Carissimi,
Domenica 2 giugno
ho dato l’annuncio al Consiglio Pastorale della nostra Parrocchia Santissima
Trinità, che il giorno 12 di agosto tornerò in Italia, dopo quasi 8 anni di
servizio missionario “ad gentes” come “fidei donum” della Chiesa di Verona
nella Chiesa di São Luis, Brasile.
Negli ultimi mesi sono arrivati pe. Manuele Modena e pe. Michele de
Santi, che insieme a pe. Orazio Bellomi e ai laici Maria Gobbato, Damiano
Conati e Francesca Frapporti con il piccolo Isacco, continueranno il servizio
missionario a questa Chiesa.
Qui i preti
diocesani rimangono in media 6 anni nella stessa parrocchia. I preti stranieri
hanno bisogno di qualche tempo maggiore per imparare la lingua e la cultura. Quest’anno
compio 53 anni e penso che vale la pena tornare adesso per poter “raccontare
con entusiasmo giovanile” quello che ho vissuto, prima che l’età avanzata mi tolga questa possibilità. Penso soprattutto
alla “necessità” che altri preti della diocesi di Verona possano fare
un’esperienza missionaria “ad gentes” per contribuire, anche attraverso lo
scambio tra Chiese, a quel rinnovamento della Chiesa di Verona, tanto auspicato
nel Sinodo Diocesano. Cosí “lasciare il
posto” è per me un dovere per il bene di tutti. Torno per iniziare da ottobre
un nuovo servizio nella diocesi di Verona. Ringrazio tutte quelle persone che
con la preghiera e l’aiuto economico hanno sostenuto la nostra missione
diocesana a São Luis. Invito a continuare a sostenere questa nostra missione,
dove i bisogni sono immensi, anche come segno di amicizia e di sostegno ai
missionari che rimangono a nome della diocesi di Verona.
Chiedo scusa se
non sempre e in maniera poco personalizzata, ho mantenuto i contatti con tutti
voi: un po’ per la mia indole, un po’ perché
ho cercato di dare priorità al servizio operativo, un po’ perché le “meraviglie
di Dio”, anche se non si possono tacere, sono difficili da raccontare con
parole adeguate.
Ciao a tutti,
grazie e arrivederci a presto! Claudio Vallicella, prete “fidei donum” .
TORNO perchè
è arrivato il momento
TORNO perchè non vedo l’ora di raccontarti…
TORNO perchè nella vita bisogna saper tornare
TORNO perchè la Chiesa di Verona ha bisogno di me e anch’io sento il bisogno di donarmi a questa Chiesa dove sono stato ordinato prete
TORNO perchè i poveri hanno bisogno di qualcuno che parli sempre di loro
TORNO perchè le ricchezze di fede, di gioia e di umanità che ho ricevuto qui in Brasile devo condiverle con te
TORNO perchè, come Maria, dopo aver visitato la cugina Elisabetta, ho nel cuore una gioia immensa che mi darà la forza per iniziare una missione forse più difficile...
TORNO perché ho voglia di ascoltare le meraviglie di Dio che sono capitate in questi anni anche nella Chiesa di Verona
TORNO per annunciare che qui in Brasile c’è una Chiesa Giovane piena di fede, gioia e entusiasmo
TORNO perchè vorrei condividere con preti e laici lo stile Conciliare e Sinodale in cui ho sempre creduto, come espressione adeguata ai tempi, di fede e condivisione evangelica
TORNO perchè so quello che lascio, ed è molto!; so piú o meno quello che trovo, anche se in otto anni molte cose saranno cambiate; ma sono consapevole che bisogna iniziare ogni giorno di nuovo…
TORNO con umiltà, sapendo che in questi anni la Chiesa di Verona ha fatto cammini che io non ho sperimentato e che sono ansioso di conoscere
TORNO con la consapevolezza che i problemi umani e spirituali, pur nella diversitá di usi e costumi, in fondo sono molto simili, perché siamo tutti della stessa famiglia di Dio
TORNO perché qui ci sono persone che restano, e se tutti tornassero, i poveri non avrebbero nessuno che si curi di loro
TORNO perché è importante annuciare che il vero missionario è solo uno strumento di passaggio TORNO perchè uno che ha visto con i propri occhi è più credibile
TORNO per ricordare che i doni culturali, religiosi, sociali che abbiamo ricevuto sono per tutti
TORNO per invitare altri preti e laici ad ascoltare il proprio cuore, dove la voce di Dio è più limpida, e intraprendere generosamente il servizio “ad gentes”
TORNO libero, piú libero di prima, per poter servire tutti
TORNO per poter raccontare ai Brasiliani, attraverso le lettere in Internet, le meraviglie di Dio in terra italiana
TORNO perchè sò di poter contare anche sulla tua amicizia fraterna
TORNO perché se non torno adesso non torno piú!
TORNO perchè non vedo l’ora di raccontarti…
TORNO perchè nella vita bisogna saper tornare
TORNO perchè la Chiesa di Verona ha bisogno di me e anch’io sento il bisogno di donarmi a questa Chiesa dove sono stato ordinato prete
TORNO perchè i poveri hanno bisogno di qualcuno che parli sempre di loro
TORNO perchè le ricchezze di fede, di gioia e di umanità che ho ricevuto qui in Brasile devo condiverle con te
TORNO perchè, come Maria, dopo aver visitato la cugina Elisabetta, ho nel cuore una gioia immensa che mi darà la forza per iniziare una missione forse più difficile...
