Agosto 2006

“ESTAMOS CHEGANDO!”
(“STIAMO ARRIVANDO!”)

E’ una frase tipica, molto usata qui in Brasile, che indica, insieme all’imprecisione del “quando”, la speranza di arrivare ad una condizione di prosperità e sicurezza di vita che sembra ormai raggiungibile, ma il cui traguardo si sposta sempre più in là.
Nel salutare e ringraziare tutti gli amici e ognuno in particolare, penso che possa essere utile descrivere, a linee generali, come è organizzata la vita della parrocchia della Santissima Trinità, nella città di São Luís, Stato del Maranhão, nel Nord-Est del Brasile.
Gli abitanti della nostra parrocchia (circa 60.000) hanno occupato la “città olimpica” nel 1996; il territorio si trova alla periferia della città e pertanto la gente per il lavoro e i servizi deve muoversi (45 minuti di autobus) per raggiungere il centro di São Luís. Il quartiere vive tutti i problemi di una situazione precaria: povertà culturale ed economica, mancanza di senso di appartenenza al territorio, mancanza di prospettive certe, problemi di salute e violenza… Ma anche voglia di costruirsi una vita nuova, età e mentalità giovane, pazienza, fede in Dio… C’è una moltitudine di chiese Protestanti, soprattutto Pentecostali.
La nostra parrocchia, formata da 6 comunità, ha come obiettivo principale: costruire un senso di appartenenza alla comunità in uno spirito di autonomia e responsabilità, puntando soprattutto sulla formazione di catechisti e animatori. Si cerca di perseguirlo lavorando insieme, per quanto è possibile, con le parrocchie vicine e nell’unità con la diocesi, in un clima di continua “sperimentazione” e “verifica” e con l’entusiasmo degli inizi. E’ veramente impressionante vedere come qui la missione del prete non sia così “totalizzante” come in Italia e nello stesso tempo sia così “necessaria”.
Organizzazione: Ogni prete segue in particolare 2 comunità, ma tutto viene condiviso!

Formazione e Catechesi: ognuna delle 6 Comunità tiene un incontro mensile di studio biblico, la formazione settimanale dell’Iniziazione Cristiana e la preparazione ai Sacramenti, la formazione dei diversi Gruppi. A livello Parrocchiale si cura la Formazione di Catechisti e Animatori delle singole comunità e la Formazione dei Gruppi Parrocchiali. Aiutiamo anche alcune persone a Studiare Teologia e a partecipare a Corsi Formativi diocesani e nazionali.

Liturgia: si cerca, quando è possibile, di celebrare la Messa Festiva, o almeno una Celebrazione della Parola autogestita, in ognuna delle 6 comunità. Si valorizza la celebrazione comunitaria dei Sacramenti, compreso il Matrimonio.
Nei giorni feriali alcune volte c’è la Messa, altre volte l’Adorazione Eucaristica o il Rosario o una Celebrazione Penitenziale con Confessioni o la Messa sulla strada, o il Consiglio di Comunità o la Visita alle Famiglie…

Carità e Attività Sociali: Ci sono diversi progetti finanziati da enti italiani (8 x mille, Medicus Mundi, Parrocchie veronesi) in collaborazione con gli Enti Locali, ma anche sostenuti dal lavoro e dalle offerte dei Parrocchiani: la Formazione delle “Donne Moltiplicatrici” di nozioni di base riguardo la salute e la vita familiare, Familias Solidarias (= l’aiuto a famiglie con bambini sotto i 12 anni e senza rendita: si fornisce una “Cesta Basica” mensile (alimenti essenziali) e si chiede un servizio nella comunità: pulizia degli ambienti, chiese, sale, giardino, orto comunitario e si offre la possibilità di una professionalizzazione per poter avere una fonte di reddito (cucito, punto-croce, produzione di vestiti, produzione di verdura), Pastoral da Criança con visite periodiche di assistenza sanitaria di base per i bambini e le donne gravide, Assistenza Scolastica, ecc.
Ci sono poi altri progetti in fase di preparazione: un Centro Professionale per
Panificatori, Formazione di Microeconomia Domestica e Professionale, Formazione
ai Diritti e Doveri…
Dietro a questi progetti ci sono tante persone, come la nostra Giuliana, di Verona, che dall’Italia cura la parte burocratica e procura buona parte dei finanziamenti necessari senza stancarsi di bussare a tutte le porte.

