunità, ma tutto viene condiviso!

Formazione e Catechesi: ognuna delle 6 Comunità tiene un incontro mensile di studio biblico, la formazione settimanale dell’Iniziazione Cristiana e la preparazione ai Sacramenti, la formazione dei diversi Gruppi. A livello Parrocchiale si cura la Formazione di Catechisti e Animatori delle singole comunità e la Formazione dei Gruppi Parrocchiali. Aiutiamo anche alcune persone a Studiare Teologia e a partecipare a Corsi Formativi diocesani e nazionali.

Liturgia: si cerca, quando è possibile, di celebrare la Messa Festiva, o almeno una Celebrazione della Parola autogestita, in ognuna delle 6 comunità. Si valorizza la celebrazione comunitaria dei Sacramenti, compreso il Matrimonio.
Nei giorni feriali alcune volte c’è la Messa, altre volte l’Adorazione Eucaristica o il Rosario o una Celebrazione Penitenziale con Confessioni o la Messa sulla strada, o il Consiglio di Comunità o la Visita alle Famiglie…

Carità e Attività Sociali: Ci sono diversi progetti finanziati da enti italiani (8 x mille, Medicus Mundi, Parrocchie veronesi) in collaborazione con gli Enti Locali, ma anche sostenuti dal lavoro e dalle offerte dei Parrocchiani: la Formazione delle “Donne Moltiplicatrici” di nozioni di base riguardo la salute e la vita familiare, Familias Solidarias (= l’aiuto a famiglie con bambini sotto i 12 anni e senza rendita: si fornisce una “Cesta Basica” mensile (alimenti essenziali) e si chiede un servizio nella comunità: pulizia degli ambienti, chiese, sale, giardino, orto comunitario e si offre la possibilità di una professionalizzazione per poter avere una fonte di reddito (cucito, punto-croce, produzione di vestiti, produzione di verdura), Pastoral da Criança con visite periodiche di assistenza sanitaria di base per i bambini e le donne gravide, Assistenza Scolastica, ecc.
Ci sono poi altri progetti in fase di preparazione: un Centro Professionale per
Panificatori, Formazione di Microeconomia Domestica e Professionale, Formazione
ai Diritti e Doveri…
Dietro a questi progetti ci sono tante persone, come la nostra Giuliana, di Verona, che dall’Italia cura la parte burocratica e procura buona parte dei finanziamenti necessari senza stancarsi di bussare a tutte le porte.

Costruzioni: dal 2005, da quando sono arrivati don Luca e don Daniele, si è costruita una nuova Casa-Canonica, bella, semplice e accogliente; si è costruito il Nuovo Centro Parrocchiale “Federico Aldrighetti”; Si è predisposta e attrezzata la Segreteria Parrocchiale; Si è sistemata la Chiesa Principale; Ad ogni Comunità si sta cercando di dare un minimo di strutture di base necessarie: una chiesa decente con serramenti funzionali, confini certi, un bagno, una sala per incontri…Sono appena iniziati i lavori per un Nuovo Stabile Multifunzionale che, stando alle esigenze attuali, probabilmente diventerà un centro di spiritualità.

• Oltre a tutte queste attività parrocchiali, don Luca è notevolmente impegnato a livello diocesano nella Pastorale Carceraria; don Daniele frequenta un corso di aggiornamento universitario 4 mattine la settimana e cura una volta la settimana una trasmissione radiofonica ed io sto perfezionando la lingua andando a lezione una mattina ogni settimana e approfittando delle diverse occasioni per parlare con la gente.

Il clima in parrocchia e in casa-canonica è sereno e c’è sempre spazio per pregare, riflettere, studiare, scherzare, accogliere persone, festeggiare, senza lasciarsi prendere dalla fretta…Penso che la fraternità sacerdotale ci aiuti veramente a costruire qualcosa che non è solo opera nostra, ma proprio perché è qualcosa che nasce nella fraternità, è “opera di Dio”.
2 semplici esperienze per riflettere:

• Qui molte case sono ancora di paglia e fango anche se ormai la maggior parte sono ormai di mattoni, senza intonaco e senza porte interne (a volte al posto delle porte ci sono delle tende). I servizi sono all’esterno della casa e non esistono fognature. La corrente elettrica c’è se si paga la bolletta. Tutti hanno almeno una piccola tv. Un giorno entro in una casa dove abitano marito, moglie e 3 figli. Vedo una piccola camera con 2 lettini e chiedo: “Questa è la camera dei bambini?” La madre mi guarda con un sorriso di “compatimento” e mi dice: “Eh no! Dormiamo tutti in questa camera!”

