“Chá de Bebé”
Così si chiama la“Festa in preparazione alla nascita di un bambino”

Qui in Brasile, ma credo anche in altre parti del mondo, si usa, poco prima della nascita di un bambino, organizzare una festa dove le varie persone invitate regalano qualche cosa di utile per il bebè che sta nascendo. Gli preparano la “dote”. Qualcosa di simile sta accadendo nel mese di dicembre in preparazione al Natale: tutti stiamo preparando qualcosa perché il bambino Gesù sia veramente contento. Magari prepariamo molte cose esteriori e alcuni atteggiamenti interiori come l’attesa, la speranza, la pace, la solidarietà…. E il bambino Gesù che cosa ci porta? Il nome Gesù significa “Dio salva”: ma forse oggi la parola salvezza non ha molto significato per la nostra vita. Cristo significa “Messia = Unto, scelto da Dio”, ma forse oggi una persona scelta da qualcun altro, sia pure Dio, non ci sembra abbastanza realizzata. Emmanuele significa “Dio con noi” ma forse la sua compagnia oggi ci disturba o ci annoia.
Che cosa ci porti Gesù? Io vorrei scoprirlo in questi giorni per annunciarlo a tutti. So solo che quello che ci porti deve essere veramente bello e importante se tutte le persone, come i pastori e i Magi, che sono venute a trovarti nella capanna sono ritornate a casa piene di gioia.

Non possiamo pregarti..

“O Dio, veramente non possiamo pregarti perché cessi la guerra: infatti sappiamo che Tu hai fatto il mondo in modo tale che l’uomo deve trovare la strada della pace, in se stesso e con il suo vicino.
O Dio, veramente non possiamo pregarti perché cessi la fame: infatti Tu ci hai dato risorse abbondanti, sufficienti a nutrire il mondo intero, a condizione di usarle con saggezza. O Dio, veramente non possiamo pregarti di sradicare l’ingiustizia: infatti Tu ci hai dato occhi capaci di vedere il bene presente in ogni creatura, a condizione di usarli con saggezza.
O Dio, veramente non possiamo pregarti di far scomparire la disperazione: poiché Tu ci hai dato il potere di trasformare i tuguri e di seminare la speranza, a condizione di usarlo con saggezza.O Dio, veramente non possiamo pregarti di far cessare le malattie: poiché Tu ci hai dato un’intelligenza capace di trovare cure e medicamenti, a condizione di usarla con saggezza.
Per questo, o Dio, ti preghiamo piuttosto di darci forza, determinazione e coraggio di agire e non solo di pregare, e soprattutto di vivere e non soltanto di sperare!”.
preghiera del teologo ebreo Jack Riemer

NOTIZIE DALLA MISSIONE

Don Luca torna a Verona
Dopo 9 anni di Brasile don Luca Mainente a metà gennaio torna a Verona, per mettere a disposizione della nostra chiesa diocesana l’esperienza fatta. Si realizza così quello scambio di esperienze di fede e di vita che ci aiutano a crescere. Un grazie sincero soprattutto per l’esperienza di fraternità sacerdotale condivisa in questi anni nella comune missione. Vale sempre la pena condividere la stessa missione insieme tra preti per il bene della comunità e anche per il nostro star bene.

Meno preti e più laici
Rimaniamo 3 preti ma è già arrivata la famiglia di Francesca, Damiano e Isacco (di Fumane) e a fine gennaio arriveranno anche Carolina Almari (di Monteforte) e Maria Gobbato (di Verona). Così la missione assumerà un volto più laicale. Sarà per tutti una sfida e, lo crediamo, un’opportunità meravigliosa.

Ci sono ancora profeti!
Un Vescovo qui del Brasile, Dom Manuel Edmilson da Cruz, in questi giorni, ha rinunciato ad un prestigioso premio per il suo impegno a difesa dei diritti umani da parte del parlamento brasiliano come segno di riflessione per il fatto che i parlamentari si sono cresciuti lo stipendio del 61%. Ha detto che una maggiore giustizia per tutti è anch’essa un diritto umano.