TORNO perché ho voglia di ascoltare le meraviglie di Dio che sono capitate in questi anni anche nella Chiesa di Verona
TORNO per annunciare che qui in Brasile c’è una Chiesa Giovane piena di fede, gioia e entusiasmo
TORNO perchè vorrei condividere con preti e laici lo stile Conciliare e Sinodale in cui ho sempre creduto, come espressione adeguata ai tempi, di fede e condivisione evangelica
TORNO perchè so quello che lascio, ed è molto!; so piú o meno quello che trovo, anche se in otto anni molte cose saranno cambiate; ma sono consapevole che bisogna iniziare ogni giorno di nuovo…
TORNO con umiltà, sapendo che in questi anni la Chiesa di Verona ha fatto cammini che io non ho sperimentato e che sono ansioso di conoscere
TORNO con la consapevolezza che i problemi umani e spirituali, pur nella diversitá di usi e costumi, in fondo sono molto simili, perché siamo tutti della stessa famiglia di Dio
TORNO perché qui ci sono persone che restano, e se tutti tornassero, i poveri non avrebbero nessuno che si curi di loro
TORNO perché è importante annuciare che il vero missionario è solo uno strumento di passaggio TORNO perchè uno che ha visto con i propri occhi è più credibile
TORNO per ricordare che i doni culturali, religiosi, sociali che abbiamo ricevuto sono per tutti
TORNO per invitare altri preti e laici ad ascoltare il proprio cuore, dove la voce di Dio è più limpida, e intraprendere generosamente il servizio “ad gentes”
TORNO libero, piú libero di prima, per poter servire tutti
TORNO per poter raccontare ai Brasiliani, attraverso le lettere in Internet, le meraviglie di Dio in terra italiana
TORNO perchè sò di poter contare anche sulla tua amicizia fraterna
TORNO perché se non torno adesso non torno piú!
“Estou arrumando a mala!”
(Sto preparando la valigia!)
(Sto preparando la valigia!)
Ÿ I sorrisi disarmanti dei bambini e degli
adulti di fronte a problemi insolubili
Ÿ Le lacrime che non sono riuscito ad
asciugare
Ÿ La Bibbia e la corona del rosario sempre
in mano a tanta gente
Ÿ La creatività dei giovani e le loro voglia
di andare avanti com umiltà, gioia e entusiasmo senza fermarsi davanti agli
ostacoli posti dagli adulti
Ÿ Le discussioni, a volte tese, e le allegre
chiaccherate dell’equipe dei preti e dell’equipe completa preti e laici
Ÿ Il rispetto degli ubriachi e drogati per
me, che sono solo un prete
Ÿ La confidenza dei bambini, lo sguardo
sereno e spesso sofferto delle mamme e la fierezza umile dei papà
Ÿ L’accoglienza, il rispetto e la fiducia
dei preti locali
Ÿ Le telefonate con molti amici e parenti in
Italia e in Brasile
Ÿ La cordialità del vescovo di São Luis
Ÿ Le gradite visite di vescovi, preti,
seminaristi, parenti, giovani, famiglie e laici alla nostra missione
Ÿ I volti di tante persone che ti facevano
capire, al di lá della cultura differente, cosa c’era dentro il loro cuore
Ÿ Le celebrazioni liturgiche festive e
sempre solenni
Ÿ Le offerte arrivate da persone spesso
sconosciute
Ÿ Le lacrime per il mio rientro in Italia
Ÿ Le braccia alzate per pregare e gli
abbracci di pace
Ÿ La collaborazione rispettosa e generosa
con l’istituto di suore di origine polacca presente in parrocchia
Ÿ Le persone incontrate per strada,
ringraziando per aver trovato lavoro o le mamme che piangendo di gioia
annunciavano che i loro bambini sapevano leggere e scrivere, grazie ai corsi
organizzati dalla nostra Fondazione
Ÿ L’abbraccio del sindaco disperato davanti
ai problemi piú grandi di lui
Ÿ I ritardi vissuti senza alcuna
preoccupazione
Ÿ Le visite in Italia
Ÿ Le tante cose che avrei potuto fare e che
non ho fatto
Ÿ Il cercare di offrire una sedia decente,
magari chiedendo al vicino, quando entravo in casa di qualcuno
Ÿ Le feste a sorpresa
Ÿ Le interminabili riunioni del Consiglio
Pastorale
Ÿ I pranzi tra italiani e i churraschi
brasiliani
Ÿ Le feste di compleanno, con relativi
momenti di preghiera prolungati
Ÿ I “velori” dei bambini, pieni di fiori e
di altri bambini, e…il dolore delle mamme
Ÿ La natura semplice e meravigliosa: le
farfalle, i fiori, i pappagalli, il verde e… le zanzare
Ÿ La morte del caro papà
Ÿ La capacità di fare cose straordinarie com
pochissimi mezzi
Ÿ Le strade piene di buche e l’arrivo
dell’asfalto
Ÿ La fraternità tra missionari
Ÿ Le persone che vanno con la carriola a
fare la spesa o a procurare acqua
Ÿ I carrettini con i muli e le biciclette
senza freni, nè fanali…
Ÿ I bambini che giocano a calcio in mezzo
alla strada quando piove
Ÿ I bambini e gli adulti che giocano con
l’aquilone
Ÿ La pazienza di chi tentava di capire
quello che dicevo
Ÿ La presenza di Dio in ogni momento…
Ÿ …….