Appunti gennaio 2009

Sono tornato il 28 gennaio in Brasile. Ho lasciato tanti volti cari, soprattutto quelli che non ho potuto incontrare ma che mi sono ancora più cari.
Ho ritrovato le solite file per procurarsi l’acqua, le strade piene di buche, gli sguardi dei bambini nelle strade che cercano, sorridenti, uno sguardo amico.
Ho ritrovato la gioia di celebrare la messa in chiese povere ma ricche di fede e di partecipazione, dove tutti hanno voglia di fare almeno una preghiera dei fedeli.
Don Daniele e don Orazio, appena tornati da Belém, ci hanno raccontato del Forum internazionale teologico e sociale come scambio di idee e riflessioni soprattutto sulle tematiche ambientali.
E’ arrivata anche la famiglia italiana di Paolo e Luisa con i figli Emma, Alessandra, Adele e Mario. Sono arrivati di notte e per questo, nonostante che la casa dove andranno ad abitare fosse stata preparata con palloncini e scritte di benvenuto, non è stato possibile organizzare un’accoglienza migliore. Ma al mattino un vicino, uno di quelli che non partecipa alla vita parrocchiale, ha attaccato a tutto volume lo stereo con una canzone italiana. Un piccolo segno del grande cuore di questo popolo.
Ciao.

Buon Natale 2008

“Natal: uma estrela diferente”
“Natale: una stella diversa”

Matteo 2,9 parla di una stella che non se ne sta in cielo, ma scende nel luogo dove si trova il bambino.
Le stelle, segno dei sogni e delle speranze di tante donne e uomini, segno di luce e di vita che va al di la della nostra esperienza, segno naturale che rimanda a un creatore artista straordinario, da sempre hanno riempito i disegni dei bambini, i libri, i film e i video-game dei giovani e degli adulti.
Ma l’evangelista Matteo parla di una stella diversa, con una missione speciale: indicare che il cielo si trova sulla terra. Questa stella è possibile incontrarla in Brasile come in Italia, è possibile incontrarla dove c’è un piccolo bagliore, dentro e fuori di noi.
Qualche volta mi fermo ad osservare questa stella diversa guardando i bambini che qui, molto numerosi, sgusciano da ogni angolo come pulcini, cercando un volto amico e, pur non avendo, molto spesso, niente offrono un tesoro straordinario: il loro sorriso. Mi sembra impossibile ma sembra che qui i bambini sorridano sempre. Passano nella nostra casa prima di andare a scuola per bere un bicchiere d’acqua e ti dicono che non hanno mangiato: il loro pranzo sará la merenda della scuola. E te lo dicono con un sorriso cosí naturale che rompe le nostre logiche paternaliste di assistenza immediata. Il loro sorriso sembra un vestito di oro e di pietre preziose che illumina il mondo come i fiori illuminano il prato.
Anche la rabbia nel partecipare al “velorio” per i giovani assassinati (in media solo nella nostra parrocchia ne muore uno ogni settimana, di quelli che si sanno) si trasforma in pace e quel luogo di dolore in luce. La morte vissuta nella preghiera aiuta a percepire il valore della vita.
Le piccole battaglie quotidiane per sopravvivere nelle innondazioni nel sud del Brasile o in Italia, per riconciliarsi dopo arrabbiature e litigi, per progettare insieme un futuro differente sono altrettante luci celesti scese sulla terra.
Cosí il Natale di Gesú si sta realizzando oggi qui da noi come da voi, illuminando la vita con l’amore di Dio sceso sulla terra. Grazie stella.

São Luís: una missione viva, grazie a Dio.
La nostra missione quest’anno ha avuto una serie di eventi straordinari che ci hanno impegnato molto e che ci stanno dando la percezione che il poco che si riesce a fare, rispetto al molto che sarebbe necessario, se fatto insieme al Signore, è qualcosa che va al di lá delle nostre aspettative e diventa un segno profondo per tante persone.
Ricordo alcuni fatti in particolare:
• la visita degli 8 diaconi della diocesi di Verona che insieme al rettore don Luigi Verzé hanno aperto una relazione fra il nostro stare qui “lontano da Verona” e la preoccupazione per la formazione dei futuri preti della nostra diocesi.
• La disponibilitá della famiglia Annechini: Luisa e Paolo con i figli Emma, Alessandra, Adele e Mario, che da gennaio 2009 faranno parte della nostra missione per un anno e mezzo. La loro presenza senza dubbio sará una generosa testimonianza di una famiglia missionaria e aiuterá noi preti a vivere la missione con un taglio piú attento alla vita concreta delle famiglie.
• La nomina di don Daniele a Coordinatore della Pastorale Diocesana di São Luís: segno di un ruolo significativo che la nostra missione sta assumendo in relazione alla diocesi che stiamo servendo.
• Una trasmissione radio (un’ora alla settimana) della neonata Fondazione JPA (Giustizia e Pace si Abbracceranno) interamente e gratuitamente animata da giovani della parrocchia.

Per dove stiamo camminando…
+ Formazione: verso una valorizzazione della dimensione comunitaria e parrocchiale che mette in primo piano la persona, ma anche la trasforma.
+ Liturgia: verso un “celebrare fedele, gioioso e creativo” che dá importanza alla Parola di Dio con una diffusa, autonoma e responsabile ministerialitá.
+ Caritá: verso una solidarietá organizzata e piú autonoma, ma con la consapevolezza che la caritá non puó restare prigioniera di nessuna regola.
Gli innumerevoli progetti sociali che caratterizzano la nostra missione e che si sostengono in gran parte per l’aiuto di parrocchie e amici di Verona sono un vero miracolo quotidiano che occupano gran parte delle nostre energie e del nostro tempo. Sono una piccola sfida alla crisi economica mondiale molto pesante: la caritá finora sembra essere piú forte. Grazie.

Buona Pasqua 2008

ELE ESTÁ NO MEIO DE NÓS!
(Lui, il Signore, é giá in mezzo a noi!)

È la risposta liturgica, nella traduzione brasiliana del messale, che il popolo cristiano dá in ogni celebrazione al saluto del presidente (“Il Signore sia con voi”). È l`annuncio pasquale che il popolo di Dio riceve e dona. È augurio e, nello stesso tempo, coscienza di una Realtá che motiva la nostra vita, la nostra missione, la nostra gioia.
Ci sono molte novitá che in questi mesi hanno rallegrato la vita della nostra missione in Sáo Luís:

LE PERSONE:
- L´arrivo di don Orazio Bellomi (da João Pessoa, dove la missione in cui operavano i preti veronesi dopo 16 anni è stata affidata al servizio dei preti brasiliani) viene ad arrichire la nostra equipe di preti (ora siamo 4: Luca, Daniele, Claudio e Orazio). La sua presenza e azione è giá iniziata con generositá, soprattutto nell`attenzione alle persone piú povere ed emarginate. Attualmente sta visitando le famiglie di una zona molto povera della nostra parrocchia dove si soffre quotidianamente la fame.
- L`arrivo di 3 suore di un Istituto di origine polacca, sr. Inviolata, sr. Doris e sr. Rosinilda, ha reso possibile la presenza del carisma religioso nella nostra parrocchia ed è certamente un segno di testimonianza e servizio che la gente ha subito accolto con entusiasmo.
- Quest’anno il Seminario di São Luís ci manda ogni sabato e domenica in esperienza pastorale 3 seminaristi di filosofia-teologia: è uno stimolo per noi preti per rinnovare l’entusiasmo della nostra vocazione e un legame di responsabilitá piú profonda con la diocesi in cui serviamo.

