Buon Natale 2006!

O que è a Família? (= Famiglia)
La “Sacra Famiglia” di Gesù, Giuseppe e Maria è una famiglia molto strana e nello stesso tempo tanto normale. Maria, gravida prima della coabitazione, assomiglia molto a tante ragazze madri che s’incontrano spesso in Brasile. Qui sembra quasi che la concezione di maternità sia prioritaria e autonoma rispetto alla concezione di famiglia. Certamente la storia brasiliana ha lasciato tracce profonde nel modo di vivere certi valori. Ma oggi, in un mondo che sta diventando sempre più un “villaggio comune”, le diverse concezioni di vita diventano interrogativi e provocazioni per tutti. Certamente, se è vero che non esiste una famiglia uguale ad un’altra, “l’annuncio natalizio della sacra famiglia” ci provoca a collocare tutte le nostre esperienze familiari, pseudo-familiari o comunitarie alla luce del progetto di Dio, della fecondità dello Spirito Santo che crea sempre Vita Nuova e Comunione concreta e, spesso,silenziosa di cui Giuseppe, lo sposo di Maria, è segno.
La vita della comunità cristiana può trovare qui le dimensioni della propria “missione familiare”: c’è un progetto di Dio che supera l’esperienza familiare e nello stesso tempo la coinvolge.
C’è una creatività dello Spirito Santo che va oltre le nostre aspettative, ma che si serve delle nostre mani.
C’è un coraggioso, gioioso e faticoso, continuo e fedele, libero e consapevole cammino di comunione che supera la facile unità o uniformità e che si pone nella linea profetica dell’amore.
Buon Natale alle mamme, ai papà, ai figli, ai nonni, agli zii, agli amici…e alle Comunità che camminano giorno dopo giorno verso Betlemme!

CHE SUCCEDE A VERONA? Sono innumerevoli i fatti, le esperienze, gli incontri che lasciano giorno dopo giorno la mia esperienza missionaria stupita e meravigliata. Solo qualche esempio:
1) Capita di vedere alcuni adolescenti che vengono alle celebrazioni in chiesa portandosi da casa la Bibbia, il libro dei canti e l’immancabile telefonino.
2) Durante una “sagra” capita di vedere nella cappellina della comunità alcune persone che cantano canzoni religiose e pregano con grande devozione. All’esterno impianti mega che assordano con musica ritmica, gente che danza e beve birra. Il tutto convive con un rispetto della diversità che è disarmante e inconcepibile per noi occidentali abituati a non misturare mai le cose.
3) Capita di vedere presepi con 2 o 3 Gesù Bambini, 2 o 3 Madonne, fatti con materiali poveri (rimasugli di bambole e stracci): il tutto provoca a riconoscere quel presepio vivente nel quale siamo immersi, pieno di confusione, ma di tanta gioia.
E a Verona che succede? Come sta continuando il cammino iniziato con il Sinodo? Dalle informazioni che mi arrivano sembra che ci sia un momento di “stasi”. Qualcuno lo giustifica per l’annuncio dato dal Vescovo. Ma Come!? Solo per il fatto che il Vescovo ha detto una cosa che già tutti sapevano, che cioè a 75 anni, come tutti i vescovi e parroci deve dare le dimissioni, si blocca il “progettare insieme” e si vive nell’”attesa” come un perenne “Avvento”?
Una Chiesa che non trova il coraggio di rinnovare se stessa, alla luce del Vangelo, come il Sinodo ha disegnato, non può pretendere di presentarsi davanti al mondo di oggi con la speranza di rinnovare la società. Il mondo di oggi, soprattutto i poveri, ci chiedono prima di tutto la capacità di rinnovare noi stessi per essere fedeli al Vangelo e all’umanità di oggi, sia a livello di strutture ecclesiali, sia a livello personale.
Nella diocesi di São Luís e nella nostra Parrocchia, in mezzo a tante contraddizioni, si sta cercando di programmare il 2007 (qui l’anno pastorale va da Gennaio a Dicembre). Si sono svolte negli ultimi mesi: l’Assemblea della Diocesi, l’Assemblea di Vicariato, l’Assemblea Parrocchiale (che noi abbiamo chiamato “Sinodo dei Consigli Comunitari” ) sempre con la presenza di tutti i preti coinvolti, laici e religiosi, movimenti e associazioni. Nella nostra parrocchia, alla luce del cammino diocesano e vicariale, abbiamo individuato per il 2007 due problemi sociali emergenti: il problema della salute di base e il problema della sicurezza. Abbiamo scelto 3 strade per affrontare questi problemi: la “formazione” alla luce della Parola di Dio e della Dottrina Sociale della Chiesa; la “pastorale d’insieme” per una condivisione corresponsabile dei problemi all’interno di tutti i gruppi parrocchiali; il tentativo di camminare “insieme con gli enti pubblici e privati” presenti nel quartiere e nella città. Certamente la realtà pastorale quotidiana è sempre più complicata dei paroloni e dei progetti pastorali, ma siamo consapevoli che offrire un segnale di progetto comune è già un passo e una testimonianza di comunione evangelica.
Riflessione
del vescovo Franco Masserdotti
, della diocesi di Brescia,
travolto da una macchina nella sua cittá e diocesi di Balsas, Maranhão, mentre andava in bicicletta:
“Ricordo quando per la prima volta lasciai la mia terra di origine per venire in Brasile. Fu un viaggio in nave di 12 giorni. Ero molto entusiasta e spiritualmente motivato per annunciare Gesù Cristo al popolo brasiliano. Ma quando la nave entrò nella Baia de Guanabara e vidi da lontano la meravigliosa città di Rio di Janeiro, restai impressionato, ammirando, sulla collina di Corcovado, il famoso Cristo Redentore con le braccia aperte. Subito pensai: - Io vengo per annunciare Gesù Cristo, ma Lui già arrivò qui prima di me e mi aspetta con le braccia aperte.-
I missionari e le missionarie sono “api” di Gesù che cercano i fiori in tutti i popoli e nell’incontro ricevono il polline per lavorare con gli altri, in favore della vita. E’ un lavoro di molta pazienza e presenza amorosa, che potrà dare mille sapori differenti, facendoci sperimentare la dolcezza inesauribile dell’incontro con il Dio della Vita che agisce in tutti i popoli.
Per sviluppare questa vocazione, i missionari e le missionarie devono riconoscere che il cristianesimo è un’esperienza pluriculturale che esige un sforzo continuo di inculturazione del Vangelo. Essi, senza perdere la propria identità e il dovere dell’annuncio, devono rimanere aperti alle meraviglie che Dio realizza in tutte le culture e religioni, senza barriere fra il mistero di Cristo e l’azione dello Spirito all’esterno della Chiesa. L’identità cristiana è una identità di relazione.”.


Buon Natale e Arrivederci con i veronesi in Italia! La Diocesi di Verona ha infatti organizzato per il mese di febbraio, in occasione del 50° del documento “Fidei Donum”, che ha segnato l’inizio dell’opera missionaria a livello di diocesi, un incontro di tutti i missionari veronesi nella nostra città per una attualizzazione e un rilancio missionario.