Buon Natale 2011 e Felice Anno 2012


Parabéns, menino Jesus!
Auguri, Gesù bambino!


Auguri di Buon Compleanno Gesù bambino, anche se il giorno, il mese e l’anno della tua nascita non sono così certi; anche se il Natale è molto di più che una festa di compleanno: è la festa della grande e perenne unione tra Dio e l’umanità. Il Vangelo ci dà alcune notizie di carattere storico-geografico: al tempo della tua nascita terrena l’imperatore romano Cesare Augusto ordinò il censimento, Quirino era governatore della Siria e il re Erode comandava la Giudea.
Auguri anche a te città di São Luis che l’8 settembre del 2012 compirai 400 anni! Fu infatti l’8 settembre 1612 che la città fu fondata dai francesi; poi i portoghesi la occuparono e anche per poco tempo (1641-1644) fu colonia dell’Olanda. Quando arrivarono i francesi incontrarono una popolazione di circa 500 indios “tubinambás” che abitavano una città chiamata Upaon-Açu (“grande isola”). Daniel la Touche arrivò con i suoi soldati, costruì un forte e fece celebrare una messa dai padri cappuccini che l’accompagnavano battezzando la città São Luis in onore a San Luigi IX, patrono di Francia e al re francese di quel tempo Luigi XIII. Era l’unione tra la croce e la spada e, l’annuncio del Vangelo, con i relativi battesimi, avveniva insieme all’occupazione coloniale. Nel 1677 São Luis fu eretta a diocesi (la 4ª in ordine di tempo del Brasile). Accaddero poi molti fatti marcanti la storia sociale e religiosa: la vita come colonia del Portogallo e le lotte per l’indipendenza del Brasile; la missione di diversi ordini religiosi con caratteristiche diverse; la sempre difficile relazione fra i popoli indigeni e i coloni europei; il tempo dell’importazione degli schiavi dall’africa; il sincretismo sociale e religioso; il fenomeno dell’urbanizzazione nell’ultimo secolo e l’espandersi di diverse chiese evangeliche e pentecostali; le oligarchie che hanno continuato a gestire il potere politico; i grandi latifondi dell’interno dello stato del Maranhão e le differenze sociali e economiche abissali; l’alcolismo e la diffusione delle droghe; la relativa crescita del clero locale (i preti locali sono 50 con 1.400.000 abitanti) e di molti laici impegnati con corresponsabilità, un grande progresso economico per molti e la valorizzazione turistica della città.
Dentro la nostra storia personale e la storia di questa città, come la storia delle famiglie e la storia dell’Italia, del Brasile e della nostra parrocchia, pur in mezzo a tante contraddizioni, tu Gesù bambino vuoi venire ad abitare oggi. La diocesi di São Luis sta tentando di accoglierti nel modo migliore promuovendo eventi speciali e soprattutto tentando di suscitare uno spirito di rinnovata evangelizzazione mediante le Sante Missioni Popolari in molte parrocchie. Anche la nostra parrocchia è impegnata nella formazione di circa 350 missionari per abituarsi ad andare incontro, ad essere protagonisti dentro la Chiesa, tentando di risvegliare energie e possibilità, di riorganizzarsi per essere più attenta alla vita delle persone.
Tu, Gesù bambino continui a venire dentro la nostra storia, privilegiando le persone semplici, e spesso emarginate, ma disponibili, come Maria, Giuseppe, i pastori, gli stranieri,…
Buon Compleanno Gesù Bambino! Auguri São Luis! Noi missionari “fidei donum” pensiamo che non sia sufficiente un dolce di compleanno o un panettone o un pandoro per festeggiare il Natale ma che occorra innanzitutto la disponibilità ad amare le persone così che la loro storia diventi la nostra storia e la nostra storia diventi la loro. Questo abbiamo imparato da te Gesù bambino.


ESPERIENZE DEGLI ULTIMI MESI:
· Problemi sociali con luci e ombre: il numero di assassinati nel nostro quartiere sembra un po´ calato, l’acqua manca in molte famiglie, l’educazione scolastica continua ad essere un grande problema, la droga miete vittime e crea problemi a tutti, il sindaco ha deciso di asfaltare le strade di molti quartieri della città e ha pensato di cominciare proprio dal nostro,…
· La marcia per la pace organizzata dalla nostra fondazione JPA il 12 ottobre ha evidenziato i problemi e le possibilità della nostra gente, ha coinvolto molti gruppi e associazioni del quartiere ed è stata animata in modo straordinario dai giovani.
· Una comunità ha sperimentato la festa patronale con stile missionario: visite alle famiglie, messe e celebrazioni sulle strade, momenti di festa e condivisione con vera accoglienza.
· Abbiamo organizzato un ritiro missionario con la partecipazione di altre 2 parrocchie vicine: in tutto più di mille persone riflettendo per 2 giorni sopra le nostre convinzioni di vita e di fede.
· Mi é capitato più volte in questi giorni di arrivare in una comunità e trovarla riunita in qualche famiglia a celebrare una veglia di preghiera in preparazione al Natale.
· I giovani hanno scelto, come impegno missionario, di andare nelle zone difficili del quartiere visitando più volte i loro coetanei e l’hanno fatto.