Le Missioni Popolari
L’Assemblea Parrocchiale, nell’incontro annuale del 5 dicembre scorso ha deliberato di attuare per il 2012 (dopo 400 anni dal primo annuncio del Vangelo a São Luís) le Missioni Popolari. Il 2011 sarà pertanto un anno intenso di preparazione all’evento. La nostra parrocchia continua così quel cammino missionario della diocesi di São Luís e della Chiesa dell’America Latina iniziato con il Documento di Aparecida.

Che il Natale, che qui è “caldo”, riscaldi i cuori di tutti. Auguri!

Ciao e grazie per tutto quello che fate! Claudio Vallicella, prete fidei donum.
Si uniscono agli Auguri don Daniele Soardo, don Luca Mainente, don Orazio Bellomi,
Francesca, Damiano e Isacco
e la Parrocchia della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.


‘VAI MISSIONÁRIO PELO MUNDO AFORA!”
“Parti, Missionário, e prendi il largo!”

Questa frase, di ispirazione evangelica (Luca 5,4), sembra una espressione di altri tempi, quando partire come missionari era considerata un’esperienza accattivante. Ma oggi esistono ancora missionari? La “missione ad intra” ha in qualche modo sostituito la “missione ad gentes”? E cosa significa la parola “missionario”? Essere missionari é essere agenti pubblicitari del Vangelo o della Chiesa o del proprio gruppo o movimento ecclesiale? Quali sono i luoghi di missione? E soprattutto: come l’esperienza missionaria puó contribuire a rinnovare la vita ecclesiale?

Presento 2 esperienze “missionárie” che mi stanno aiutando a capire qualcosa sul senso missionario della vita cristiana qui nella nostra parrocchia di periferia della Santíssima Trinitá in São Luis, nello Stato del Maranhão, in Brasile.

ESPERIENZA MISSIONARIA STRUTTURATA: Nel tempo di Quaresima, nel mese di maggio, nel mese di ottobre e nel tempo di Avvento alcune persone della parrocchia o dei gruppi parrocchiali organizzano degli incontri nelle famiglie (possibilmente sempre le stesse per 4 volte all’anno per dare continuitá). Gli incontri hanno temi e modalitá diverse (in Quaresima: sul tema annuale della Campagna di Fraternitá dell’anno pastorale; nel mese di maggio: celebrazione del S.Rosario; in ottobre: tematiche missionarie e in Avvento: celebrazioni natalizie) ma scandiscono le tappe di un cammino di primo annuncio e creano un legame fra le famiglie ospitanti, i vicini di casa e gli animatori della comunitá. É importante all’inizio scegliere bene le famiglie: di solito sono famiglie, che pur non partecipando normalmente alla vita parrocchiale, accolgono con disponibilitá la proposta.

ESPERIENZA MISSIONARIA OCCASIONALE: Domenica 29 di agosto, al pomeriggio, circa 80 persone della parrocchia, divisi in gruppi di 2 o 3, hanno visitato circa 300 famiglie di un settore della Parrocchia individuato dal Consiglio Pastorale. Si é trattato di una semplice visita di conoscenza reciproca, di scambio delle diverse esperienze di vita e di fede (qui da noi ci sono molte e diverse confessioni cristiane) di annuncio della presenza nel quartiere della Chiesa Cattolica con le sue proposte e iniziative. Si é trattato soprattutto di annunciare una “vicinanza” e una “solidarietá” ancora piú vive e gioiose perché sostenute da motivazioni di fede. Alla fine ci siamo ritrovati nel centro parrocchiale per una merenda, la verifica a gruppi e la Messa di ringraziamento con tutta la comunitá.