GLI AVVENIMENTI:
- Il 6 Gennaio abbiamo festeggiato il 3º Anniversario della nascita della Parrocchia Santissima Trinitá. Erano presenti anche i nostri carissimi don Mario Sulmona e don Giuseppe Pizzoli in visita pastorale.
- Nella stessa occasione abbiamo presentato alla comunitá le suore e i membri della Fondazione legalmente riconosciuta “Giustizia e Pace si Abbracceranno” (JPA), che sta iniziando a coordinare tutti i progetti sociali della parrocchia ( progetto “famiglie solidarie” con le adozioni a distanza e attivitá per imparare a autosostenersi; progetto PEO di educazione e orientamento per rinforzare le capacitá scolastiche e sociali dei bambini; progetto “Capoeira” per educare gli adolescenti e i giovani in una attivitá di danza-lotta non-violenta; progetto “Panificio” che consente di apprendere l’arte culinaria e procurare possibilitá di lavoro; progetto di “Corsi Professionali per Giovani”; progetti vari di educazione alla salute, di aiuto alle persone in difficoltá, sempre piú, quando è possibile, in collaborazione con gli enti pubblici locali).
- A fine Gennaio c’è stata la Settimana Formativa per i Catechisti e Animatori della Parrocchia, con la partecipazione di piú di 70 persone. Il tema quest’anno era l’Eucarestia.
- All’inizio di Febbraio noi preti abbiamo partecipato a Manaus, in mezzo all’Amazzonia, all’ incontro dei Missionari Italiani del Brasile. Era presente anche il Vicario Generale della diocesi di Verona: don Giuseppe Pellegrini. Il tema era naturalmente, visto il luogo, “il legame tra natura e missione”.
- A metá febbraio: Esercizi Spirituali per tutti i preti della nostra diocesi di São Luís e inizio dell’Anno Pastorale, che qui praticamente inizia con la Quaresima.
- A fine febbraio: la gradita visita di alcuni italiani tra i quali mio fratello Agostino e il fratello di don Daniele, Gabriele.
- In questi giorni il Vescovo di São Luís, su sollecitazione del Vescovo e del Centro Missionario di Verona, ha istituito la prima Comunitá Presbiterale della storia di questa diocesi: ed è proprio la nostra compagnia di preti. L’istituzione ufficiale non aggiunge nulla a ció che giá in pratica era, ma crea un segno per i preti e la gente di qui e una conferma per la gente che ci segue dall’Italia.

UNA PICCOLA RIFLESSIONE: L’esperienza missionaria mi interroga continuamente su che cosa significa “essere missionari”. Il documento di Aparecida per l’America Latina, riprendendo le parole del Papa Benedetto XVI che “la Chiesa si espande non per proselitismo ma per attrazione e vivendo la fraternitá” mi spinge a intraprendere un cammino di comunione ecclesiale annunciando con gioia la fede. La gioia sembra essere la caratteristica principale del missionario di Cristo da quanto traspare nel documento di Aparecida. Le molte e diverse caratteristiche, opportunitá e problematiche di ogni singola persona e dei popoli mi insegnano ogni giorno a fermarmi meravigliato, come compagno di strada (ricordando il Sinodo di Verona), davanti agli occhi e al cuore dei bambini, dei giovani, delle mamme e dei papá, dei nonni e degli anziani, della gente conosciuta e sconosciuta, ascoltare le loro storie, le loro speranze e le loro, a volte, delusioni. Ricordo solo un dato statistico dell’universitá di questa cittá: la maggior parte dei bambini di São Luís sono registrati all’anagrafe solo con il nome della madre, senza il nome del padre, e questo crea una serie di conseguenze morali, economiche, psicologiche e sociali.
Il dialogo e lo scambio di esperienze diventa l’occasione per ricevere e annunciare una speranza che molte volte non è fatta di parole ma solo di presenza, di simpatia e qualche piccolo gesto di solidarietá nel mare immenso dei bisogni.
‘Lui, il Signore, è giá in mezzo a noi!” L’esempio del Signore Risorto ci apre la strada della missione e ci ricorda che in ogni volto è presente il missionario Gesú, che ha molte cose da dirci.

E’ TEMPO DI BILANCI: In questi mesi i consigli per gli affari economici delle parrocchie sono alle prese con i bilanci economici dello scorso anno. Il Bilancio economico è un piccolo ma significativo segno di giustizia e trasparenza verso tutti coloro che con la loro generositá sostengono la missione della Chiesa.
Anche noi ogni mese inviamo al Centro Missionario Diocesano di Verona e alla Diocesi di São Luís il Bilancio Economico della nostra missione e della nostra parrocchia. In ognuna delle comunitá della nostra parrocchia ci sono una o piú persone che curano l’aspetto economico, presentano il bilancio al Consiglio Comunitario e lo appendono in bacheca alla porta della chiesa. Il bello è che spesso queste persone sanno appena scrivere!

BUONA PASQUA!: Buona Vita é l’Augurio che semplicemente vi mando ringraziandovi di cuore per tutto!
La certezza della vostra compagnia quotidiana nella preghiera mi rende sempre piú contento e fiducioso. Grazie!