Un santo Natale e felice anno 2012!

Ciao e Grazie per la preghiera e il sostegno! Claudio Vallicella, prete fidei donum.
Si uniscono agli Auguri don Daniele, don Orazio,
Francesca, Damiano e Isacco, Carolina, Maria


e la Parrocchia della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.

OTTOBRE, MESE MISSIONARIO

“Missão na Ecologia” (Missione e Ecologia)



È il tema che quest’anno la Chiesa che è in Brasile ha scelto per vivere e celebrare il mese missionario di ottobre. Vorrei tentare di fare un po’ di ecologia della missione, presentando l’altra faccia della missione. Si fa presto a dire missionario! Ma cosa si intende per “missione” e “missionario” ? Cosa in realtà è la missione? E cosa fa il missionario?
C’è una difficoltà nella comunicazione tra missionario e comunità di origine, amici, conoscenti, parrocchie e gruppi: da parte del missionario c´è la voglia e necessità di raccontare, compiendo così una parte della sua missione che è lo scambio; dall’altra ci sono attese di curiosità, preconcetti, sensibilità diverse. Nel mezzo ci sono le persone che vivono nella missione e che non possono essere trattati come oggetti di analisi o cavie di esperimenti sociologici o pastorali. Nel mezzo ci sono anche situazioni oggettive di povertà, ingiustizia, guerra, ignoranza, caratteri e emotività, che spesso hanno la loro causa negli egoismi del primo mondo.
Uno dei criteri che mi metto sempre di fronte quando scrivo una lettera è questo: e se questa lettera la leggesse un emigrato brasiliano o africano o asiatico o dell’est Europa che ora vive in Italia, che cosa direbbe?
Molto importante per capire una realtà diversa dalla nostra è il fattore climatico. Non si può giudicare il ritmo lavorativo comparandolo con i nostri ambienti italiani fatti di stagioni, di sollecitazioni climatiche che creano atteggiamenti e mentalità: è diverso se la frutta viene tutto l’anno o se bisogna accantonare per quando non c’è; è diverso pensare alla nudità come mancanza di vestiti (e magari inviare vestiti di lana) o alla nudità per il caldo. È diverso percorrere una strada con i finestrini chiusi e l’aria condizionata o camminare in mezzo alle immondizie che ci sono sparpagliate per la strada con tutti i loro odori. Per capire una realtà bisogna in qualche modo esserci dentro.
Un altro fattore è quello storico: è molto importante studiare la storia del paese dove ci si inserisce. Il Brasile è figlio di un’epoca coloniale, di una schiavitù economica e sociale che ancora praticamente perdura in abitudini e gesti (qui noi bianchi veniamo chiamati “padroni” o “signori”). Ci sono figure storiche, soprattutto “patrioti” che hanno lottato per l’indipendenza o la dignità di questi popoli, che hanno lasciato nel cuore delle popolazioni, a volte solo a livello inconscio, mentalità e modi di fare, e non tutti erano santi.
Un altro fattore è quello dell’urbanizzazione, molto più evidente qui dove vivo in periferia di una grande città. È un fenomeno tipico di questi ultimi 50 anni nel mondo, ma che nelle nostre città italiane è stato accompagnato da “ammortizzatori sociali”. Qui invece e in molte zone del sud del mondo il trasferimento verso la città, mostrata come “paradiso” ha significato per molte famiglie disastri economici, affettivi, insieme naturalmente, per molti, a nuove opportunità. Porto solo un esempio: in molte famiglie che abitano qui in periferia ci sono figli di parenti che abitano nell’interno, perché qui hanno migliori opportunità scolastiche e di lavoro. Ma tutto questo crea squilibri e problemi nel campo dell’educazione con sostituzioni di ruoli (zii che diventano genitori e genitori che praticamente non trovano più il proprio ruolo) .
Un altro fattore è quello della storia religiosa. Davanti a una profonda religiosità, che a noi europei figli del razionalismo, suona come “superstizione” o “istintività” è importante riconoscere alcuni fattori storici: la religione imposta dal colonizzatore, la poca possibilità di accompagnare da parte di preti o catechisti qualificati, la poca rilevanza data alle “giovani chiese” in quello che hanno di bello e genuino. La Chiesa per molti aspetti sembra non aver ancora preso coscienza della necessità di uno stile missionario (meno abitudinario e più dinamico, meno formale e più concreto, non centralizzato sul prete ma con una chiesa tutta ministeriale) che il Sinodo di Verona ha cercato di risvegliare.