Attraverso queste esperienze e altre stiamo imparando che:
· essere missionári fa parte del proprio essere cristiani; che essere battezzati e cresimati significa trasformarsi ogni giorno in discepoli in ascolto della vita e della Parola di Dio e annunciatori con parole e opere di amore.
· essere missionari é uscire un poco di piú dalle nostre case, dalla cerchia delle persone che conosciamo e incontrare le sorprese di Dio che arriva sempre prima di noi.
· essere missionari non é compito di alcuni specializzati, anche se richiede seria preparazione, ma é compito della Chiesa nel suo insieme, preti, religiosi, laici, famiglie, gruppi e movimenti, giovani, anziani e bambini, sani e ammalati, poveri e meno poveri,...
· essere missionari richiede anche il coraggio di cambiare un poco il proprio stile di vita e le strutture ecclesiali per rendere la Chiesa piú “leggera”.
· la situazione attuale, in ogni luogo, richiede una azione missionaria decisa, rispettosa e coraggiosa, soprattutto ponendosi “nei panni dell’altro/altra”.
· la tentazione di chiudersi, di continuare con modalitá abitudinarie, di pensare di risolvere i problemi con soluzioni di tempi passati, non é una malattia terminale, ma una infermitá di cui si puó guarire.
· il vero missionario, come Gesú, preferisce i poveri.
· l’entusiasmo e la croce sono i compagni di viaggio del missionario di Gesú.

La nostra diocesi di São Luis si sta preparando a celebrare i 400 anni di annuncio del Vangelo in queste terre (2012) e, in linea con il documento di Aparecida (il documento di riferimento della Chiesa Latino-Americana per i prossimi anni) che parla di una “Missione Continentale”, invita le parrocchie che lo desiderano e celebrare nell’occasione le Sante Missioni Popolari. Da qui é nata una discussione su cosa significa “missione” qui, oggi, nel nostro tempo e nella nostra situazione e quali i modi piú appropriati per essere missionari di Gesú.
Penso che questa discussione possa essere utile farla anche in Italia e in altri luoghi, approffittando dell’occasione del mese missionario, il mese di ottobre.

NOTIZIE DALLA MISSIONE
  • Stiamo aspettando con gioia i nuovi missionari laici inviati dalla diocesi di Verona qui a Saõ Luis in continuitá con l’esperienza meravigliosa della famiglia Annecchini che é rientrata a Santa Maria in Stelle nel mese di luglio. Arriveranno nei prossimi mesi la famiglia di Francesca Frapporti e Damiano Conati con il figlio Isacco di Fumane, e poi Carolina Almari di Monteforte e Maria Gobbato di Verona. A loro, che saranno presentati ufficialmente alla diocesi di Verona nella Veglia dell’Invio la sera del 22 ottobre in Cattedrale a Verona, il nostro caloroso e fraterno “Bem Vindos!”.
  • Il mese di settembre, che in Brasile per la Chiesa Cattolica coincide con il mese della Bibbia, é stato caratterizzato quest’anno per la nostra parrocchia da incontri ecumenici sulle parabole di Gesú e sul libro “missionario” di Giona. Hanno partecipato ai nostri incontri (con una media di 115 persone) il reverendo Fabiano della Chiesa Anglicana, la pastora Franciele della Chiesa Luterana e la biblista Marta della Chiesa Cattolica.
  • Qui in Brasile il mese di ottobre é quest’anno anche mese elettorale con tutte le speranze, promesse, illusioni e delusioni che si porta sempre dietro. È incredibile la compravendita di voti, le persone arruolate come “tifosi” per la propaganda. Persone che appoggiano piú candidati di diversi partiti pur di guadagnare qualche cosa. A livello di stato di Maranhão ha vinto le elezioni la coalizione che da 40 anni comanda. Purtroppo il Maranhão si distingue sempre nelle statistiche per la povertá e la mancanza di strutture sociali. È facile convincere elettori (di cui il 75% non ha concluso la scuola dell’obbligo e il 15% é completamente analfabeta) quando si hanno in mano quasi tutti i mezzi di comunicazione. Anche il governo Lula, che pure ha migliorato di molto la situazione economico-sociale del Brasile, non ha potuto, in un sistema federale come quello brasiliano, intervenire seriamente per mudanze strutturali nel nostro Stato. Ma i poveri sperano sempre!