Buon Natale 2007

Bem-Vindo (=Benvenuto!)
E’ il saluto che ad ogni angolo si riceve quando si arriva in Brasile. E’ il segno dell’ospitalità brasiliana. E’ l’augurio che anch’io insieme ai miei colleghi di missione, don Daniele Soardo e don Luca Mainente e alla nostra comunità parrocchiale della Santissima Trinità in São Luís, rivolgo al Signore Gesù che viene nel Natale in mezzo a noi e in tutte le persone che lo sanno riconoscere con cuore semplice e povero. “Bem-Vindo” Signore Gesù nelle case e nei cuori di tutti gli amici, parenti, conoscenti che abitano in Italia. Bem-vindo qui in Brasile dove molte case della nostra parrocchia assomigliano alla capanna dove hai voluto nascere 2000 anni fa. Anche qui trovi degli animali (cani, gatti, cavalli, asini, zanzare, pappagalli, farfalle,…) che ti fanno compagnia. Puoi trovare un papà spesso ubriaco e violento, ma spesso non c’è nemmeno quello; trovi certamente una mamma che oltre a te ha tanti altri figli a cui badare. Ma l’allegria dei fratellini e delle sorelline certamente ti faranno sentire “in famiglia”.
Quando si parla del Natale si pensa a tante situazioni di povertà e si moltiplicano le azioni di solidarietà in ogni parte del mondo e anche vicino a casa nostra.
La Chiesa Latino-Americana che possiamo chiamare “esperta in povertà”, perché provocata da situazioni evidenti di disuguaglianza e ingiustizia, ha elaborato una riflessione teologica e pastorale che può aiutare tutte le Chiese e le persone di buona volontà a trasformare un poco la propria mentalità e il modo di vivere la fede.
Ho tra le mani il “documento di Aparecida”, frutto della Conferenza delle Chiese Latino-Americane e dell’America Centrale che, insieme al Papa, hanno riflettuto e tracciato il cammino per i prossimi anni.
Nel documento si parla, come nei precedenti documenti, dell’ “opzione preferenziale per i poveri”. L’opzione preferenziale per i poveri è una questione chiave per definire qui in America Latina, ma non solo, i modelli ecclesiali. Nel documento si notano due tendenze:
• la prima: vedere i poveri come oggetto di misericordia, aiuto, attenzione, preoccupazione. In base a questa concezione si avrà una dinamica di assistenza (dar più tempo ai poveri, aiutarli nelle loro necessità immediate, modificare lo stile di vita molte volte borghese dei vescovi, preti e religiosi, cristiani laici) cercando di arrivare, a partire dalle concrete situazioni di povertà, ad una trasformazione della realtà. (n° 397).
• la seconda: vedere i poveri come nuovi soggetti emergenti da una situazione di ingiustizia, di intollerabile disuguaglianza sociale ed economica che grida al cielo. In base a questa concezione si avrà una dinamica di solidarietà e di profezia come atteggiamento permanente di amicizia, fraternità e servizio che si manifesta in un continuo accompagnamento al “loro sforzo” di emancipazione. (n° 398).
C’è “un altro mondo possibile” e la presenza del Signore Gesù in mezzo ai poveri di ieri e di oggi è il motivo della nostra speranza. “Bem-Vindo” Signore Gesù!

STO IMPARANDO:
• Liturgia: sto scoprendo quanto sia importante che l’introduzione alla messa e gli avvisi parrocchiali siano fatti dai responsabili laici della comunità: si percepisce immediatamente che la comunità e le sue attività non sono dipendenti dal prete,…
• Catechesi: In ogni gruppo è fondamentale e “normale” l’uso della Bibbia,….
• Carità: Qui le parrocchie si sostengono soprattutto con “la decima” : è la decima parte del proprio reddito che liberamente molte persone danno per la propria comunità. Molte danno di meno. Alcune danno di più. Ma l’importante è l’idea, che nasce dalla tradizione ebraico-biblica, di dare una parte fissa di quello che uno guadagna per le necessità della chiesa e per la carità. E’ commovente vedere questa pratica diffusa in mezzo ai poveri e vedere anche alcuni anziani che puntualmente appena ricevono la pensione portano il 10 % ai responsabili della comunità per le necessità della parrocchia.

NOTIZIE Continua la nostra azione sociale e pastorale in questa parrocchia di periferia, divisa in 6 comunità, ognuna con la propria cappella, il proprio consiglio comunitario e un calendario sempre più fitto di attività.
Un saluto particolare al nuovo direttore del Centro Missionario di Verona, don Giuseppe Pizzoli che il prossimo 3 gennaio verrà a trovarci insieme a don Mario Sulmona.
Viviamo con la provocazione costante di tante Chiese “evangelico-pentecostali” che nascono, muoiono e risuscitano come funghi in ogni angolo: sono per tanta gente disperata una risposta “miracolistica e immediata” o soprattutto per tanti giovani come “una nuova moda borghese” (anche se spesso dietro ci sono interessi economici e politici per calmare le ambizioni di giustizia) e per noi sono una sfida quotidiana ad annunciare con coerenza e a cercare di percorrere vie ecumeniche che sembrano impossibili. Il giorno di pentecoste 2007 nel nostro centro parrocchiale è avvenuto un incontro con i rappresentanti di varie Associazioni e di diverse Chiese sul tema della “violenza e sicurezza” nel nostro quartiere. Potrebbe essere un segnale che ci si può e ci si deve incontrare sui problemi concreti della gente.
Il potere pubblico sembra assente. Purtroppo la maggior parte della gente sta aspettando invano proposte serie di vera giustizia.
Oltre al nuovo sito del Centro Missionario di Verona: “www.cmdverona.it” abbiamo un sito per altre informazioni e foto sulla nostra missione in lingua italiana e portoghese: “www.aquiloneverona.org” che i giovani di Soave, insieme alla nostra Giuliana, hanno approntato.
Eppure, nonostante tutto, molto si muove: c’è entusiasmo, speranza di cambiare. Alcuni nostri parrocchiani cominciano già a fidarsi di noi “missionari stranieri”. Qui l’emotività è evidentissima: capita spesso nelle confessioni che le persone piangano e quando ci ringraziano per i progetti sociali ho visto più di qualche mamma piangere di gioia. Colloco queste lacrime di dolore e di speranza, insieme ai sorrisi dei bambini, nel cuore del Signore e nel cuore di tutte le persone che da lontano ci sono molto, molto vicine. A tutti l’Augurio di un Santo Natale e Felice Anno Nuovo!

Buona Pasqua 2007!

