DAL CILINDRO DELLA MIA POVERA ESPERIENZA SONO USCITE QUESTE FRASI:
Non è che perché una cosa è possibile, sia anche giusto farla.
Nel cammino morale più che cercare il male minore occorre cercare il bene maggiore.
Non vedere solo il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno (che in fondo è la stessa cosa) ma le possibilità che ci sono per riempire il bicchiere.
Ognuno fa quello che può, ma se trova qualcuno che se ne accorge, è contento come se avesse  fatto tutto. E così comincia a fare di più.
Le tradizioni sono da rispettare perché ci danno la sicurezza di un percorso già fatto con successo. Ma non bisogna dimenticare che le tradizioni sono iniziate in un preciso momento storico, in determinate circostanze e per uno scopo preciso. Occorre sempre verificare se queste condizioni ci sono anche oggi. Altrimenti occorre avere il coraggio di cambiare.
La realtà di oggi ci chiede molta umiltà nel riconoscere gli sbagli nostri e delle generazioni precedenti, ma anche il coraggio di mostrare esperienze nuove diverse.
La carità è fatta di cuore, di cervello, di gesti e parole,…Se manca qualcuno di questi elementi non è vera carità. Comunque è bene iniziare e finire sempre dal cuore.
In tutte le epoche le persone carismatiche tendono a diventare dei miti per la gente. Anche nella Chiesa. Io ammiro le persone carismatiche, ma penso che una persona veramente carismatica sia quella che vive con umiltà riconoscendo i carismi di tutti.
La legge è a servizio della vita e della felicità delle persone e non viceversa.
La continuità ha bisogno della discontinuità e viceversa.
Pensare male degli altri non è segno di intelligenza acuta ma di un cuore pessimista.
Gli amici veri sembrano pochi, perché la maggior parte devi ancora scoprirli.
Accogliere una persona con le sue debolezze non significa giustificarla ma amarla.
La pena non può mai essere adeguata al male fatto. Per questo occorre essere misericordiosi (= “esagerati nell'amore” come Zaccheo che restituisce 4 volte tanto).
Le altre persone, trattate con amore, sono l’unica possibilità che mi è data per essere me stesso.
Una fede che corre dietro allo straordinario è quella che non ha ancora scoperto la straordinarietà della vita ordinaria.
Il sorriso è una chiave formidabile per aprire le porte dei cuori ma, se non ci sono azioni conseguenti, è una chiave che ci rimane in tasca.
La vita oggi è complicata come non mai. Ma mai come oggi abbiamo a disposizioni possibilità straordinarie.
Sapere che quello che penso io, anche se può essere utile per qualcuno, è solo quello che penso io, e di questo ne sono felice.
Non raccontare i tuoi grandi problemi a Dio ma racconta ai tuoi problemi che Dio è più grande. 
Sapere che una frase è solo una frase: la vita è sempre più bella.                                                                  

Ciao.
BUON NATALE ITALIA!

Dopo anni passati in Brasile ho la possibilità di vivere il Natale in Italia, nella parrocchia di periferia San Giuseppe F.M., appena fuori dal centro di Verona.


Come ho incontrato questa nostra Italia?



Ÿ          Bella! Con tante persone meravigliose, felici e generose, capaci di donarsi agli altri tutti i giorni. Ho trovato comunità cristiane che hanno una fede ben radicata, ben organizzate e piene di iniziative. Ho trovato giovani che, in mezzo a tante possibilità, scelgono volentieri di servire con libertà, consapevolezza ed entusiasmo.
      Ho trovato persone di diverse nazionalità, accomunate da fede e speranza.


Ÿ          Ma ho trovato anche un clima oppressivo di crisi economica; tante persone che perdono il lavoro e non lo ritrovano più;…
Ÿ          Ho trovato una conflittualità sociale e politica preoccupante, dove tutti sembrano giudici impietosi degli altri: sembra quasi che mettere a nudo i difetti degli altri sia il modo per giustificare se stessi. 
Ÿ          Ma ci sono anche tentativi di mettersi a dialogare in modo serio e costruttivo,…
Ÿ          Ho trovato una Chiesa positivamente stupita dall'atteggiamento innovatore di papa Francesco, ma nello stesso tempo sembra strutturalmente timida nel tentare di cambiare un poco il proprio stile ed assumere modalità missionarie.

Il bambino chiede “Perché?” e, quando il papà o la mamma tentano di dare una risposta egli ricomincia di nuovo a chiedere “Perché?”. Al bambino non interessa la risposta ma il nostro sguardo di attenzione. Penso che anche il Bambino Gesù stia aspettando il nostro sguardo: contemplando il Suo Natale riscopriamo in noi la gioia che ci fa sorridere, la capacità di ascoltare e dialogare, la forza per lottare e cambiare stile di vita, la fraternità con tutti, la pace nel cuore,…

Auguri a Tutte/i!!!