Bênção, padre!

Padre, mi dà la benedizione? Questa frase che, nella cultura europea ormai secolarizzata, suona un po’ fuori tempo, qui in Brasile appare normale, non solo in luoghi religiosi come la chiesa, ma per la strada, in locali pubblici. Mentre in Italia suona come una richiesta, qui suona come un qualcosa di meraviglioso già realizzato. È una frase che non ha niente a che vedere con il clericalismo perché si chiede la benedizione anche dei genitori, dei padrini, dei parenti. Il segno esteriore è il baciamano reciproco, un gesto semplice e straordinario che significa affetto, pari dignità, partecipazione alla vita dell’altro... È bellissimo vedere questo gesto tra genitori e figli. Quando qualcuno mi chiede la benedizione faccio in qualche modo una profonda esperienza della mia missione di prete: scopro che il prete è si portatore della benedizione di Dio ma anche e in primo luogo la riceve; il prete è si un poco padre per la comunità ma è anche fratello; ha si un ruolo liturgico sacrale ma intriso di affetto e condivisione.
In questo anno sacerdotale nel quale anche celebro i 25 anni di servizio come prete nella chiesa di Dio, desidero alla luce dell’esperienza trascorsa tentare di dire che significa essere prete:
· Innanzitutto è un’esperienza pasquale: tutto nasce dall’incontro con il Cristo Vivo che attraverso i suoi segni quotidiani chiama, insegna, fortifica, entusiasma, rallegra il cuore e il viso, dà il coraggio della speranza. E’ perché il Signore Gesù risuscitò che vale la pena di essere suoi missionari, annunciare la possibilità di una vita nuova, diversa;
· Il prete è un segno visibile da tutti, presiede e insegna, indica il cammino di Gesù e per questo ha la responsabilità di essere esempio credibile;
· Spesso il prete oltre che a essere davanti come segno visibile si trova dietro come uno che spinge, animatore di chi sta in fondo alla fila della vita, in silenzio e quasi nascostamente incoraggia, rianima, prende per mano chi è rimasto orfano di amicizia e fraternità;
· Oggi, forse la missione più comprensibile dalle culture odierne è quella di stare in mezzo al popolo di Dio, camminando insieme, condividendo le gioie e le speranze, le tristezze e le paure, la fede e l’amore. Stare in mezzo senza la paura di confondersi, ma con la certezza che la solidarietà umana è la porta principale attraverso la quale Dio entra con tutta la grandezza della sua santità;
· Il prete è una persona, come diceva una mamma a sua figlia prima di morire, che in mezzo a tante necessità sa che “chi spera in Dio non è mai stanco”;
· Il prete è una persona che ama anche la propria categoria di preti perché da solo non può essere al seguito di Gesú;
· Il prete ha la missione di ricordare a tutti i cristiani che nel Battesimo e nella Cresima sono stati consacrati sacerdoti ad immagine dell’unico sacerdote Gesù Cristo, un sacerdote originale che non se ne stava nel tempio a “celebrare” anche se partecipava delle celebrazioni del suo tempo, ma lavorando, camminando insieme e annunciando la parola di Dio, fece della sua vita un dono, del banchetto una condivisione di vita, del vestito un grembiule, della Croce un altare, del sepolcro il tempio dell’eternità;
· Di conseguenza il prete ha la missione di favorire l’esercizio del sacerdozio ministeriale di tutti nell’armonia e nella diversità dei doni dello Spirito Santo. In questa missione spesso bisogna aspettare i tempi di Dio ma anche accelerare le lentezze umane togliendo quei muri ideologici che bloccano il cammino di fede;
· Il prete ha la capacità di chiedere perdono e di perdonare, di ricevere la benedizione di Dio e di benedire, di piangere davanti alle sofferenze e di gridare davanti alle ingiustizie, di rimanere in silenzio davanti alla morte ma anche davanti alla nascita, di meravigliarsi come un bambino davanti alle opere di Dio e di ringraziare.