• 15 e 16 luglio: pellegrinaggio delle diocesi del Maranhão a Zé Doca, una città dell’interno, per riflettere e pregare sopra i problemi della Terra e dell’Acqua. Partiamo con un pullman pagato per 2/3 dai soldi italiani, per favorire la partecipazione della gente. La strada sembra da rally, piena di buche e sconnessa. Dopo 6 ore di viaggio arriviamo; Dopo il pranzo, che ognuno si era portato, ed una doccia, organizzata dalle solite conoscenze italiane (le suore della Sacra Famiglia), arriva la provvidenza della cena preparata per un altro gruppo che non era arrivato. E meno male, perché soldi nelle tasche dei nostri parrocchiani non ce n’erano. Tutta la notte, dalle 8 di sera alle 10 del mattino si è svolta in riflessioni, preghiere, canti, camminata, messa. Una ricchezza di contenuti eccezionale, ma anche uno sforzo fisico e mentale notevole. Nel viaggio di ritorno, alla fermata all’Autogrill, vedendo che alcuni non si compravano niente da mangiare o poca roba, la tentazione di “offrire” era forte. Una serie di riflessioni sono subito entrate nella mia testa: devo far la parte dello straniero che ha tanti soldi e paga per tutti? Devo nascondermi e mangiare da solo? Devo offrire solo ad alcuni? Alla fine ho acquistato qualcosina da mangiare per me e ho preso un po’ di caramelle e biscotti per tutti, come si fa anche nelle gite in Italia. Non so se ho fatto bene o male ma certamente convivere direttamente con la povertà aiuta a trasformare un po’ la propria vita! Grazie a Dio!

maggio 2006

“Tudo Bem? Tudo Bem!”(Tipica frase brasiliana usata sempre nel saluto)

