Bênção, padre!

Padre, mi dà la benedizione? Questa frase che, nella cultura europea ormai secolarizzata, suona un po’ fuori tempo, qui in Brasile appare normale, non solo in luoghi religiosi come la chiesa, ma per la strada, in locali pubblici. Mentre in Italia suona come una richiesta, qui suona come un qualcosa di meraviglioso già realizzato. È una frase che non ha niente a che vedere con il clericalismo perché si chiede la benedizione anche dei genitori, dei padrini, dei parenti. Il segno esteriore è il baciamano reciproco, un gesto semplice e straordinario che significa affetto, pari dignità, partecipazione alla vita dell’altro... È bellissimo vedere questo gesto tra genitori e figli. Quando qualcuno mi chiede la benedizione faccio in qualche modo una profonda esperienza della mia missione di prete: scopro che il prete è si portatore della benedizione di Dio ma anche e in primo luogo la riceve; il prete è si un poco padre per la comunità ma è anche fratello; ha si un ruolo liturgico sacrale ma intriso di affetto e condivisione.
In questo anno sacerdotale nel quale anche celebro i 25 anni di servizio come prete nella chiesa di Dio, desidero alla luce dell’esperienza trascorsa tentare di dire che significa essere prete:
· Innanzitutto è un’esperienza pasquale: tutto nasce dall’incontro con il Cristo Vivo che attraverso i suoi segni quotidiani chiama, insegna, fortifica, entusiasma, rallegra il cuore e il viso, dà il coraggio della speranza. E’ perché il Signore Gesù risuscitò che vale la pena di essere suoi missionari, annunciare la possibilità di una vita nuova, diversa;
· Il prete è un segno visibile da tutti, presiede e insegna, indica il cammino di Gesù e per questo ha la responsabilità di essere esempio credibile;
· Spesso il prete oltre che a essere davanti come segno visibile si trova dietro come uno che spinge, animatore di chi sta in fondo alla fila della vita, in silenzio e quasi nascostamente incoraggia, rianima, prende per mano chi è rimasto orfano di amicizia e fraternità;
· Oggi, forse la missione più comprensibile dalle culture odierne è quella di stare in mezzo al popolo di Dio, camminando insieme, condividendo le gioie e le speranze, le tristezze e le paure, la fede e l’amore. Stare in mezzo senza la paura di confondersi, ma con la certezza che la solidarietà umana è la porta principale attraverso la quale Dio entra con tutta la grandezza della sua santità;
· Il prete è una persona, come diceva una mamma a sua figlia prima di morire, che in mezzo a tante necessità sa che “chi spera in Dio non è mai stanco”;
· Il prete è una persona che ama anche la propria categoria di preti perché da solo non può essere al seguito di Gesú;
· Il prete ha la missione di ricordare a tutti i cristiani che nel Battesimo e nella Cresima sono stati consacrati sacerdoti ad immagine dell’unico sacerdote Gesù Cristo, un sacerdote originale che non se ne stava nel tempio a “celebrare” anche se partecipava delle celebrazioni del suo tempo, ma lavorando, camminando insieme e annunciando la parola di Dio, fece della sua vita un dono, del banchetto una condivisione di vita, del vestito un grembiule, della Croce un altare, del sepolcro il tempio dell’eternità;
· Di conseguenza il prete ha la missione di favorire l’esercizio del sacerdozio ministeriale di tutti nell’armonia e nella diversità dei doni dello Spirito Santo. In questa missione spesso bisogna aspettare i tempi di Dio ma anche accelerare le lentezze umane togliendo quei muri ideologici che bloccano il cammino di fede;
· Il prete ha la capacità di chiedere perdono e di perdonare, di ricevere la benedizione di Dio e di benedire, di piangere davanti alle sofferenze e di gridare davanti alle ingiustizie, di rimanere in silenzio davanti alla morte ma anche davanti alla nascita, di meravigliarsi come un bambino davanti alle opere di Dio e di ringraziare.

Tutto questo non è una sintesi teorica sulla figura del prete ma è ciò che io ho sperimentato in questi anni: negli anni di preparazione al sacerdozio nella mia parrocchia natale di Zevio, in Seminario, nella parrocchia dove ho svolto il servizio di diacono a Caldiero (1984-1985), nelle parrocchie dove ho cercato di servire come prete a Vangadizza (1985-1989), a S.Marco Evangelista (1989-1994), a Borgonuovo (1994-1997), nell’unità pastorale della Valdadige (1997-2005) e ora (dal 2006) nella missione di São Luis in Brasile. Essere prete cosi è possibile grazie all’aiuto di Dio e di tante persone che stimolano, correggono, aiutano, pregano perché il prete sia quello che deve essere.
Che Dio benedica tutti voi in questa Santa Pasqua!

Quando muoiono i giovani!
Ci sono delle persone che non dovrebbero mai morire! Il 16 marzo scorso è morta per un’emorraggia una giovane di 20 anni, Claudilene, colonna delle attività giovanili della parrocchia, persona allegra, col modo di fare di una bambina e la maturità degli adulti. Giovane di profonda spiritualità e nello stesso tempo inserita in pieno nella vita di tutti. La sua fede nella Vita quest’anno illumina la Pasqua nella nostra parrocchia e diventa annuncio credibile. Quando muoiono giovani cosi la morte diventa vita, anche se il cuore non sa se piangere o rallegrarsi.


Una Via Crucis con sangue vero!
Quest’anno la via crucis ha vissuto momenti un poco drammatici: nel bel mezzo della processione in mezzo ad una zona di recente occupazione con le case ancora tutte di terra e paglia, alcuni poliziotti hanno preso un giovane e, con il volto coperto di sangue, lo hanno caricato nel bagagliaio della loro macchina e portato via. Tutto è avvenuto in mezzo a centinaia di persone qui abituate a scene di questo tipo. Il sangue (falso) dei giovani che stavano rappresentando la passione di Gesú si è così mescolato al sangue vero delle vicende quotidiane di questo popolo.


Suggestione Pastorale
Un Vicariato che qui funziona: le sei parrocchie che compongono il nostro Vicariato si ritrovano una volta ogni due mesi con i rappresentanti delle 7 pastorali presenti in tutte le parrocchie (Giovani, Famiglia, Battesimo, Problematiche Sociali, Catechesi, Liturgia, Sostentamento Economico) e organizzano almeno 2 incontri vicariali di formazione per pastorale all’anno. Inoltre organizzano 3 incontri celebrativi unitari: la processione del 1 di maggio, la processione Del Corpo e Sangue di Cristo e la promozione della Bibbia nella stazione degli autobus. Quest’anno si sta tentando di organizzare alcune formazioni con le diverse pastorali insieme, per attuare una pastorale più unitaria.


Visita in Italia
Sarò in Italia dal 18 maggio fino al 29 giugno 2010, per festeggiare insieme ai miei colleghi preti e alle nostre famiglie il 25° di sacerdozio, martedí 25 maggio, alle 18,30 nella chiesa di S.Giovanni in Fonte, adiacente al Duomo di Verona. Ricordo i recapiti in Italia: Casa a Zevio T. 0457851276 Cellulare 3388798495

Auguri di una Santa Pasqua!

Ciao. Claudio Vallicella, prete fidei donum.
Si uniscono agli Auguri don Daniele Soardo, don Luca Mainente, don Orazio Bellomi, la famiglia Annechini: Paolo e Luisa con i figli Alessandra, Adele, Emma e Mario e la Parrocchia tutta della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.