Feliz Páscoa!
(Buona Pasqua!)
Sono tornato in Missione. Dopo 2 mesi passati in Italia (Febbraio e Marzo) sono ritornato giusto in tempo per la Settimana Santa. Il tempo passato in Italia è trascorso veloce. All’inizio ho partecipato agli impegni legati al Convegno dei Missionari veronesi “Fidei Donum” a 50 anni dall’enciclica che apriva anche alle diocesi (e non solo ai religiosi) lo slancio missionario della Chiesa. E’ stato un momento di verifica e di sensibilizzazione della diocesi intera nell’auspicio che, come dice il documento finale del Convegno, i “Fidei Donum”, preti e laici, siano per il mondo un piccolo ma significativo “segno della sinodalità della Chiesa”: che cioè le Chiese dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa, delle Americhe e dell’Oceania imparino a “camminare insieme” nel rispetto delle diversità e nell’unica fede.
Terminato il Convegno Missionario ho potuto accompagnare mio padre negli ultimi giorni della sua vita. Egli, malato da alcuni anni, per un disegno particolare della Provvidenza, ha aspettato che tornassi per poter trascorrere insieme gli ultimi momenti. Mi ha chiesto di potergli amministrare il sacramento dell’Unzione dei Malati. Dopo la sua partenza sono rimasto alcuni giorni con la mamma e poi sono ritornato in Brasile in tempo per le celebrazioni pasquali.
Mentre ringrazio tutti delle attenzioni, dei gesti di solidarietà e delle preghiere, soprattutto in occasione del funerale del papà, chiedo scusa se non ho potuto esservi presente come avrei desiderato, ma alla fine, anche qui, davanti a tante cose che ci sarebbero da fare, credo che l’importante non è fare tutto ma “esserci”, quando è possibile e come è possibile, con zelo ma senza ansie, senza accusare gli altri di quello che non fanno; esserci in modo significativo, per aiutarci insieme a scoprire in ogni situazione i motivi di speranza che il Signore ha seminato veramente dappertutto.
Ringrazio soprattutto i confratelli preti per i segnali di compartecipazione alla comune missione e fraternità sacerdotale consapevole che in mezzo a tanti problemi vecchi e nuovi il messaggio di Pasqua-Pentecoste è sempre il fondamento della gioia di annunciare la possibilità della Vita Nuova.
Mentre ero in Italia ho partecipato volentieri alla messa insieme ad alcuni brasiliani residenti nella nostra diocesi di Verona e che si ritrovano ogni seconda domenica del mese a Peschiera. Lì ho avuto la gioia di battezzare il piccolo Antony .
Essi hanno manifestato l’intenzione di devolvere le loro offerte quaresimali per la nostra missione. Io credo che in mezzo a tante difficoltà che gli immigrati in Italia stanno vivendo il fatto che i brasiliani si interessino di altri brasiliani più bisognosi è veramente significativo.
Nella nostra diocesi di São Luís un prete brasiliano ha offerto la propria disponibilità a partire per il Mozambico in Africa come “fidei donum”. E’ il primo della storia dell’intero stato del Maranhão.
Purtroppo in mezzo ai segni di speranza ci sono anche motivi di tristezza: il Giovedì Santo è morta in un incidente stradale un’adolescente, ministrante della nostra parrocchia, piena di vita e di allegria. Quello che mi rattrista e che mi fa un po’ arrabbiare è il motivo dell’incidente: l’asfalto fatto male, come spesso sono le strade qui, in una strada nazionale molto trafficata, ha provocato il ribaltamento del pulman dove viaggiava Giovanna con la sua famiglia. Come al solito le spese pubbliche sono più indirizzate alle feste che alle opere sociali e di utilità pubblica.
Mentre porgo a tutti e a ciascuno i migliori auguri di una vita pasquale, vi invito a mandarmi alcune suggestioni riguardo alla vita quotidiana ed ecclesiale: in particolare riguardo al cammino di attuazione sinodale della Chiesa veronese, la pastorale dei Sacramenti, le priorità nelle vostre famiglie e comunità, alcune esperienze giovanili significative. Grazie!

Il Papa ci viene a trovare!
A metà maggio il Papa Benedetto XVI sarà in Brasile e darà inizio ai lavori della V Conferenza Generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Carabi , dopo quelle di Rio de Janeiro (1955), di Medellín (Colombia, 1968), Puebla (Messico, 1979) e Santo Domingo (Repubblica Domenicana, 1992). Nel Santuario Nazionale del Brasile “Nossa Senhora Aparecida” ci saranno le rappresentanze di 22 conferenze episcopali dell’America Latina e Caraibi, alcuni rappresentanti dei consigli episcopali dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, religiosi, preti, laici, diaconi, teologi, osservatori delle chiese cristiane non-cattoliche e di altre religioni (in tutto 280 persone).
Il Vescovo Odilo Pedro Scherer, segretario generale della CNBB (Conferenza generale dei Vescovi del Brasile) così presenta l’evento nella situazione storico-ecclesiale attuale brasiliana (ma che forse ha delle cose in comune anche con la nostra situazione italiana ed europea).

“ Dopo la Conferenza de Santo Domingo, 15 anni fa, grande mutamenti sociali e culturali hanno provocato nuove sollecitazioni alla missione della Chiesa in America Latina. Gli effetti della globalizzazione sono percettibili in ogni luogo. L’urbanizzazione si è intensificata e i problemi delle grandi concentrazioni urbane si sono moltiplicati. Certamente c’è stato un miglioramento economico, ma la distribuzione per tutti delle opportunità e del reddito ancora rimane un sogno per gran parte della popolazione. L’emigrazione dal nostro continente è un fenomeno oggi significativo, non privo di sofferenze e umiliazioni. La violenza fa parte della vita quotidiana ed è aiutata dalle assenze dello Stato e da insufficienti politiche serie. Grandi interessi economici, manovrati da organizzazioni criminose, prosperano a lato della società, generando sfiducia nello Stato di diritto.
I tempi sono cambiati anche per la Chiesa. Non è più la repressione politica a chiamarla in causa, per difendere i diritti umani e le libertà democratiche. Oggi essa deve affrontare questioni ben più profonde riguardo all’etica della persona e della vita, del diritto del povero e dei piccoli, per non soccombere alla logica del mercato, e della partecipazione di tutti al bene comune. La conservazione dell’ambiente e il futuro della vita del pianeta richiedono una solidarietà globale e un cambiamento di stili di vita e di organizzazione economica. Nuove questioni morali domandano discernimento e prese di posizione. L’ansia, ben giustificata, di risolvere i problemi della povertà e della salute della popolazione e il progetto, molto comprensibile, di affermare i diritti individuali non possono cedere alla tentazione di passare sopra ai diritti fondamentali e universali, come la dignità della persona, la giustizia e il pieno rispetto della vita umana.
Purtroppo anche la religione può essere ridotta alla logica del mercato e dell’interesse, mediante l’offerta di prodotti per la soddisfazione individuale. La mobilità religiosa è un fenomeno complesso che non riguarda solo la Chiesa Cattolica. Le nuove proposte religiose, seguite da molti, richiedono discernimento e nuove capacità nell’esercizio della missione della Chiesa.
Questi e tanti altri problemi saranno affrontati in questa Conferenza. Sarà l’occasione di una grande verifica sopra la presenza della Chiesa in mezzo ai popoli dell’America Latina e dei Caraibi. Essa desidera “udire la voce di Dio in questo tempo”. Il papà verrà in Brasile per “confermare i fratelli nella fede” , conforme la sua missione (Lc 22,32) e per incoraggiarli a partecipare all’edificazione della società, secondo i valori della fede cristiana.”

Buon Natale 2006!

O que è a Família? (= Famiglia)
La “Sacra Famiglia” di Gesù, Giuseppe e Maria è una famiglia molto strana e nello stesso tempo tanto normale. Maria, gravida prima della coabitazione, assomiglia molto a tante ragazze madri che s’incontrano spesso in Brasile. Qui sembra quasi che la concezione di maternità sia prioritaria e autonoma rispetto alla concezione di famiglia. Certamente la storia brasiliana ha lasciato tracce profonde nel modo di vivere certi valori. Ma oggi, in un mondo che sta diventando sempre più un “villaggio comune”, le diverse concezioni di vita diventano interrogativi e provocazioni per tutti. Certamente, se è vero che non esiste una famiglia uguale ad un’altra, “l’annuncio natalizio della sacra famiglia” ci provoca a collocare tutte le nostre esperienze familiari, pseudo-familiari o comunitarie alla luce del progetto di Dio, della fecondità dello Spirito Santo che crea sempre Vita Nuova e Comunione concreta e, spesso,silenziosa di cui Giuseppe, lo sposo di Maria, è segno.
La vita della comunità cristiana può trovare qui le dimensioni della propria “missione familiare”: c’è un progetto di Dio che supera l’esperienza familiare e nello stesso tempo la coinvolge.
C’è una creatività dello Spirito Santo che va oltre le nostre aspettative, ma che si serve delle nostre mani.
C’è un coraggioso, gioioso e faticoso, continuo e fedele, libero e consapevole cammino di comunione che supera la facile unità o uniformità e che si pone nella linea profetica dell’amore.
Buon Natale alle mamme, ai papà, ai figli, ai nonni, agli zii, agli amici…e alle Comunità che camminano giorno dopo giorno verso Betlemme!

