maggio 2006

“Tudo Bem? Tudo Bem!”(Tipica frase brasiliana usata sempre nel saluto)

Un saluto da Sao Luis e un grazie a tante persone che in tanti modi mi hanno manifestato la loro amicizia e mi hanno sostenuto con la preghiera. Dopo tre mesi dedicati soprattutto ad “ascoltare” e a tentare di imparare la lingua sto cominciando a muovere i primi passi nella comunità. Per fortuna che don Luca e don Daniele mi accompagnano con tanta pazienza. Giorno dopo giorno mi accorgo che le parole hanno dietro una storia e che una parola che sul vocabolario ha un significato, per la gente ne assume altri o assume sfumature diverse. Così scrivere questa lettera in italiano diventa sempre più difficile perché non so il valore che le parole assumono oggi per voi (anche se è passato poco tempo dalla mia partenza dall’Italia). Chissà quante storie, avvenimenti sono capitate nelle vostre famiglie e nelle vostre-nostre comunità cristiane e io, non conoscendoli, faccio fatica a tenerli presenti nelle parole che uso in questa lettera. Ma quando si ascolta e si parla con il cuore si supera anche ciò che non si conosce completamente.
Credo che possa essere utile, prima di parlare dell’attualità della mia esperienza qui in Brasile, conoscere un po’ di storia brasiliana. Il Brasile è abitato già da circa 30.000 anni. Con la Scoperta dell’America cominciò il tempo della Colonizzazione soprattutto da parte del Portogallo, ma anche di Spagna, Francia, Olanda,… Nei secoli scorsi c’è stato il triste fenomeno della “Tratta degli Schiavi” dall’Africa. C’è poi stato il fenomeno dell’immigrazione. Il Brasile si presenta così come la sintesi di tanti popoli diversi con le loro culture, religioni, storie: soprattutto Indios, Portoghesi e Africani. Il fenomeno della Colonizzazione terminò con l’Indipendenza da uno Stato particolare (il Portogallo) ma praticamente continuò con un’altra dipendenza dalle multinazionali di altre nazioni. Così l’abolizione della schiavitù si tradusse in pratica nell’abbandono di gran parte della gente sotto le nuove schiavitù di disoccupazione, senza-casa e senza terra. Negli ultimi tempi il Brasile sta vivendo una crescita economica dovuta soprattutto ai salari bassissimi e allo sfruttamento delle materie prime. Ma le disuguaglianze sociali sono abissali: pochissime persone hanno tantissimo e moltissime non hanno le cose sufficienti per una vita degna. (esempio: nel nostro quartiere molte famiglie fanno fatica a procurarsi persino l’acqua). Negli ultimi decenni si è aggiunto il fenomeno dell’urbanizzazione: dalle campagne la gente si sposta nelle periferie delle città in cerca di un miraggio di vita e occupa da disperata le terre spesso incolte di grandi latifondi.
E così arriviamo alla storia della nostra parrocchia: nell’estate del 1996 mentre ad Atlanta (negli Stati Uniti) erano in corso le Olimpiadi, nella periferia di São Luis si svolgeva un evento straordinario per la grande quantità di persone coinvolte: circa 15.000 famiglie (provenienti da tante situazioni di povertà esistenti nell’interno) occuparono un’area incolta appartenente ad una ditta locale. Dopo mesi di lotte, costruzioni e distruzioni delle baracche, lotte con la polizia, lotte giudiziarie, nei primi mesi del 1997 si arrivò ad un accordo: il governo dello Stato del Maranão, uno dei 27 stati di cui è composto il Brasile, dove appunto si trova la città-capitale di questo stato, São Luis, espropriò il terreno e lo affidò agli occupanti diviso in lotti di 10 metri per 20. Le famiglie vinsero così il diritto (che vale più di una medaglia olimpica) di un posto dove costruire la propria casa. Il quartiere fu perciò chiamato Città Olimpica. Il quartiere conta ora 60.000 persone.
La responsabilità pastorale del nuovo quartiere fu dapprima affidata alla parrocchia vicina dove opera l’Istituto “Don Calabria” e dopo diventò parrocchia autonoma formata da 6 comunità: Santissima Trinità, Santa Lucia, Sant’Anna, Gesù Misericordioso, Divino Spirito Santo e Assunzione. Dalla fine del 1994 la parrocchia è affidata alla diocesi di Verona.
In realtà ci sono molte altre comunità cristiane protestanti (Pentecostali) presenti sul territorio.
Potete immaginare i diversi problemi che un quartiere così comporta: problemi di adattamento alla città per gente abituata a vivere in campagna, problemi di salute, di scuola, di lavoro, ecc.
Come comunità cristiana cerchiamo di vivere e testimoniare il Vangelo cercando di non cadere nell’assistenzialismo ma puntando soprattutto sulla formazione che può offrire opportunità di lavoro o almeno il senso della dignità delle persone. Su i vari progetti parrocchiali, così come su tante altre cose, magari sarò più preciso nelle prossime puntate.
Permettetemi di dare un saluto particolare ai miei compagni di ordinazione sacerdotale avvenuta il 25 maggio del 1985 e ai loro familiari.

Preghiera a Nostra Signora

Come è bello il tuo nome o Maria; Cantando la vita quanta gioia!
Nel tuo nome, il nome di ogni donna; che nella vita fa sempre la volontà di Dio.

Come è bello il tuo viso o Maria; pace e tenerezza, luce irradia!
Nei tuoi occhi, ogni giovane può vedere la certezza del futuro rinascere!

Come sono belle le tue mani, o Maria, porta aperta della stella guida che è Gesù!
Una mano per consolare chi sta piangendo e l’altra per incoraggiare chi sta lottando!

Come sono belli i tuoi piedi, o Maria, scendendo dai monti, pace annunci!
Compagna più fedele di questo mio popolo, nei cammini di domani, di un mondo nuovo.

Come è bello il tuo ventre, o Maria, che porta il frutto della profezia.
Chi nella vita all’amore è fedele, è profeta del divino Emmanuele
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(tentativo di traduzione da una poesia di Zé Vicente)