Un altro fattore è quello economico. I missionari sono di solito inviati in zone dove c´è molta povertà economica. E quello che balza agli occhi del missionario che arriva è proprio questa povertà. Le nostre crisi economiche, pur tragiche per molte persone, in fondo sono sempre poca cosa per chi vive quotidianamente in situazione di rischio per mancanza di cibo, poca sicurezza pubblica, inadeguate strutture sanitarie e educative. Eppure, almeno qui da noi si respira un’aria da boom economico. Il nostro vicino che 2 anni fa aveva una casa di fango ora ha una casa meglio della nostra. Gli amici dei missionari mandano volentieri aiuti economici soprattutto se rimangono impressionati da fotografie di bambini senza vestiti che piangono o ridono davanti a un pezzo di pane o a una caramella. Fare il babbo natale della situazione è gratificante. Ma è giusto? Che mentalità crea in chi dona e in chi riceve? Una frustrazione che a volte accompagna il missionario: l’impressione di essere sfruttato economicamente proprio dalle persone che sono state più aiutate. Altra difficoltà: come spiegare che molte spese sono “funzionali e indirette” (come la macchina che qui con strade non asfaltate e piene di buche ha bisogno di continue riparazioni o come la formazione che non ha risultati immediati ma che crea le condizioni per cambiamenti più duraturi,…)? Qui a São Luis stiamo cercando una modalità diversa di “fare carità” anche attraverso la fondazione JPA (“Giustizia e Pace si Abbracceranno”) che abbiamo creato per avere uno strumento legalmente riconosciuto e trasparente che possa gestire in forma autonoma i diversi progetti sociali. Ma quanta fatica! Che fatica educare alla legalità! Che fatica trovare un negozio che faccia la nota fiscale come richiede la Fondazione!
Un altro fattore è quello delle “droghe”: dall’alcoolismo diffuso, alle droghe leggere che si stanno diffondendo in modo preoccupante. Nel nostro quartiere praticamente ogni via ha il proprio angolo di spaccio. Le lotte tra gang per il controllo del mercato sono sanguinose e feroci. Anche alcuni modi di vivere la religiosità molte volte sembrano una vera dipendenza. Eppure ogni mattina, ogni pomeriggio, ogni sera (perché qui le scuole funzionano a turni) ci sono giovani che vanno a scuola, che frequentano gruppi folcloristici di danza, che praticano sport, che si impegnano nei gruppi parrocchiali e sociali: insomma che provano a costruire una società diversa.
Un altro fattore è lo stile di vita del missionario: da un lato c´è la necessità di un’abitazione confortevole, di igiene, di possibilità di trasporto per poter aiutare stando bene fisicamente e poter raggiungere il maggior numero di persone in poco tempo; dall’altra c’è la “vergogna” di entrare in case dove non hanno da offrirti neanche una sedia per sederti.
Un ultimo fattore che sottolineo, in mezzo certamente a molti altri, sono le forti contraddizioni che qui appaiono molto evidenti per noi: entrare in una casa di fango e incontrare la tv e il dvd; avere pochi soldi e spenderli tutti per alcolici, vestiti o feste; la convivenza fianco a fianco tra il super ricco e il super povero; Ma sarebbe altrettanto interessante chiedere agli immigrati in Italia un’analisi seria delle contraddizioni di noi italiani.
Per questo è difficile comunicare una realtà che appare lontana da un nostro modo di vedere le cose. Ma abitando qui, convivendo con il vicino che accende lo stereo a tutto volume dalle 7 della sera fino alle 7 del mattino, condividendo i passi e le fatiche delle famiglie, si percepisce che i sorrisi sono reali e che le lacrime sono altrettanto reali; che le ingiustizie, gli egoismi, ma anche i gesti di generosità e di amore vero accadono qui come in Italia. Che le 18 morti nel carcere della città ci sono state per davvero. Che gli assalti e le violenze accadono continuamente seminando un clima di paura. Ma anche che le persone si rialzano ogni mattina e ricominciano a sperare, a giocare, a lavorare, a danzare, a pregare, a vivere. Essere missionario è tutto questo: non è più necessario tenere la barba lunga perché oggi in molti luoghi di missione c’è la possibilità di prendersi cura del proprio aspetto. Non mancano le avventure: incontri con coccodrilli e serpenti sono rari, ma ci sono. Ma le avventure più pesanti sono quelle delle situazioni umane delle famiglie. Eppure, nonostante tutto quello che gli capita, queste persone sanno vivere nella gioia e nella speranza che nasce dalla fede anche le situazioni difficili. Riconoscere la presenza di Dio non è molto difficile. Egli è il missionario che è arrivato prima di noi. È il profumo di Dio sparso nei fiori dei fatti della vita che dà senso ad ogni cosa. Dio ha sempre molto da annunciarci attraverso gli occhi di speranza viva di tante persone. La missione è certo un’operazione di ecologia naturale che è sempre indispensabile: educare alla consapevolezza dei diritti umani fondamentali: vita, salute, educazione, giustizia, libertà,… Missione è però soprattutto esperienza di ecologia teologica: in fondo essere missionari è lavorare nel giardino del Signore insieme a Lui e a tante altre persone, respirare a pieni polmoni quell’ossigeno di vita nuova che la Sua presenza lascia nei nostri cuori e lasciarsi meravigliare dalla bellezza impensabile di questo luogo che ogni giorno insieme a qualche spina ci offre tantissimi fiori.
Un felice mese missionario!
Claudio Vallicella, prete fidei donum.