CHE SUCCEDE A VERONA? Sono innumerevoli i fatti, le esperienze, gli incontri che lasciano giorno dopo giorno la mia esperienza missionaria stupita e meravigliata. Solo qualche esempio:
1) Capita di vedere alcuni adolescenti che vengono alle celebrazioni in chiesa portandosi da casa la Bibbia, il libro dei canti e l’immancabile telefonino.
2) Durante una “sagra” capita di vedere nella cappellina della comunità alcune persone che cantano canzoni religiose e pregano con grande devozione. All’esterno impianti mega che assordano con musica ritmica, gente che danza e beve birra. Il tutto convive con un rispetto della diversità che è disarmante e inconcepibile per noi occidentali abituati a non misturare mai le cose.
3) Capita di vedere presepi con 2 o 3 Gesù Bambini, 2 o 3 Madonne, fatti con materiali poveri (rimasugli di bambole e stracci): il tutto provoca a riconoscere quel presepio vivente nel quale siamo immersi, pieno di confusione, ma di tanta gioia.
E a Verona che succede? Come sta continuando il cammino iniziato con il Sinodo? Dalle informazioni che mi arrivano sembra che ci sia un momento di “stasi”. Qualcuno lo giustifica per l’annuncio dato dal Vescovo. Ma Come!? Solo per il fatto che il Vescovo ha detto una cosa che già tutti sapevano, che cioè a 75 anni, come tutti i vescovi e parroci deve dare le dimissioni, si blocca il “progettare insieme” e si vive nell’”attesa” come un perenne “Avvento”?
Una Chiesa che non trova il coraggio di rinnovare se stessa, alla luce del Vangelo, come il Sinodo ha disegnato, non può pretendere di presentarsi davanti al mondo di oggi con la speranza di rinnovare la società. Il mondo di oggi, soprattutto i poveri, ci chiedono prima di tutto la capacità di rinnovare noi stessi per essere fedeli al Vangelo e all’umanità di oggi, sia a livello di strutture ecclesiali, sia a livello personale.
Nella diocesi di São Luís e nella nostra Parrocchia, in mezzo a tante contraddizioni, si sta cercando di programmare il 2007 (qui l’anno pastorale va da Gennaio a Dicembre). Si sono svolte negli ultimi mesi: l’Assemblea della Diocesi, l’Assemblea di Vicariato, l’Assemblea Parrocchiale (che noi abbiamo chiamato “Sinodo dei Consigli Comunitari” ) sempre con la presenza di tutti i preti coinvolti, laici e religiosi, movimenti e associazioni. Nella nostra parrocchia, alla luce del cammino diocesano e vicariale, abbiamo individuato per il 2007 due problemi sociali emergenti: il problema della salute di base e il problema della sicurezza. Abbiamo scelto 3 strade per affrontare questi problemi: la “formazione” alla luce della Parola di Dio e della Dottrina Sociale della Chiesa; la “pastorale d’insieme” per una condivisione corresponsabile dei problemi all’interno di tutti i gruppi parrocchiali; il tentativo di camminare “insieme con gli enti pubblici e privati” presenti nel quartiere e nella città. Certamente la realtà pastorale quotidiana è sempre più complicata dei paroloni e dei progetti pastorali, ma siamo consapevoli che offrire un segnale di progetto comune è già un passo e una testimonianza di comunione evangelica.
Riflessione
del vescovo Franco Masserdotti
, della diocesi di Brescia,
travolto da una macchina nella sua cittá e diocesi di Balsas, Maranhão, mentre andava in bicicletta:
“Ricordo quando per la prima volta lasciai la mia terra di origine per venire in Brasile. Fu un viaggio in nave di 12 giorni. Ero molto entusiasta e spiritualmente motivato per annunciare Gesù Cristo al popolo brasiliano. Ma quando la nave entrò nella Baia de Guanabara e vidi da lontano la meravigliosa città di Rio di Janeiro, restai impressionato, ammirando, sulla collina di Corcovado, il famoso Cristo Redentore con le braccia aperte. Subito pensai: - Io vengo per annunciare Gesù Cristo, ma Lui già arrivò qui prima di me e mi aspetta con le braccia aperte.-
I missionari e le missionarie sono “api” di Gesù che cercano i fiori in tutti i popoli e nell’incontro ricevono il polline per lavorare con gli altri, in favore della vita. E’ un lavoro di molta pazienza e presenza amorosa, che potrà dare mille sapori differenti, facendoci sperimentare la dolcezza inesauribile dell’incontro con il Dio della Vita che agisce in tutti i popoli.
Per sviluppare questa vocazione, i missionari e le missionarie devono riconoscere che il cristianesimo è un’esperienza pluriculturale che esige un sforzo continuo di inculturazione del Vangelo. Essi, senza perdere la propria identità e il dovere dell’annuncio, devono rimanere aperti alle meraviglie che Dio realizza in tutte le culture e religioni, senza barriere fra il mistero di Cristo e l’azione dello Spirito all’esterno della Chiesa. L’identità cristiana è una identità di relazione.”.


Buon Natale e Arrivederci con i veronesi in Italia! La Diocesi di Verona ha infatti organizzato per il mese di febbraio, in occasione del 50° del documento “Fidei Donum”, che ha segnato l’inizio dell’opera missionaria a livello di diocesi, un incontro di tutti i missionari veronesi nella nostra città per una attualizzazione e un rilancio missionario.

Agosto 2006

“ESTAMOS CHEGANDO!”
(“STIAMO ARRIVANDO!”)

E’ una frase tipica, molto usata qui in Brasile, che indica, insieme all’imprecisione del “quando”, la speranza di arrivare ad una condizione di prosperità e sicurezza di vita che sembra ormai raggiungibile, ma il cui traguardo si sposta sempre più in là.
Nel salutare e ringraziare tutti gli amici e ognuno in particolare, penso che possa essere utile descrivere, a linee generali, come è organizzata la vita della parrocchia della Santissima Trinità, nella città di São Luís, Stato del Maranhão, nel Nord-Est del Brasile.
Gli abitanti della nostra parrocchia (circa 60.000) hanno occupato la “città olimpica” nel 1996; il territorio si trova alla periferia della città e pertanto la gente per il lavoro e i servizi deve muoversi (45 minuti di autobus) per raggiungere il centro di São Luís. Il quartiere vive tutti i problemi di una situazione precaria: povertà culturale ed economica, mancanza di senso di appartenenza al territorio, mancanza di prospettive certe, problemi di salute e violenza… Ma anche voglia di costruirsi una vita nuova, età e mentalità giovane, pazienza, fede in Dio… C’è una moltitudine di chiese Protestanti, soprattutto Pentecostali.
La nostra parrocchia, formata da 6 comunità, ha come obiettivo principale: costruire un senso di appartenenza alla comunità in uno spirito di autonomia e responsabilità, puntando soprattutto sulla formazione di catechisti e animatori. Si cerca di perseguirlo lavorando insieme, per quanto è possibile, con le parrocchie vicine e nell’unità con la diocesi, in un clima di continua “sperimentazione” e “verifica” e con l’entusiasmo degli inizi. E’ veramente impressionante vedere come qui la missione del prete non sia così “totalizzante” come in Italia e nello stesso tempo sia così “necessaria”.
Organizzazione: Ogni prete segue in particolare 2 comunità, ma tutto viene condiviso!