Un saluto da Sao Luis e un grazie a tante persone che in tanti modi mi hanno manifestato la loro amicizia e mi hanno sostenuto con la preghiera. Dopo tre mesi dedicati soprattutto ad “ascoltare” e a tentare di imparare la lingua sto cominciando a muovere i primi passi nella comunità. Per fortuna che don Luca e don Daniele mi accompagnano con tanta pazienza. Giorno dopo giorno mi accorgo che le parole hanno dietro una storia e che una parola che sul vocabolario ha un significato, per la gente ne assume altri o assume sfumature diverse. Così scrivere questa lettera in italiano diventa sempre più difficile perché non so il valore che le parole assumono oggi per voi (anche se è passato poco tempo dalla mia partenza dall’Italia). Chissà quante storie, avvenimenti sono capitate nelle vostre famiglie e nelle vostre-nostre comunità cristiane e io, non conoscendoli, faccio fatica a tenerli presenti nelle parole che uso in questa lettera. Ma quando si ascolta e si parla con il cuore si supera anche ciò che non si conosce completamente.
Credo che possa essere utile, prima di parlare dell’attualità della mia esperienza qui in Brasile, conoscere un po’ di storia brasiliana. Il Brasile è abitato già da circa 30.000 anni. Con la Scoperta dell’America cominciò il tempo della Colonizzazione soprattutto da parte del Portogallo, ma anche di Spagna, Francia, Olanda,… Nei secoli scorsi c’è stato il triste fenomeno della “Tratta degli Schiavi” dall’Africa. C’è poi stato il fenomeno dell’immigrazione. Il Brasile si presenta così come la sintesi di tanti popoli diversi con le loro culture, religioni, storie: soprattutto Indios, Portoghesi e Africani. Il fenomeno della Colonizzazione terminò con l’Indipendenza da uno Stato particolare (il Portogallo) ma praticamente continuò con un’altra dipendenza dalle multinazionali di altre nazioni. Così l’abolizione della schiavitù si tradusse in pratica nell’abbandono di gran parte della gente sotto le nuove schiavitù di disoccupazione, senza-casa e senza terra. Negli ultimi tempi il Brasile sta vivendo una crescita economica dovuta soprattutto ai salari bassissimi e allo sfruttamento delle materie prime. Ma le disuguaglianze sociali sono abissali: pochissime persone hanno tantissimo e moltissime non hanno le cose sufficienti per una vita degna. (esempio: nel nostro quartiere molte famiglie fanno fatica a procurarsi persino l’acqua). Negli ultimi decenni si è aggiunto il fenomeno dell’urbanizzazione: dalle campagne la gente si sposta nelle periferie delle città in cerca di un miraggio di vita e occupa da disperata le terre spesso incolte di grandi latifondi.
E così arriviamo alla storia della nostra parrocchia: nell’estate del 1996 mentre ad Atlanta (negli Stati Uniti) erano in corso le Olimpiadi, nella periferia di São Luis si svolgeva un evento straordinario per la grande quantità di persone coinvolte: circa 15.000 famiglie (provenienti da tante situazioni di povertà esistenti nell’interno) occuparono un’area incolta appartenente ad una ditta locale. Dopo mesi di lotte, costruzioni e distruzioni delle baracche, lotte con la polizia, lotte giudiziarie, nei primi mesi del 1997 si arrivò ad un accordo: il governo dello Stato del Maranão, uno dei 27 stati di cui è composto il Brasile, dove appunto si trova la città-capitale di questo stato, São Luis, espropriò il terreno e lo affidò agli occupanti diviso in lotti di 10 metri per 20. Le famiglie vinsero così il diritto (che vale più di una medaglia olimpica) di un posto dove costruire la propria casa. Il quartiere fu perciò chiamato Città Olimpica. Il quartiere conta ora 60.000 persone.
La responsabilità pastorale del nuovo quartiere fu dapprima affidata alla parrocchia vicina dove opera l’Istituto “Don Calabria” e dopo diventò parrocchia autonoma formata da 6 comunità: Santissima Trinità, Santa Lucia, Sant’Anna, Gesù Misericordioso, Divino Spirito Santo e Assunzione. Dalla fine del 1994 la parrocchia è affidata alla diocesi di Verona.
In realtà ci sono molte altre comunità cristiane protestanti (Pentecostali) presenti sul territorio.
Potete immaginare i diversi problemi che un quartiere così comporta: problemi di adattamento alla città per gente abituata a vivere in campagna, problemi di salute, di scuola, di lavoro, ecc.
Come comunità cristiana cerchiamo di vivere e testimoniare il Vangelo cercando di non cadere nell’assistenzialismo ma puntando soprattutto sulla formazione che può offrire opportunità di lavoro o almeno il senso della dignità delle persone. Su i vari progetti parrocchiali, così come su tante altre cose, magari sarò più preciso nelle prossime puntate.
Permettetemi di dare un saluto particolare ai miei compagni di ordinazione sacerdotale avvenuta il 25 maggio del 1985 e ai loro familiari.

Preghiera a Nostra Signora

Come è bello il tuo nome o Maria; Cantando la vita quanta gioia!
Nel tuo nome, il nome di ogni donna; che nella vita fa sempre la volontà di Dio.

Come è bello il tuo viso o Maria; pace e tenerezza, luce irradia!
Nei tuoi occhi, ogni giovane può vedere la certezza del futuro rinascere!

Come sono belle le tue mani, o Maria, porta aperta della stella guida che è Gesù!
Una mano per consolare chi sta piangendo e l’altra per incoraggiare chi sta lottando!

Come sono belli i tuoi piedi, o Maria, scendendo dai monti, pace annunci!
Compagna più fedele di questo mio popolo, nei cammini di domani, di un mondo nuovo.

Come è bello il tuo ventre, o Maria, che porta il frutto della profezia.
Chi nella vita all’amore è fedele, è profeta del divino Emmanuele
.