Tutto questo non è una sintesi teorica sulla figura del prete ma è ciò che io ho sperimentato in questi anni: negli anni di preparazione al sacerdozio nella mia parrocchia natale di Zevio, in Seminario, nella parrocchia dove ho svolto il servizio di diacono a Caldiero (1984-1985), nelle parrocchie dove ho cercato di servire come prete a Vangadizza (1985-1989), a S.Marco Evangelista (1989-1994), a Borgonuovo (1994-1997), nell’unità pastorale della Valdadige (1997-2005) e ora (dal 2006) nella missione di São Luis in Brasile. Essere prete cosi è possibile grazie all’aiuto di Dio e di tante persone che stimolano, correggono, aiutano, pregano perché il prete sia quello che deve essere.
Che Dio benedica tutti voi in questa Santa Pasqua!

Quando muoiono i giovani!
Ci sono delle persone che non dovrebbero mai morire! Il 16 marzo scorso è morta per un’emorraggia una giovane di 20 anni, Claudilene, colonna delle attività giovanili della parrocchia, persona allegra, col modo di fare di una bambina e la maturità degli adulti. Giovane di profonda spiritualità e nello stesso tempo inserita in pieno nella vita di tutti. La sua fede nella Vita quest’anno illumina la Pasqua nella nostra parrocchia e diventa annuncio credibile. Quando muoiono giovani cosi la morte diventa vita, anche se il cuore non sa se piangere o rallegrarsi.


Una Via Crucis con sangue vero!
Quest’anno la via crucis ha vissuto momenti un poco drammatici: nel bel mezzo della processione in mezzo ad una zona di recente occupazione con le case ancora tutte di terra e paglia, alcuni poliziotti hanno preso un giovane e, con il volto coperto di sangue, lo hanno caricato nel bagagliaio della loro macchina e portato via. Tutto è avvenuto in mezzo a centinaia di persone qui abituate a scene di questo tipo. Il sangue (falso) dei giovani che stavano rappresentando la passione di Gesú si è così mescolato al sangue vero delle vicende quotidiane di questo popolo.


Suggestione Pastorale
Un Vicariato che qui funziona: le sei parrocchie che compongono il nostro Vicariato si ritrovano una volta ogni due mesi con i rappresentanti delle 7 pastorali presenti in tutte le parrocchie (Giovani, Famiglia, Battesimo, Problematiche Sociali, Catechesi, Liturgia, Sostentamento Economico) e organizzano almeno 2 incontri vicariali di formazione per pastorale all’anno. Inoltre organizzano 3 incontri celebrativi unitari: la processione del 1 di maggio, la processione Del Corpo e Sangue di Cristo e la promozione della Bibbia nella stazione degli autobus. Quest’anno si sta tentando di organizzare alcune formazioni con le diverse pastorali insieme, per attuare una pastorale più unitaria.


Visita in Italia
Sarò in Italia dal 18 maggio fino al 29 giugno 2010, per festeggiare insieme ai miei colleghi preti e alle nostre famiglie il 25° di sacerdozio, martedí 25 maggio, alle 18,30 nella chiesa di S.Giovanni in Fonte, adiacente al Duomo di Verona. Ricordo i recapiti in Italia: Casa a Zevio T. 0457851276 Cellulare 3388798495

Auguri di una Santa Pasqua!

Ciao. Claudio Vallicella, prete fidei donum.
Si uniscono agli Auguri don Daniele Soardo, don Luca Mainente, don Orazio Bellomi, la famiglia Annechini: Paolo e Luisa con i figli Alessandra, Adele, Emma e Mario e la Parrocchia tutta della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.