Formazione e Catechesi: ognuna delle 6 Comunità tiene un incontro mensile di studio biblico, la formazione settimanale dell’Iniziazione Cristiana e la preparazione ai Sacramenti, la formazione dei diversi Gruppi. A livello Parrocchiale si cura la Formazione di Catechisti e Animatori delle singole comunità e la Formazione dei Gruppi Parrocchiali. Aiutiamo anche alcune persone a Studiare Teologia e a partecipare a Corsi Formativi diocesani e nazionali.

Liturgia: si cerca, quando è possibile, di celebrare la Messa Festiva, o almeno una Celebrazione della Parola autogestita, in ognuna delle 6 comunità. Si valorizza la celebrazione comunitaria dei Sacramenti, compreso il Matrimonio.
Nei giorni feriali alcune volte c’è la Messa, altre volte l’Adorazione Eucaristica o il Rosario o una Celebrazione Penitenziale con Confessioni o la Messa sulla strada, o il Consiglio di Comunità o la Visita alle Famiglie…

Carità e Attività Sociali: Ci sono diversi progetti finanziati da enti italiani (8 x mille, Medicus Mundi, Parrocchie veronesi) in collaborazione con gli Enti Locali, ma anche sostenuti dal lavoro e dalle offerte dei Parrocchiani: la Formazione delle “Donne Moltiplicatrici” di nozioni di base riguardo la salute e la vita familiare, Familias Solidarias (= l’aiuto a famiglie con bambini sotto i 12 anni e senza rendita: si fornisce una “Cesta Basica” mensile (alimenti essenziali) e si chiede un servizio nella comunità: pulizia degli ambienti, chiese, sale, giardino, orto comunitario e si offre la possibilità di una professionalizzazione per poter avere una fonte di reddito (cucito, punto-croce, produzione di vestiti, produzione di verdura), Pastoral da Criança con visite periodiche di assistenza sanitaria di base per i bambini e le donne gravide, Assistenza Scolastica, ecc.
Ci sono poi altri progetti in fase di preparazione: un Centro Professionale per
Panificatori, Formazione di Microeconomia Domestica e Professionale, Formazione
ai Diritti e Doveri…
Dietro a questi progetti ci sono tante persone, come la nostra Giuliana, di Verona, che dall’Italia cura la parte burocratica e procura buona parte dei finanziamenti necessari senza stancarsi di bussare a tutte le porte.

Costruzioni: dal 2005, da quando sono arrivati don Luca e don Daniele, si è costruita una nuova Casa-Canonica, bella, semplice e accogliente; si è costruito il Nuovo Centro Parrocchiale “Federico Aldrighetti”; Si è predisposta e attrezzata la Segreteria Parrocchiale; Si è sistemata la Chiesa Principale; Ad ogni Comunità si sta cercando di dare un minimo di strutture di base necessarie: una chiesa decente con serramenti funzionali, confini certi, un bagno, una sala per incontri…Sono appena iniziati i lavori per un Nuovo Stabile Multifunzionale che, stando alle esigenze attuali, probabilmente diventerà un centro di spiritualità.

• Oltre a tutte queste attività parrocchiali, don Luca è notevolmente impegnato a livello diocesano nella Pastorale Carceraria; don Daniele frequenta un corso di aggiornamento universitario 4 mattine la settimana e cura una volta la settimana una trasmissione radiofonica ed io sto perfezionando la lingua andando a lezione una mattina ogni settimana e approfittando delle diverse occasioni per parlare con la gente.

Il clima in parrocchia e in casa-canonica è sereno e c’è sempre spazio per pregare, riflettere, studiare, scherzare, accogliere persone, festeggiare, senza lasciarsi prendere dalla fretta…Penso che la fraternità sacerdotale ci aiuti veramente a costruire qualcosa che non è solo opera nostra, ma proprio perché è qualcosa che nasce nella fraternità, è “opera di Dio”.
2 semplici esperienze per riflettere:

• Qui molte case sono ancora di paglia e fango anche se ormai la maggior parte sono ormai di mattoni, senza intonaco e senza porte interne (a volte al posto delle porte ci sono delle tende). I servizi sono all’esterno della casa e non esistono fognature. La corrente elettrica c’è se si paga la bolletta. Tutti hanno almeno una piccola tv. Un giorno entro in una casa dove abitano marito, moglie e 3 figli. Vedo una piccola camera con 2 lettini e chiedo: “Questa è la camera dei bambini?” La madre mi guarda con un sorriso di “compatimento” e mi dice: “Eh no! Dormiamo tutti in questa camera!”

• 15 e 16 luglio: pellegrinaggio delle diocesi del Maranhão a Zé Doca, una città dell’interno, per riflettere e pregare sopra i problemi della Terra e dell’Acqua. Partiamo con un pullman pagato per 2/3 dai soldi italiani, per favorire la partecipazione della gente. La strada sembra da rally, piena di buche e sconnessa. Dopo 6 ore di viaggio arriviamo; Dopo il pranzo, che ognuno si era portato, ed una doccia, organizzata dalle solite conoscenze italiane (le suore della Sacra Famiglia), arriva la provvidenza della cena preparata per un altro gruppo che non era arrivato. E meno male, perché soldi nelle tasche dei nostri parrocchiani non ce n’erano. Tutta la notte, dalle 8 di sera alle 10 del mattino si è svolta in riflessioni, preghiere, canti, camminata, messa. Una ricchezza di contenuti eccezionale, ma anche uno sforzo fisico e mentale notevole. Nel viaggio di ritorno, alla fermata all’Autogrill, vedendo che alcuni non si compravano niente da mangiare o poca roba, la tentazione di “offrire” era forte. Una serie di riflessioni sono subito entrate nella mia testa: devo far la parte dello straniero che ha tanti soldi e paga per tutti? Devo nascondermi e mangiare da solo? Devo offrire solo ad alcuni? Alla fine ho acquistato qualcosina da mangiare per me e ho preso un po’ di caramelle e biscotti per tutti, come si fa anche nelle gite in Italia. Non so se ho fatto bene o male ma certamente convivere direttamente con la povertà aiuta a trasformare un po’ la propria vita! Grazie a Dio!

maggio 2006

“Tudo Bem? Tudo Bem!”(Tipica frase brasiliana usata sempre nel saluto)