(tentativo di traduzione da una poesia di Zé Vicente)

febbraio 2006 inizio missione

Ai parenti, agli amici,
alla Chiesa di Dio che è in Verona,
e a tutte le persone che hanno la pazienza
di leggere questo semplice tentativo
di “ascoltare” la realtà brasiliana
da novello missionario.

Graças a Deus!

“Graças a Deus” = “Grazie a Dio” : è la frase tipica del popolo brasiliano che manifesta così il suo modo di concepire la vita, in mezzo a mille contraddizioni, ma soprattutto con una fiducia in Dio che abbraccia la pelle di ogni angolo della vita.
Sono arrivato in Brasile il 27 gennaio 2006 insieme al Vescovo di Verona padre Flavio Roberto Carraro, con don Mario Sulmona (che da anni segue i missionari veronesi in ogni parte del mondo), don Ottavio Todeschini (direttore del Centro Missionario), don Ezio Falavegna (ex segretario generale del Sinodo), Chiara e Silvia (giornaliste e cameraman di “Luci del Mondo”) e, spiritualmente, con tutti voi.
Star seduto in aereo, in questo primo viaggio missionario, a fianco del nostro vescovo,e sentire da una parte la profondità dell’oceano e del cielo e dall’altra la vostra preghiera che mi invitava a guardare avanti, è stato proprio un bel Battesimo Missionario.
Arrivato a sera tardi nella città di Fortaleza, con le luci interne dell’aereo spente per poter vedere l’incanto delle luci a terra, ho avuto subito la percezione dell’ospitalità brasiliana.
A Fortaleza sono rimasto insieme a tutta la delegazione per 2 giorni insieme alla comunità “Regina Pacis” e ad altre realtà veronesi e non. Ho potuto apprezzare il lavoro stupendo di tanti missionari che si muovono tra mille difficoltà, ma anche con tanti aiuti e amicizie. Soprattutto a Fortaleza ho preso atto di un tentativo di comunione profonda tra diverse realtà ecclesiali in un grande terreno chiamato “condominio” (formato da gruppi e movimenti, da istituti di clausura, da volontari con diverse attenzioni e prerogative). Questo “condominio” (non è un grattacielo ma una serie di case vicine con spazi verdi) si trova nel mezzo della periferia della città, vicino all’aeroporto, ed è quindi immerso nella realtà della gente, ma nello stesso tempo è anche un segno di comunione ecclesiale.
Visitare con il vescovo alcune Favelas e alcune realtà di emarginazione di Fortaleza mi ha posto una serie di domande sul perchè la maggior parte delle persone del mondo è costretta a vivere così e mi ha indicato la strada del cammino missionario della Chiesa: essere un piccolo segno concreto di speranza, una speranza che non può venire solo da noi.
Il giorno 29 gennaio sono arrivato a São Luis e sono iniziati subito i lavori del Convegno dei Missionari dell’America Latina. Eravamo una sessantina e abbiamo lavorato sodo mettendo in comune le esperienze molto diversificate, ma tutte significative.
Le relazioni sul convegno le potete trovare sul sito della “Diocesi di Verona” in “Centro Missionario”. Il 4 marzo alle ore 20,30 presso il CUM (seminario di S.Massimo) verrà presentato un dvd del Convegno e della visita del Vescovo in terra brasiliana.
Così ho iniziato con una settimana di vera e propria scuola di missione e di fraternità missionaria, insieme all’amico Franco Falconi (ex co-parroco nell’unità pastorale della Valdadige e ora missionario a Cuba).
Il giorno 2 febbraio insieme a tutti i missionari e al Vescovo sono andato per la prima volta nella parrocchia Santissima Trinità dove insieme alla comunità abbiamo celebrato la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Alla fine della messa il vescovo mi ha chiamato per un breve saluto (le prime parole sbagliate e il microfono che funzionava poco) e poi ha annunciato l’inizio ufficiale del mio ministero per la domenica successiva.