Costruzioni: dal 2005, da quando sono arrivati don Luca e don Daniele, si è costruita una nuova Casa-Canonica, bella, semplice e accogliente; si è costruito il Nuovo Centro Parrocchiale “Federico Aldrighetti”; Si è predisposta e attrezzata la Segreteria Parrocchiale; Si è sistemata la Chiesa Principale; Ad ogni Comunità si sta cercando di dare un minimo di strutture di base necessarie: una chiesa decente con serramenti funzionali, confini certi, un bagno, una sala per incontri…Sono appena iniziati i lavori per un Nuovo Stabile Multifunzionale che, stando alle esigenze attuali, probabilmente diventerà un centro di spiritualità.

• Oltre a tutte queste attività parrocchiali, don Luca è notevolmente impegnato a livello diocesano nella Pastorale Carceraria; don Daniele frequenta un corso di aggiornamento universitario 4 mattine la settimana e cura una volta la settimana una trasmissione radiofonica ed io sto perfezionando la lingua andando a lezione una mattina ogni settimana e approfittando delle diverse occasioni per parlare con la gente.

Il clima in parrocchia e in casa-canonica è sereno e c’è sempre spazio per pregare, riflettere, studiare, scherzare, accogliere persone, festeggiare, senza lasciarsi prendere dalla fretta…Penso che la fraternità sacerdotale ci aiuti veramente a costruire qualcosa che non è solo opera nostra, ma proprio perché è qualcosa che nasce nella fraternità, è “opera di Dio”.
2 semplici esperienze per riflettere:

• Qui molte case sono ancora di paglia e fango anche se ormai la maggior parte sono ormai di mattoni, senza intonaco e senza porte interne (a volte al posto delle porte ci sono delle tende). I servizi sono all’esterno della casa e non esistono fognature. La corrente elettrica c’è se si paga la bolletta. Tutti hanno almeno una piccola tv. Un giorno entro in una casa dove abitano marito, moglie e 3 figli. Vedo una piccola camera con 2 lettini e chiedo: “Questa è la camera dei bambini?” La madre mi guarda con un sorriso di “compatimento” e mi dice: “Eh no! Dormiamo tutti in questa camera!”

• 15 e 16 luglio: pellegrinaggio delle diocesi del Maranhão a Zé Doca, una città dell’interno, per riflettere e pregare sopra i problemi della Terra e dell’Acqua. Partiamo con un pullman pagato per 2/3 dai soldi italiani, per favorire la partecipazione della gente. La strada sembra da rally, piena di buche e sconnessa. Dopo 6 ore di viaggio arriviamo; Dopo il pranzo, che ognuno si era portato, ed una doccia, organizzata dalle solite conoscenze italiane (le suore della Sacra Famiglia), arriva la provvidenza della cena preparata per un altro gruppo che non era arrivato. E meno male, perché soldi nelle tasche dei nostri parrocchiani non ce n’erano. Tutta la notte, dalle 8 di sera alle 10 del mattino si è svolta in riflessioni, preghiere, canti, camminata, messa. Una ricchezza di contenuti eccezionale, ma anche uno sforzo fisico e mentale notevole. Nel viaggio di ritorno, alla fermata all’Autogrill, vedendo che alcuni non si compravano niente da mangiare o poca roba, la tentazione di “offrire” era forte. Una serie di riflessioni sono subito entrate nella mia testa: devo far la parte dello straniero che ha tanti soldi e paga per tutti? Devo nascondermi e mangiare da solo? Devo offrire solo ad alcuni? Alla fine ho acquistato qualcosina da mangiare per me e ho preso un po’ di caramelle e biscotti per tutti, come si fa anche nelle gite in Italia. Non so se ho fatto bene o male ma certamente convivere direttamente con la povertà aiuta a trasformare un po’ la propria vita! Grazie a Dio!