Un saluto da Sao Luis e un grazie a tante persone che in tanti modi mi hanno manifestato la loro amicizia e mi hanno sostenuto con la preghiera. Dopo tre mesi dedicati soprattutto ad “ascoltare” e a tentare di imparare la lingua sto cominciando a muovere i primi passi nella comunità. Per fortuna che don Luca e don Daniele mi accompagnano con tanta pazienza. Giorno dopo giorno mi accorgo che le parole hanno dietro una storia e che una parola che sul vocabolario ha un significato, per la gente ne assume altri o assume sfumature diverse. Così scrivere questa lettera in italiano diventa sempre più difficile perché non so il valore che le parole assumono oggi per voi (anche se è passato poco tempo dalla mia partenza dall’Italia). Chissà quante storie, avvenimenti sono capitate nelle vostre famiglie e nelle vostre-nostre comunità cristiane e io, non conoscendoli, faccio fatica a tenerli presenti nelle parole che uso in questa lettera. Ma quando si ascolta e si parla con il cuore si supera anche ciò che non si conosce completamente.
Credo che possa essere utile, prima di parlare dell’attualità della mia esperienza qui in Brasile, conoscere un po’ di storia brasiliana. Il Brasile è abitato già da circa 30.000 anni. Con la Scoperta dell’America cominciò il tempo della Colonizzazione soprattutto da parte del Portogallo, ma anche di Spagna, Francia, Olanda,… Nei secoli scorsi c’è stato il triste fenomeno della “Tratta degli Schiavi” dall’Africa. C’è poi stato il fenomeno dell’immigrazione. Il Brasile si presenta così come la sintesi di tanti popoli diversi con le loro culture, religioni, storie: soprattutto Indios, Portoghesi e Africani. Il fenomeno della Colonizzazione terminò con l’Indipendenza da uno Stato particolare (il Portogallo) ma praticamente continuò con un’altra dipendenza dalle multinazionali di altre nazioni. Così l’abolizione della schiavitù si tradusse in pratica nell’abbandono di gran parte della gente sotto le nuove schiavitù di disoccupazione, senza-casa e senza terra. Negli ultimi tempi il Brasile sta vivendo una crescita economica dovuta soprattutto ai salari bassissimi e allo sfruttamento delle materie prime. Ma le disuguaglianze sociali sono abissali: pochissime persone hanno tantissimo e moltissime non hanno le cose sufficienti per una vita degna. (esempio: nel nostro quartiere molte famiglie fanno fatica a procurarsi persino l’acqua). Negli ultimi decenni si è aggiunto il fenomeno dell’urbanizzazione: dalle campagne la gente si sposta nelle periferie delle città in cerca di un miraggio di vita e occupa da disperata le terre spesso incolte di grandi latifondi.
E così arriviamo alla storia della nostra parrocchia: nell’estate del 1996 mentre ad Atlanta (negli Stati Uniti) erano in corso le Olimpiadi, nella periferia di São Luis si svolgeva un evento straordinario per la grande quantità di persone coinvolte: circa 15.000 famiglie (provenienti da tante situazioni di povertà esistenti nell’interno) occuparono un’area incolta appartenente ad una ditta locale. Dopo mesi di lotte, costruzioni e distruzioni delle baracche, lotte con la polizia, lotte giudiziarie, nei primi mesi del 1997 si arrivò ad un accordo: il governo dello Stato del Maranão, uno dei 27 stati di cui è composto il Brasile, dove appunto si trova la città-capitale di questo stato, São Luis, espropriò il terreno e lo affidò agli occupanti diviso in lotti di 10 metri per 20. Le famiglie vinsero così il diritto (che vale più di una medaglia olimpica) di un posto dove costruire la propria casa. Il quartiere fu perciò chiamato Città Olimpica. Il quartiere conta ora 60.000 persone.
La responsabilità pastorale del nuovo quartiere fu dapprima affidata alla parrocchia vicina dove opera l’Istituto “Don Calabria” e dopo diventò parrocchia autonoma formata da 6 comunità: Santissima Trinità, Santa Lucia, Sant’Anna, Gesù Misericordioso, Divino Spirito Santo e Assunzione. Dalla fine del 1994 la parrocchia è affidata alla diocesi di Verona.
In realtà ci sono molte altre comunità cristiane protestanti (Pentecostali) presenti sul territorio.
Potete immaginare i diversi problemi che un quartiere così comporta: problemi di adattamento alla città per gente abituata a vivere in campagna, problemi di salute, di scuola, di lavoro, ecc.
Come comunità cristiana cerchiamo di vivere e testimoniare il Vangelo cercando di non cadere nell’assistenzialismo ma puntando soprattutto sulla formazione che può offrire opportunità di lavoro o almeno il senso della dignità delle persone. Su i vari progetti parrocchiali, così come su tante altre cose, magari sarò più preciso nelle prossime puntate.
Permettetemi di dare un saluto particolare ai miei compagni di ordinazione sacerdotale avvenuta il 25 maggio del 1985 e ai loro familiari.

Preghiera a Nostra Signora

Come è bello il tuo nome o Maria; Cantando la vita quanta gioia!
Nel tuo nome, il nome di ogni donna; che nella vita fa sempre la volontà di Dio.

Come è bello il tuo viso o Maria; pace e tenerezza, luce irradia!
Nei tuoi occhi, ogni giovane può vedere la certezza del futuro rinascere!

Come sono belle le tue mani, o Maria, porta aperta della stella guida che è Gesù!
Una mano per consolare chi sta piangendo e l’altra per incoraggiare chi sta lottando!

Come sono belli i tuoi piedi, o Maria, scendendo dai monti, pace annunci!
Compagna più fedele di questo mio popolo, nei cammini di domani, di un mondo nuovo.

Come è bello il tuo ventre, o Maria, che porta il frutto della profezia.
Chi nella vita all’amore è fedele, è profeta del divino Emmanuele
.

(tentativo di traduzione da una poesia di Zé Vicente)

febbraio 2006 inizio missione

Ai parenti, agli amici,
alla Chiesa di Dio che è in Verona,
e a tutte le persone che hanno la pazienza
di leggere questo semplice tentativo
di “ascoltare” la realtà brasiliana
da novello missionario.

Graças a Deus!