Salutissimi anche da don Daniele, don Orazio, Francesca, Damiano e Isacco, Carolina, Maria




e la Parrocchia della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.

BUONA PASQUA 2011

“Por favor, me dá um copo de água?”

“Per piacere, mi puoi dare un bicchiere d’ acqua”

Quasi ogni giorno alcuni bambini prima di andare a scuola passano a casa nostra e ci chiedono un bicchiere d’acqua. Per loro é diventato quasi un gioco, anche se la necessità, visto il caldo, é reale. È diventata anche un’occasione per salutarci. Un semplice bicchiere d’acqua diventa un segno importante di relazione e di amicizia. È facile pensare al Vangelo della Samaritana o alle frasi di Gesù che parlano di quanto è importante dare un bicchiere d’acqua (Mt 10,42). L’acqua è un elemento naturale prezioso e nello stesso tempo imprevedibile: tutti in questi mesi abbiamo fatto esperienza delle piogge torrenziali e le immagini dello tsunami ci hanno lasciato sbigottiti e forse un poco più consapevoli della debolezza umana. Nel nostro quartiere la lotta per avere in casa l’acqua, in un paese come il Brasile che ha le maggiori riserve di acqua dolce del mondo, è perenne. Ogni famiglia deve poi procurarsi il filtro perché l’acqua che viene dai rubinetti non è potabile. La precarietà dell’acqua ha, come è facile intuire, conseguenze per la salute, soprattutto dei bambini. Gesù ha scelto, come simbolo esteriore del Battesimo, l’acqua che, insieme alla presenza interiore dello Spirito Santo, diventa Sacramento, segno e strumento di Vita Nuova. La Vita Pasquale che nasce dal costato di Cristo sulla croce è nel segno dell’acqua. Dare anche solo un bicchiere d’acqua non è solo un semplice gesto di compassione o un gioco, ma diventa un annuncio missionario di quella Vita Nuova che è già incominciata nella Pasqua di Gesù e che continua nella nostra vita di battezzati. Così la missione si trasforma in condivisione, a partire dal semplice gesto di offrire un bicchiere d’acqua.

LA REALTÁ IN CUI VIVIAMO:

A volte si sentono spesso frasi come: la povertà, le ingiustizie, la violenza e la droga ci sono anche in Europa. Non serve preoccuparsi di quello che succede in Africa o in America latina o in Asia. Ogni ammalato sente il proprio dolore ed è già sufficiente a riempire la propria mente. Ma il cristiano è abituato a ascoltare il cuore che batte nel petto del vicino e del lontano. Così alcune statistiche che tutti possono incontrare e verificare in rapporti ufficiali delle organizzazioni internazionali ci aiutano ad aprire gli occhi sulla realtà in cui viviamo.

Anno 2009:

• PIL pro capite: Italia = 31.200,00 $ Brasile = 9.400,00 $ Maranhão = 3.074,00 $

• Tasso di Alfabetizzazione: Italia = 98,4% Brasile = 88,6% Maranhão = 77,0 %

• Speranza di vita: Italia = 80,2 Brasile = 73,1 Maranhão = 68,4

Anno 2010:

• Numero omicidi: Brasile = 52,9 ogni 100.000 persone; Italia = 0,9 ogni 100.000 persone. Il Maranhão è lo stato brasiliano che ha aumentato di più il numero di omicidi negli ultimi dieci anni. Purtroppo il nostro quartiere, Cidade Olímpica, nella periferia di São Luis, si è distinto nel 2010 come uno dei quartieri piú violenti della cittá. Anche nella lista dei martiri del 2010, pubblicata dal Centro Missionario di Verona, il Brasile è al primo posto con 5 di cui 2 nella nostra cittá di São Luis.