Domenica 5 febbraio, nella chiesa parrocchiale alla presenza della comunità riunita per l’occasione in una “messa unitaria”, del vescovo di São Luis, del nostro vescovo di Verona, dei missionari rimasti ancora per qualche giorno dopo la fine del Convegno (compreso il carissimo don Franco) abbiamo siglato ufficialmente l’accordo tra la Chiesa di Verona e quella di São Luis per questa “adozione” della parrocchia “Santissima Trinità”. Alla fine c’è stato il mio saluto ufficiale nel quale ho invocato la misericordia di Dio e la pazienza di don Luca e di don Daniele e di tutta la comunità ad accompagnare il mio servizio in terra brasiliana. Il tutto, mi sembra, si è svolto senza “grossi errori”. Alla fine molti dei presenti si sono recati all’inaugurazione di un centro sociale gestito dalle suore della Sacra Famiglia, al confine del territorio della nostra parrocchia, nel territorio della parrocchia affidata all’istituto don Calabria. Questo centro, costruito in buona parte con i soldi dell’8 per mille della Chiesa italiana, sarà un riferimento nutrizionale e medico per molte famiglie della zona.
E così è iniziata la mia(nostra!) avventura in terra brasiliana. Sto vivendo i primi giorni nell’atteggiamento fondamentale di ogni prete che cambia parrocchia: cioè l’atteggiamento dell’ascolto, dovuto in parte alla lingua da imparare (molto diversa da quella dei libri) ma soprattutto dalla necessità di comprendere una realtà così complessa e contraddittoria, così piena di ricchezze e povertà sia materiali che spirituali e morali. L’ascolto, primo atteggiamento indicato dal nostro Sinodo, diventa così all’inizio del mio servizio qui, uno stile che spero mi accompagni sempre. Comincio già ad accorgermi quanto è stata importante l’esperienza pastorale vissuta soprattutto nell’unità pastorale della Valdadige e nella comunità presbiterale.
Per ora non ci sono problemi logistici e di salute: don Luca e don Daniele hanno fatto costruire una nuova casa-canonica e hanno organizzato i problemi di vitto e alloggio nel modo migliore possibile qui.
Per il momento quindi mi metto in ascolto e più avanti potrò dirvi qualcosa di più preciso sulla realtà che mi circonda e nella quale Dio fa meraviglie.
Un grazie sincero a tutti per i tanti gesti ed espressioni di amicizia. Dio benedica i vostri cuori! La prima e-mail che ho trovato in terra brasiliana aveva in allegato la foto dell’ecografia del bambino che sta per nascere di Christian e Federica. Grazie!

A PROPOSITO DI CARNEVALE! Non si può fare a meno di parlare di Carnevale in questi giorni in terra brasiliana. Non ho la competenza e nemmeno lo spazio per fare lunghe disquisizioni sul senso del carnevale. Solo cerco di dire qualcosa. Di solito il carnevale e il suo significato, in Italia come in Brasile, viene associato agli eccessi delle manifestazioni carnevalesche: fuga dalla realtà, ironia sugli avvenimenti e sulle persone, divertimento sfrenato, sfogo mascherato sui problemi della vita,…. Sembra che il carnevale sia diventato anche un modo di concepire e affrontare la vita, senza troppi razionalismi, azioni continuative, impegni seri,… Sono tutte cose vere!
Ma, forse, proprio il Brasile, con il suo culto del corpo e della corporeità (espresso sia nella religiosità che nella vita quotidiana) mi ricorda che “la carne vale”, e non solo la razionalità, e non solo lo spirito. Se Dio ha mandato il suo Figlio ad “incarnarsi”, se Gesù Cristo è risorto con il suo vero corpo, se nel Credo i cristiani proclamano la risurrezione della carne, probabilmente il carnevale può essere la vera “partenza antropologica” del cammino quaresimale, dalla quale non si può prescindere, se si vuole essere rispettosi di tutta la persona umana amata interamente da Dio. Le conseguenze di queste riflessioni potrebbero essere: vivere il carnevale non come un nascondimento di qualcosa ma come rivelazione di una identità profonda e originale; rispettare e valorizzare la corporeità in tante espressioni della vita quotidiana e religiosa; promuovere quelle scelte morali che portano alla promozione della persona umana, della sua salute e bellezza interiore ed esteriore; ... Certamente non ci si può fermare alla sola corporeità ma non se ne può fare a meno, perché fa parte della nostra vita ed è amata da Dio. Buon Carnevale e Buona Quaresima!
Ciao a tutti!