“Graças a Deus” = “Grazie a Dio” : è la frase tipica del popolo brasiliano che manifesta così il suo modo di concepire la vita, in mezzo a mille contraddizioni, ma soprattutto con una fiducia in Dio che abbraccia la pelle di ogni angolo della vita.
Sono arrivato in Brasile il 27 gennaio 2006 insieme al Vescovo di Verona padre Flavio Roberto Carraro, con don Mario Sulmona (che da anni segue i missionari veronesi in ogni parte del mondo), don Ottavio Todeschini (direttore del Centro Missionario), don Ezio Falavegna (ex segretario generale del Sinodo), Chiara e Silvia (giornaliste e cameraman di “Luci del Mondo”) e, spiritualmente, con tutti voi.
Star seduto in aereo, in questo primo viaggio missionario, a fianco del nostro vescovo,e sentire da una parte la profondità dell’oceano e del cielo e dall’altra la vostra preghiera che mi invitava a guardare avanti, è stato proprio un bel Battesimo Missionario.
Arrivato a sera tardi nella città di Fortaleza, con le luci interne dell’aereo spente per poter vedere l’incanto delle luci a terra, ho avuto subito la percezione dell’ospitalità brasiliana.
A Fortaleza sono rimasto insieme a tutta la delegazione per 2 giorni insieme alla comunità “Regina Pacis” e ad altre realtà veronesi e non. Ho potuto apprezzare il lavoro stupendo di tanti missionari che si muovono tra mille difficoltà, ma anche con tanti aiuti e amicizie. Soprattutto a Fortaleza ho preso atto di un tentativo di comunione profonda tra diverse realtà ecclesiali in un grande terreno chiamato “condominio” (formato da gruppi e movimenti, da istituti di clausura, da volontari con diverse attenzioni e prerogative). Questo “condominio” (non è un grattacielo ma una serie di case vicine con spazi verdi) si trova nel mezzo della periferia della città, vicino all’aeroporto, ed è quindi immerso nella realtà della gente, ma nello stesso tempo è anche un segno di comunione ecclesiale.
Visitare con il vescovo alcune Favelas e alcune realtà di emarginazione di Fortaleza mi ha posto una serie di domande sul perchè la maggior parte delle persone del mondo è costretta a vivere così e mi ha indicato la strada del cammino missionario della Chiesa: essere un piccolo segno concreto di speranza, una speranza che non può venire solo da noi.
Il giorno 29 gennaio sono arrivato a São Luis e sono iniziati subito i lavori del Convegno dei Missionari dell’America Latina. Eravamo una sessantina e abbiamo lavorato sodo mettendo in comune le esperienze molto diversificate, ma tutte significative.
Le relazioni sul convegno le potete trovare sul sito della “Diocesi di Verona” in “Centro Missionario”. Il 4 marzo alle ore 20,30 presso il CUM (seminario di S.Massimo) verrà presentato un dvd del Convegno e della visita del Vescovo in terra brasiliana.
Così ho iniziato con una settimana di vera e propria scuola di missione e di fraternità missionaria, insieme all’amico Franco Falconi (ex co-parroco nell’unità pastorale della Valdadige e ora missionario a Cuba).
Il giorno 2 febbraio insieme a tutti i missionari e al Vescovo sono andato per la prima volta nella parrocchia Santissima Trinità dove insieme alla comunità abbiamo celebrato la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Alla fine della messa il vescovo mi ha chiamato per un breve saluto (le prime parole sbagliate e il microfono che funzionava poco) e poi ha annunciato l’inizio ufficiale del mio ministero per la domenica successiva.

Domenica 5 febbraio, nella chiesa parrocchiale alla presenza della comunità riunita per l’occasione in una “messa unitaria”, del vescovo di São Luis, del nostro vescovo di Verona, dei missionari rimasti ancora per qualche giorno dopo la fine del Convegno (compreso il carissimo don Franco) abbiamo siglato ufficialmente l’accordo tra la Chiesa di Verona e quella di São Luis per questa “adozione” della parrocchia “Santissima Trinità”. Alla fine c’è stato il mio saluto ufficiale nel quale ho invocato la misericordia di Dio e la pazienza di don Luca e di don Daniele e di tutta la comunità ad accompagnare il mio servizio in terra brasiliana. Il tutto, mi sembra, si è svolto senza “grossi errori”. Alla fine molti dei presenti si sono recati all’inaugurazione di un centro sociale gestito dalle suore della Sacra Famiglia, al confine del territorio della nostra parrocchia, nel territorio della parrocchia affidata all’istituto don Calabria. Questo centro, costruito in buona parte con i soldi dell’8 per mille della Chiesa italiana, sarà un riferimento nutrizionale e medico per molte famiglie della zona.
E così è iniziata la mia(nostra!) avventura in terra brasiliana. Sto vivendo i primi giorni nell’atteggiamento fondamentale di ogni prete che cambia parrocchia: cioè l’atteggiamento dell’ascolto, dovuto in parte alla lingua da imparare (molto diversa da quella dei libri) ma soprattutto dalla necessità di comprendere una realtà così complessa e contraddittoria, così piena di ricchezze e povertà sia materiali che spirituali e morali. L’ascolto, primo atteggiamento indicato dal nostro Sinodo, diventa così all’inizio del mio servizio qui, uno stile che spero mi accompagni sempre. Comincio già ad accorgermi quanto è stata importante l’esperienza pastorale vissuta soprattutto nell’unità pastorale della Valdadige e nella comunità presbiterale.
Per ora non ci sono problemi logistici e di salute: don Luca e don Daniele hanno fatto costruire una nuova casa-canonica e hanno organizzato i problemi di vitto e alloggio nel modo migliore possibile qui.
Per il momento quindi mi metto in ascolto e più avanti potrò dirvi qualcosa di più preciso sulla realtà che mi circonda e nella quale Dio fa meraviglie.
Un grazie sincero a tutti per i tanti gesti ed espressioni di amicizia. Dio benedica i vostri cuori! La prima e-mail che ho trovato in terra brasiliana aveva in allegato la foto dell’ecografia del bambino che sta per nascere di Christian e Federica. Grazie!

A PROPOSITO DI CARNEVALE! Non si può fare a meno di parlare di Carnevale in questi giorni in terra brasiliana. Non ho la competenza e nemmeno lo spazio per fare lunghe disquisizioni sul senso del carnevale. Solo cerco di dire qualcosa. Di solito il carnevale e il suo significato, in Italia come in Brasile, viene associato agli eccessi delle manifestazioni carnevalesche: fuga dalla realtà, ironia sugli avvenimenti e sulle persone, divertimento sfrenato, sfogo mascherato sui problemi della vita,…. Sembra che il carnevale sia diventato anche un modo di concepire e affrontare la vita, senza troppi razionalismi, azioni continuative, impegni seri,… Sono tutte cose vere!
Ma, forse, proprio il Brasile, con il suo culto del corpo e della corporeità (espresso sia nella religiosità che nella vita quotidiana) mi ricorda che “la carne vale”, e non solo la razionalità, e non solo lo spirito. Se Dio ha mandato il suo Figlio ad “incarnarsi”, se Gesù Cristo è risorto con il suo vero corpo, se nel Credo i cristiani proclamano la risurrezione della carne, probabilmente il carnevale può essere la vera “partenza antropologica” del cammino quaresimale, dalla quale non si può prescindere, se si vuole essere rispettosi di tutta la persona umana amata interamente da Dio. Le conseguenze di queste riflessioni potrebbero essere: vivere il carnevale non come un nascondimento di qualcosa ma come rivelazione di una identità profonda e originale; rispettare e valorizzare la corporeità in tante espressioni della vita quotidiana e religiosa; promuovere quelle scelte morali che portano alla promozione della persona umana, della sua salute e bellezza interiore ed esteriore; ... Certamente non ci si può fermare alla sola corporeità ma non se ne può fare a meno, perché fa parte della nostra vita ed è amata da Dio. Buon Carnevale e Buona Quaresima!
Ciao a tutti!