TEMPO DI PASQUA:

tempo per riscoprire il senso di appartenenza alla Chiesa: così ci invita la Liturgia. Provocati da tante situazioni e idee di Chiesa e dalla prossimità a tanti tipi di Chiese cristiane che popolano il nostro quartiere, siamo sempre più chiamati a riscoprire l’autentico spirito ecumenico e nello stesso tempo la bellezza di essere cattolici perché nella realtà della nostra vita quotidiana abbiamo scoperto che la Chiesa è intollerante nei principi perché crede, ma è tollerante nella pratica perché ama.

COME LA MISSIONE SI È RIORGANIZZATA:

Con l’arrivo di Carolina e Maria, la nostra missione si è riorganizzata: adesso c’è un’unica equipe missionaria composta da tre comunità:

• i preti Claudio Vallicella, Daniele Soardo e Orazio Bellomi

• la famiglia di Damiano Conati, Francesca Frapporti e il piccolo Isacco

• le volontarie laiche: Carolina Almari e Maria Gobbato.

Ogni comunità vive in case distinte ma le gioie e i problemi vengono condivisi. Ognuno, secondo le capacità e professionalità, si mette a disposizione della missione: Carolina al rinforzo scolastico, Maria con i diversamente abili, Damiano allo sport e giornalismo, Francesca con le donne in gravidanza, don Daniele con le Missioni Popolari, don Claudio con la Catechesi e la Formazione, don Orazio andando a scovare le situazioni di maggiore povertà e Isacco con i compagni della scuola materna. Ma nella pratica tutti facciamo un poco di tutto. Anche a livello amministrativo ci siamo divisi i compiti: don Orazio cura l’aspetto generale della missione, Damiano l’aspetto del nostro mantenimento, don Daniele i progetti sociali della Fondazione JPA e don Claudio l’amministrazione della parrocchia. Il tutto cercando di coinvolgere il più possibile le persone locali in un lavoro graduale di partecipazione e responsabilizzazione. Ci troviamo tutti almeno 2 volte alla settimana, una volta per pregare e un’altra per condividere i diversi problemi. C’è chi dice che lavorare insieme, soprattutto tra preti e laici, è difficile. È vero: è difficile se non c’è lo spirito giusto. Ma qui a São Luis, grazie a Dio, c’é.

ESPERIENZE DEGLI ULTIMI MESI:

+ Nel mese di gennaio ho avuto l’occasione, insieme a una famiglia italiana, di passare da Rio de Janeiro, prima di andare a Salvador per il Convegno dei Missionari italiani.

+ La Chiesa del Brasile ha lanciato nella Quaresima il tema di riflessione della Campagna di Fraternità 2011: “Fraternità e Vita nel pianeta” per una maggiore sensibilizzazione a riguardo dei problemi legati all’aumento della temperatura del pianeta e dei cambiamenti climatici, che hanno conseguenze impegnative per tutti.

Saluti speciali:

• al carissimo don Giuseppe Pellegrini, che è venuto a trovarci agli inizi di gennaio e che nei giorni scorsi è stato nominato vescovo di Concordia-Pordenone

• a don Luca, che sta facendo la quarantena a San Zeno di Minerbe, prima di riprendere la missione nella diocesi di Verona

• alla famiglia Annechini, che sempre fa parte della nostra camminata

• a padre Braulio, prete della diocesi di Sâo Luis in servizio alla diocesi di Verona

• a tutti voi del Centro Missionario, alle parrocchie, ai gruppi missionari e alle persone che accompagnano la nostra missione e i nostri progetti, all’Associazione Aquilone, agli amici e parenti,….

Che la Pasqua del Signore sia l’acqua viva che sempre fa rinascere il senso missionario della vita. Auguri! Ciao e Grazie per la preghiera e il sostegno! Claudio Vallicella, prete fidei donum. Si uniscono agli Auguri don Daniele, don Orazio, Francesca, Damiano e Isacco, Carolina, Maria e la Parrocchia della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.


VISITA IN ITALIA: Sarò in Italia per una visita a familiari e amici dal 24 giugno al 24 luglio 2011. Ricordo i recapiti in Italia: Casa a Zevio T. 0457851276 Cellulare 3388798495